Massimo Numa, la Stampa 08/08/2009, 8 agosto 2009
GOICH CONTRO GLI USURAI: «MI HANNO DISTRUTTA»
Due verità contrapposte. Da una parte la cantante Wilma Goich che ha accusato di usura quattro torinesi; dall’altra i presunti usurai che si difendono: «Tutto falso», dicono. Avrebbero preteso 85 mila euro in cambio di 23 mila. Insomma, interessi da paura. L’unico arrestato, Antonio «Tony» dell’Aquila, 41 anni, fruttivendolo torinese incensurato, bloccato dalla polizia a Roma mentre si faceva consegnare assegni dalla sua presunta vittima, rilancia: «Usura? Ma non scherziamo. La signora Goich, che diceva di essere un’amica di famiglia, s’è fatta dare dei soldi senza poi volerli restituire». Antonio, dopo 48 ore di carcere (liberato dal gip di Roma), titolare di un banco di ortofrutta al mercato di corso Svizzera, si agita. Ha appena visto il Tg, la sua foto segnaletica, le accuse di usura ed estorsione. E ora nei guai sono altri tre torinesi: sua moglie, un barista e un commerciante.
Tony è nello studio torinese dei suoi legali di fiducia, Domenico Peila e Maurizio Bortolotto. Al suo fianco la moglie e la loro piccola. «La Goich era disperata, piangeva, piombava qui a Torino quando aveva bisogno di denaro. Molto spesso. E noi, per affetto e compassione, le davamo quello che si poteva, anche con l’aiuto di altre persone. Ci sentivamo onorati di avere rapporti con una come lei, un’artista, una Vip». Delusione e rabbia: «Piagnucolava: ”Adesso mi suicido, devo pagare questo, devo pagare quello, non ho un cent”». Una parte della somma, la cantante d’origine savonese nota per la canzone «Le colline sono in fiore», la restituiva con bonifici intestati a Dell’Aquila, mai coinvolto prima d’ora in storie simili, con assegni o contanti.
«Andavamo avanti così da mesi sino a quando lei non s’è fatta più viva. E pensare che era venuta al mercato, si era persino messa dietro al banco a vendere la frutta e la verdura. Ci aveva promesso di ”lanciare” nostra nipote nel mondo dello spettacolo e la bimba in pubblicità. Altro che conoscenti. Certo, l’abbiamo sollecitata a pagare ma senza minacce o violenze. Sino a quando Wilma mi ha prenotato un biglietto aereo per Roma, con la promessa di sanare i debiti. Arrivo in aeroporto, saliamo in macchina e lei tira fuori gli assegni di una finanziaria, intestati e lei e perciò inesigibili. Carta straccia. Poi mi piombano addosso i poliziotti di un commissariato. Io, al pm, ho raccontato tutto e mi hanno rimandato subito a casa». Gli avvocati Peila e Bortolotto: «Abbiamo presentato alla procura le nostre carte, le copie dei bonifici, le fotocopie degli assegni. No, non è un caso di usura, questo». E allora? «Forse un’amicizia finita in malo modo, aspettiamo la fine dell’inchiesta».
Già nel dicembre 2008, la cantante aveva denunciato una coppia, sempre per usura. Dell’Aquila: «Giocava sul suo nome famoso, credevamo fosse davvero una di famiglia, un’ amica. Le abbiamo persino fatto fare due concerti in un bar di corso Francia. C’eravamo solo io, mia moglie, i baristi, e lei. Una tristezza infinita».
Secca la replica di Wilma Goich: «Intanto non siamo amici, semmai conoscenti. Mi hanno prestato i soldi a tassi di usura. Ho tutta la documentazione, ora è nelle mani dei giudici. Mi minacciavano e mi hanno indotto a pagare interessi esorbitanti. Li ho denunciati perché sono stanca di vivere in questo modo, nella paura. Lancio un appello a tutte le persone nelle mie condizioni: andate con fiducia dalla polizia, è l’unico modo per liberarsi di un incubo». E i concerti? «Mai avvenuti». E il suo rapporto con la moglie del suo persecutore? «Inesistente. Gente che conosco poco, avevo bisogno di soldi, me li hanno presentati amici di Torino».