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 2009  agosto 09 Domenica calendario

VATICANO, UOMINI E DONNE IN PENSIONE A 67 ANNI


Riforma delle pensioni: al di qua delle mura vaticane se ne parla da anni, all´ombra di San Pietro siamo già ai fatti. Il nuovo diritto del lavoro - applicabile ai dipendenti della Città del Vaticano - prevede che per chi entra in servizio dal 2010, uomo o donna che sia, l´età pensionabile salga a 67 anni. Dopo la parità (già prevista) arriva quindi l´innalzamento anagrafico: dogmi per lo Stato italiano, barriere già superate per chi lavora negli uffici del Papa. Tant´è che ieri l´Osservatore Romano ha reso omaggio a Fra´ Martino Mendez, 76 anni, per ventuno nell´equipe dell´ambulanza a seguito del Pontefice e ancor oggi «colonna» dietro il bancone delle farmacie vaticane.
La novità sull´età fa parte di una vera e proprio riforma del diritto del lavoro, prevista da un «Motu proprio» firmata da Benedetto XVI lo scorso 7 luglio e destinato a riordinare, dopo vent´anni, il funzionamento dell´Ufficio del Lavoro della Sede apostolica (Ulsa). Il documento, in distribuzione fra i 4.600 lavoratori (laici, religiosi, ecclesiastici), prevede anche incentivi alla maternità e alle famiglie numerose. Massimo Bufacchi, direttore dell´Ulsam, lo giudica con orgoglio molto «avanti». «La normativa vaticana - ha spiegato all´Osservatore romano - è andata oltre». Non solo è allineata a molte tra le iniziative «adottate di recente in Italia» - dal bonus-bebè, alla rivalutazione degli assegni per il nucleo familiare - ma prevede «permessi speciali retribuiti per quanti devono recarsi in paesi fuori d´Italia per svolgere pratiche di adozione».
Mancano, invece, come fra i laici, gli asili nido: «Ma l´interesse nei loro confronti - spiega Bufacchi - è modesto: le mamme che lavorano sanno come organizzarsi, con parenti o altre strutture più vicine a casa. Per questo nel quadro dei provvedimenti per la famiglia, è stato inserito il bonus per le scuole materne».
Detto ciò quanto ad occupazione delle donne le cose, al di là delle mura vaticane, non vanno poi tanto meglio rispetto all´Italia: oltre il Portone di bronzo è femminile solo il 19 per cento del personale. E comunque anche fra i lavoratori della Santa sede esiste il precariato: «E´ prevista la stipula di contratti a termine per rispondere ad esigenze specifiche o circoscritte - spiegano all´Ulsa - per quanto ne sappiamo, nel caso si trasformino in attività ordinarie svolte in modo soddisfacente, il rapporto diventa a tempo indeterminato».
(l.gr.)