Ettore Livini, la Repubblica 10/8/2009, 10 agosto 2009
AIR ONE DIVENTERA’ LA LOW-COST ALITALIA
Colaninno: "Ipotesi allo studio. Conti in miglioramento nel terzo trimestre"
Il presidente: sui ritardi a Fiumicino responsabilità non nostre. Malpensa inadeguata
MILANO - Sistemati (in parte) i problemi di affidabilità della prima parte dell´anno e con i conti in fisiologico miglioramento estivo, la nuova Alitalia inizia con più calma a pianificare il suo futuro strategico. Un futuro che potrebbe vedere il marchio Air One debuttare come "costola" low cost della compagnia di bandiera. « un´ipotesi - ha ammesso ieri Roberto Colaninno in un´intervista a SkyTg24 - che però va valutata con molta attenzione».
L´obiettivo strategico sarebbe chiaro: differenziare i due loghi della Magliana (oggi sovrapposti come modello di servizio e unificati come sistema informatico) provando a erodere l´arrembaggio di Ryanair e Easyjet che ormai coprono più del 30% del traffico internazionale da e per l´Italia operando solo sul breve medio raggio. La stessa nicchia di mercato su cui si è concentrata Alitalia che con una Air One versione low cost potrebbe andare alla riconquista del terreno perduto durante la crisi dell´ultimo anno. «La ex-compagnia di Carlo Toto ha comunque un marchio molto, molto importante - ha aggiunto Colaninno - e prima di distruggerlo ci penseremo bene».
Il presidente dell´aerolinea italiana ha anche ribadito ieri come - dopo un primo semestre difficile - l´attività sul fronte operativo stia andando meglio: a luglio il tasso di riempimento è stato del 73%, vicino o appena sopra al livello che garantisce al vettore il pareggio operativo. «Io sono molto soddisfatto. Certo, i tempi di realizzazione del progetto sono più lunghi di quelli che il mercato si aspetta - ha proseguito Colaninno - . Nei prossimi sei mesi vogliamo esprimere la qualità del servizio che ci siamo prefissi di raggiungere». La Magliana in effetti nella prima parte del 2009 ha registrato una puntualità attorno al 70%, ben al di sotto di quella della concorrenza. E anche sul fronte finanziario, prima del rimbalzo estivo, i conti non sono stati certo brillanti: nel primo trimestre dell´anno la compagnia ha perso 210 milioni e nel secondo 63. L´amministratore delegato Rocco Sabelli ha comunque di nuovo smentito che la società abbia già bisogno di mezzi freschi attraverso un aumento di capitale.
I disagi subiti dai passeggeri nei mesi scorsi - ha tenuto a precisare ieri Colaninno - non sempre sono imputabili ad Alitalia. «Le cause che concorrono ai ritardi - ha detto - sono più di una e sono certamente dovute alle infrastrutture aeroportuali e Fiumicino è la più responsabile di questi problemi». Tre giorni fa un problema ai sistema del check-in, causato secondo Adr da un disservizio dell´operatore telefonico, ha mandato nel caos per un paio d´ore gli imbarchi allo scalo romano.
Le difficoltà strutturali di Fiumicino, penalizzata da investimenti fatti finora con molta parsimonia, non sembrano però aver convinto Alitalia a rivedere le sue scelte sull´hub. Anzi. Il terminal A dello scalo romano verrà riservato in futuro solo ai voli dell´aerolinea italiana e a quelli dei suoi partner nel consorzio Skyteam (Air France, Klm, Delta su tutti). L´ipotesi di un rientro su Malpensa è stata ieri indirettamente cassata dallo stesso numero uno di Cai: «Non dico che sia sbagliato avere un grande aeroporto nel Nord - ha concluso Colaninno -. Ma lo scalo meneghino è incapace di soddisfare i bisogni che oggi hanno i passeggeri, i piccoli e medi industriali, perché tra i vari fattori che ormai sono determinanti nel mondo per la loyalty del cliente c´è la facilità di raggiungere l´aeroporto. Non solo. Nel Nord c´è uno scalo ogni 50 chilometri...».