Antonella Scott, Il Sole-24 Ore 7/8/2009;, 7 agosto 2009
LA RABBIA DEGLI OPERAI RUSSI: «NAZIONALIZZATE AVTOVAZ»
«Che il salario dei lavoratori lo prendano i manager!». Le rassicurazioni di uno di loro, Serghej Chemezov amministratore delegato di Russian Technologies, non bastano più: Avtovaz manterrà la propria quota di mercato, tra il 25 e il 30%, garantisce. troppo tardi: i dipendenti della prima casa automobilistica russa ormai cercano lontano la via d’uscita dalla crisi economica, la trovano nel passato. E in una risoluzione in 12 punti approvata insieme al sindacato Edinstvo (Unità), decretano che gli impianti di Togliatti dovrebbero essere nazionalizzati. «Voce ai lavoratori!», è un altro slogan.
Sono arrivati in 5mila, secondo i sindacati, soltanto in 800 per le fonti della polizia che ha presidiato il raduno in quella che è stata la città della Fiat sul Volga, 900 chilometri da Mosca. Tra le fila dei dimostranti c’è da tener anche conto dei lavoratori venuti da altre fabbriche e- giravano voci- degli agenti dell’Fsb, i servizi, in borghese. «Il sindacato Unità- proclama il suo leader, Pjotr Zolotarjov - ha preso la decisione di chiedere la nazionalizzazione di Avtovaz. Che gli impianti appartengano allo stato, non ai privati».
Scommettendo sul futuro di quello che un anno fa appariva come il mercato dell’auto più promettente d’Europa, nel 2008 Renault ha acquistato il 25% di Avtovaz per 1,17 miliardi di dollari; un altro 25% appartiene alla banca di investimenti Trojka Dialogo, un 25% alla corporation statale di Chemezov- un gigante industriale che raccoglie più di 400 aziende - un ultimo 25% è in mano ad altri investitori privati.
Stremati da mesi di cali di produzione, di incertezza e ferie forzate, i dipendenti di Avtovaz accusano la dirigenza di «incompetenza » e «irresponsabilità sociale», e vogliono la resa dei conti. Forse contano sull’esempio di Pikaljovo, storia da manuale ormai in Russia: una protesta nel nord del paese subito ascoltata e risolta da Vladimir Putin, purché non dilagasse. Il primo ministro è andato sul posto, ha bacchettato in diretta tv i dirigenti delle fabbriche chiuse e ha ordinato di riaprire: la crisi, almeno sulla carta, si è sciolta nel nulla.
A Togliatti sarà più difficile usare la bacchetta magica: Avtovaz, che dà lavoro a più di 110mila persone ma, a partire dalle Lada, produce automobili che pochi russi davvero desiderano, è stata costretta dal calo della domanda a fermare più volte la produzione. In agosto gli impianti resteranno fermi, e dal 1° settembre gli operai riceveranno la metà dello stipendio (21.931 rubli all’inizio della crisi, 706 dollari), lavorando soltanto 20 ore la settimana. Avtovaz ha smentito l’intenzione di licenziare più di 27mila persone, ma chiede sacrifici. Nei primi quattro mesi di quest’anno, le vendite di auto nuove in Russia sono crollate del 44%, rispetto all’anno precedente: quelle di Avtovaz del 42 per cento.