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 2009  agosto 09 Domenica calendario

LA NUOVA FEBBRE DELL’ORO


Quando questo articolo sarà stampato, l´estrazione sarà avvenuta, e l´Italia avrà saputo se c´è in giro un povero miliardario in più. Però lo scrivo mentre non ne so niente, perché non voglio che il filo dei pensieri ne sia compromesso.
Niente paura: non voglio manifestare anch´io lo scandalo per una somma futilmente messa in palio che basterebbe a raddoppiare la pensione sociale di 200 mila persone, o a ridurre la vergogna delle inadempienze italiane all´aiuto ai paesi poveri, o ad assegnare centomila borse di studio, o a qualunque altra opera buona a piacere. L´hanno detto già in tanti, per lo più con una dose di ipocrisia, e perfino di conformismo. Tanti altri hanno replicato: perché invidiare l´imprevisto, perché negare alla fortuna e al sogno un posticino in vite spesso monotone, a volte stentate?
Eccolo dunque, il sogno italiano. Il più ricco del mondo, si avverte: non c´è mai stato un montepremi simile per un solo vincitore. così enorme - 120 milioni di euro: cioè, pensano i pensionati quando vanno a giocare i loro sei numeri, 240 miliardi di lire - da rendere patetiche le interviste dei telegiornali alle persone assaltate all´uscita delle ricevitorie. Se vincesse, che cosa farebbe? E quelli, comprensibilmente, rispondono: "Un viaggio, una casa per i figli, un´auto nuova". Neanche una risposta all´altezza, quantitativamente. Che cosa potremmo dire: "Trecento case, quattromila macchine nuove, duecentomila viaggi"? Un battaglione di medici privati, come Michael Jackson, la squadra del Chelsea, come Roman Abramovich, centoventunmila notti con una escort da mille, come...
A stare alle cronache sul tasso di giocatori e il radicamento nel territorio (a scanso di snobismi, appena finito di scrivere vado a giocare il mio euro anch´io) non c´è dubbio che oggi l´Italia è unita pressoché soltanto in questa corale corsa all´oro. La nazione, diceva Ernest Renan, è un plebiscito di tuti i giorni. Be´, l´Italia è un sorteggio trisettimanale. Il resto in malora. Il punto più interessante, mi sembra, sta in una questione di psicologia elementare. La gran maggioranza degli italiani interpellati (anche degli stranieri, giocano anche loro come matti) si dichiara, pare, in favore del meccanismo del concorso, e della sua crescita indefinita. Tant´è vero che giocano. Dichiararsi scandalizzati e giocare lo stesso non è bello, benché succeda largamente. Ma è facile figurarsi che una volta estratto il sei e trovato il fortunato, il numero degli italiani contenti che si intaschi un patrimonio così enorme si ridurrà drasticamente e tenderà a coincidere con il vincitore, suo cognato, e pochi altri suoi cari. Mentre crescerà a dismisura, fino a sfiorare l´unanimità, il numero degli italiani disposti ora a deplorare l´immoralità di una simile vincita, salvo ricominciare daccapo. Non intendo ricavare da questa facile previsione alcuna conseguenza morale: segnalo appena una sottile analogia possibile con l´andamento degli umori popolari nei confronti del governo.
Ecco: direte. Vuoi paragonare il presidente B. a un´estrazione del lotto? Be´, in un certo senso. l´investimento su B. resta, nonostante lui sia lì a piazzare la sua merce politica da un quindicennio, meno simile a un voto politico, e più simile all´acquisto di un biglietto di lotteria. Il montepremi non fa che rincararsi, benché alla rovescia, per così dire. Quando i concorrenti, cioè gli elettori, sentiranno avvenuta l´estrazione finale, e si troveranno nelle mani un tagliando che, controllato e ricontrollato ”non si sa mai’ non ha fatto neanche tre, lo butteranno via, e avranno un ringhioso malumore contro il sorteggio e le sue mirabolanti promesse. Adesso che vi ci ho fatto pensare, troverete senz´altro meno azzardato, e del tutto non fazioso, l´accostamento. In verità, tutti i governi hanno lucrato sui giochi d´azzardo, e hanno inclinato alla moltiplicazione dei casinò e perfino alla riapertura dei casini senza accento, che davano allo Stato una rendita bella pulita e sempre rimpianta: ma mai un capo del governo e la lotteria principale erano stati così somiglianti, al punto da spiegarsi a vicenda. Il vero segreto di Berlusconi ”del resto, l´uomo più espropriato dei suoi segreti del pianeta’ è qui: lui vinse un favoloso superenalotto, in qualche confuso momento del passato, e da allora non fa che sorridere fino alla mascella indolenzita promettendo agli altri lo stesso, passatemi l´espressione, colpo di culo. Peccato che B. distorca con certe intemperanze verbali e fisiognomiche ”come nella conferenza stampa dell´altroieri, quando ha avvertito che non sopporterà più il Tg3 e i delinquenti di Repubblica’ il suo mondo di fiaba, in cui perfino il terremoto diventa un colpo di fortuna. Si va in crociera, si torna, e si trovano le lenzuola cifrate e lo spumante nel frigo, e, soprattutto, una nuova casa. Arrivederci in autunno: appuntamento con una casa, una casa d´appuntamenti. Naturalmente, come direbbe quel citatore di barzellette, terremotati o no, bisogna aiutarsi almeno un po´: comprare almeno il proprio biglietto.
Così spiegato insuperabilmente il regime italiano, mi resta da segnalare ”ma ci avrete già pensato, a questo punto- la sua intima relazione col famoso tema della meritocrazia. Questo è il nuovo mondo della meritocrazia. Basta nepotismi, raccomandazioni, promozioni di preferite a ruoli televisivi e ministeriali, collusioni e collisioni di interessi immobiliari e notti calde e docce fredde. avanzi di un Sessantotto che non vuole passare. Quisque faber fortunae suae. Ve lo dice uno che si è fatto da solo. Uno fatto come noi, ma molto di più. Avanti il prossimo. Però, almeno, comprate il biglietto.