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 2009  agosto 10 Lunedì calendario

IL SINDACO APRE I SUOI TESORI ALLE NOZZE D’AUTORE

«Vuoi tu, Mario Rossi, pagare 2.400 euro per sposarti nella sala del consiglio di Ca’ Farsetti a Venezia?». «Sì, lo voglio». Poco importa se parenti e amici non potranno venire, perché l’amministrazione comunale ha pensato anche a loro: pagando una cifra che può variare dai 120 ai 144 euro (a seconda che si prenoti online o sul posto), gli sposi possono assicurarsi il servizio di diffusione in diretta internet del matrimonio per rendere partecipi delle nozze anche i familiari lontani. Venti minuti (tanto dura la cerimonia) per dire sì in una location
prestigiosa, e i Comuni ringraziano: i matrimoni di lusso servono a coprire le mancate entrate dell’Ici e stanno diventando un business per le amministrazioni locali, tanto che a Venezia il Comune ha realizzato un sito internet (weddinginvenice. org) in italiano e in inglese con tutte le informazioni utili per i fidanzati che vogliono convolare a nozze «a due passi da Rialto», come si legge nella home page.
Punta sul web (sposamiaverona. it) anche l’iniziativa del Comune di Verona, che da qualche mese ha aperto le porte della casa di Giulietta ( e di altre sale prestigiose) agli sposi, con un tariffario dettagliatissimo: i residenti pagano una "tassa" di 600 euro, gli altri residenti in Italia 700, i residenti in Italia non comunitari 900, i comunitari non residenti in Italia 800 e i non residenti extracomunitari mille euro.
A Roma, invece, per celebrare i matrimoni nella sala Rossa del Campidoglio, nel complesso Vignola Mattei o a Villa Lais, pagano solo i non residenti: la wedding tax va dai 1.200 ai 1.400 euro a seconda che ci si sposi in orario d’ufficio o nei giorni festivi. Il Comune, però, ha previsto uno sconto del 70% per le coppie con redditi complessivi non superiori a 18mila euro. A Firenze i residenti pagano un massimo di 300 euro, mentre per i non residenti la tariffa massima è di 920 euro.L’ultima città ”in ordine di tempo – ad aver introdotto la tassa sui matrimoni di non residenti è Milano, dove si pagano 500 euro per celebrare il rito civile a palazzo Dugnani.
A Torino una convenzione siglata tra il Comune e il Museo nazionale del cinema dà la possibilità di pronunciare il fatidico «sì» sul terrazzo del colonnato esterno della Mole Antonelliana al prezzo di 2mila euro. Il primo matrimonio sulla Mole è stato celebrato appena due settimane fa, e adesso si aspetta il 5 settembre, quando anche il salone del Senato di Palazzo Madama si trasformerà in altare matrimoniale, allo stessa prezzo, senza distinzione tra torinesi e non residenti. La tassa non riguarda solo i matrimoni celebrati nei palazzi del Comune. A Brescia, per esempio, l’amministrazione ha deciso di mettere a disposizione degli sposi la sala del museo di Santa Giulia. Per 220 euro residenti e non residenti possono celebrare le nozze negli spazi museali e abbinare al matrimonio una visita esclusiva per tutti gli invitati.
A Lucca, invece, il Comune ha lanciato il progetto "Sì in villa. Matrimoni fuori dal comune", che permette di sposarsi in una delle cinque dimore storiche private che hanno fatto richiesta di partecipare al progetto. Il costo dell’utilizzo della villa è determinato dai proprietari, ma a questo importo va sommato anche quello che spetta al Comune per la celebrazione, e che va dai 300 ai 1.200 euro.
Anche a San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, l’amministrazione comunale punta sulle dimore storiche per fare cassa: la wedding tax parte da 300 euro per i residenti e arriva fino a 2mila per i non residenti che scelgono il palazzo Granducale.
Tariffe più contenute per chi si sposa a Vigevano, Pordenone, Sestri Levante, Riccione, Arezzo e Frascati, dove il Comune incassa al massimo 350 euro per ogni celebrazione. A Ferrara, per 254 euro, l’amministrazione si occupa anche del servizio fotografico, mentre per gli addobbi floreali e altri servizi aggiuntivi bisogna pagare 127,20 euro in più.
Ci sono, poi, Comuni che hanno fatto dei matrimoni il proprio marchio da esportare all’estero: a Sorrento, nel 2008, oltre 500 coppie (italiane, ma soprattutto straniere) si sono sposate nel trecentesco chiostro di San Francesco, al prezzo di 600 euro.