Elena, Lisa, La Stampa, 09/08/2009, 9 agosto 2009
DIETRO LE SBARRE PER STALKING: BOOM DI ARRESTI
Gli stalker invadono la vita delle loro vittime a ogni ora con sms e telefonate: più volte al giorno si trovano a passare «per caso» proprio dove l’oggetto delle loro attenzioni morbose vive e lavora. Si appostano sotto casa, lasciano messaggi sul cruscotto, bruciano il campanello, possono degenerare e diventare più diretti: se la vittima non subirà loro ricatti le rovineranno la vita e magari la uccideranno.
Da quando le norme sullo stalking sono entrate in vigore - il 25 febbraio scorso con un decreto legge si parla di una «piaga sociale». Gloria Manzelli, direttore del carcere di San Vittore, Milano, afferma che dietro le le sbarre sono in 40 - su 1450 detenuti- quelli rinchiusi per aver molestato e perseguitato qualcuno.
La media nazionale è di uno, due denunce o arresti al giorno. Per l’80 per cento i molestatori sono uomini. Anche se le donne, in quanto a invadenze insidiose e pericolose, non scherzano. La percentuale che le riguarda dal 10 è passata al 20 nell’arco di pochi mesi. Non che siano aumentati i casi. Semplicemente gli uomini non si nascondono più e raccontano, senza vergogna, di essere anche loro dei perseguitati.
Oltre il 50 per cento delle 8000 richieste d’aiuto arrivano dal Nord secondo i dati dell’Ons, l’osservatorio nazionale stalking. A Milano il fenomeno incide sul 21% della popolazione con telefonate (65%) o pedinamenti (30%). Per un 87% delle volte la vittima conosce l’autore, ma solo il 20% denuncia. Il 17% riesce a mostrare indifferenza, mentre il 30% vive stati di forte ansia, il 33% preoccupazione e il 20% soffre di disturbi del sonno.
Tra le regioni in testa la Campania, dove, dice l’osservatorio, il 22% del campione ha dichiarato di essere, o essere stato, soggetto di attenzioni invadenti e soffocanti. Nel Lazio 21%, in Lombardia il 20. In Veneto e in Piemonte il 19%, in Puglia 13, in Umbria 9 e nelle Marche 7. In sintesi, un italiano su cinque è, o è stato, vittima di stalking e l’anno scorso ben 36 omicidi hanno avuto come prologo telefonate insistenti, appostamenti, minacce.
Gli atti di stalking si assomigliano tutti: prima le telefonate, poi gli appostamenti più frequenti, sul posto di lavoro, sotto casa, ma anche davanti a quelle di amici e parenti. In caso di figli, gli stalker non risparmiano asili e scuole. I sintomi di quella che sarà un’escalation di follia, per psichiatri, criminologi, sono evidenti fin da subito.
Praticamente impossibile tracciare un identikit del «persecutore tipo»: «Ci ha chiesto aiuto un politico decisamente noto - dice Carmine Abbagnale, agente di polizia e segretario provinciale del Coisp, il sindacato di Polizia che collabora con l’Ons -, che è stato perseguitato durante la campagna elettorale. Aveva conosciuto un giovane avvocato donna ed era stato un po’ galante. Lei sembrava gradire, ma poi ha cominciato a tempestarlo di telefonate e a chiedergli soldi: diecimila euro. Altrimenti, diceva, avrebbe fatto scoppiare uno scandalo».