Eleonora Della Ratta, Il Sole-24 Ore 10/8/2009;, 10 agosto 2009
A CACCIA DI TREND PER PROFESSIONE
Cosa indosseremo tra tre anni, se avremo la frangia o le trecce, le collane di corallo o una casa interamente arredata di viola è, per i più, un mistero. I più attenti possono prevedere al massimo le tendenze delle prossime due stagioni. Chi invece sa - e secondo alcuni decide - cosa proporrà il mondo della moda, del design, della cosmetica e, addirittura, del food è il cool hunter . Professione nata nel mondo anglosassone, la figura del cacciatore di tendenze sta prendendo sempre più campo anche in Italia. Alla fine degli anni 90 erano una decina, oggi è difficile contarli: «Esistono tre o quattro istituti specializzati in ricerca, come il Future concept lab di Milano, a cui si affiancano professionisti della moda e free lance- spiega Marco Pedroni, dottore in ricerca dell’Università Cattolica che ha raccolto le indagini sul settore in un volume di prossima uscita («Cool hunting. Il mestiere di intercettare la distinzione ») - . In realtà il cool hunter non è un giovane globetrotter armato di macchina fotografica: spesso si tratta di stilisti, web buyer, architetti, designer, ma anche psicologi e antropologi che mantengono la loro professione e contemporaneamente lavorano a report per scovare le nuove tendenze ». Le imprese italiane si affidano sempre di più al lavoro di ricerca dei cacciatori di tendenze che devono sapere documentare i trend emergenti e aiutare a capire verso quale strada ci si deve muovere: «Spesso ci si affida a dei corrispondenti nelle città considerate " laboratori", dove nascono nuove culture - sottolinea Pedroni- e alla professionalità di cool hunter che si sono specializzati in un metodo di ricerca applicabi-le ai diversi settori ». Basta pensare a una tendenza attuale, come l’attenzione verso tutto ciò che è ecosostenibile: calzature e abbigliamento prediligono fibre naturali, i menu riscoprono la cucina genuina, l’architettura propone costruzioni e arredamenti a basso impatto ambientale, gli accessori ricordano i materiali naturali. Come denominatore comune c’è un un’unica tendenza: l’attenzione verso l’ambiente.
I luoghi dove si muovono i "cacciatori" sono diversi: da quelli classici - come alcuni quartieri di Londra, Milano, Parigi e New York - , ai nuovi Paesi all’avanguardia per originalità e creazione di mode spontanee come Brasile, Cina, India e Giappone. A questi si affiancano le "città di frontiera", ovvero i tessuti urbanistici di confine come il nord Europa, porta di accesso all’est europeo, e quelli in cui si incontrano più popolazioni e vi è una forte contaminazione multiculturale. Per capire bene cosa c’èeffettivamente di nuovo, però, si deve conoscere a fondo la cultura di quel Paese, per non rischiare di scambiare per originale quelle che in realtà è solo diverso dai propri canoni: da qui la richiesta da parte delle maggiori agenzie di cool hunting di affidarsi a professionisti del posto, oppure a persone che vivono da molto tempo in una città.
Una professione, secondo gli addetti ai lavori, non adatta a tutti: «Ci vuole preparazione e metodo, ma soprattutto un talento naturale- sostiene Lo Presti, interior designer specializzato in cool hunting - . Si tratta di avere tanto spirito di osservazione e una buona dose di intuito, creatività e fiuto». Spesso ci si avvicina da strade diverse, lavorando nel design piuttosto che nella comunicazione o nella consulenza di immagine: « una nuova professione, in pieno sviluppo, che avrà un futuro soprattutto nei prossimi anni - spiega Lo Presti - . Le aziende sanno che per essere competitive non si deve copiare o "ispirarsi" alle tendenze dei maggiori brand, ma creare cose nuove, anticipando i tempi e seguendo progetti originali: da qui l’esigenza di affidarsi a un cool hunter, che sappia indicare la strada giusta da seguire». Gli strumenti che vengono utilizzati sono molti, diversi in base al settore. Oltre ad avere osservatori sparsi per il mondo, le agenzie di
cool hunting consultano riviste di settore, cataloghi di mostre o fiere e devono essere in grado di trarre da ciò che hanno visto le linee guida per un report che sarà la base di nuove creazioni.