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 2009  agosto 07 Venerdì calendario

OBAMA RIFORMA LE CARCERI PER IMMIGRATI


I 400 mila clandestini saranno sistemati in "strutture più umane"

Ora sono detenuti in 350 penitenziari pubblici e privati proliferati durante l´era Bush

NEW YORK - Non è ancora la nuova politica sull´immigrazione promessa da Obama, ma intanto è già una svolta radicale nel trattamento dei clandestini. Per rispondere alle accuse di violazioni dei diritti umani, l´America vara una riforma dei centri di detenzione. Con l´obiettivo di costruire un nuovo sistema «civile, aperto, trasparente, verificabile». La nuova tutela dei diritti dei clandestini ha l´impronta di Janet Napolitano, l´italo-americana che dirige la Homeland Security (superministero degli Interni) nell´Amministrazione Obama. Una donna che ha vissuto i problemi dell´immigrazione illegale molto da vicino quando era governatore dell´Arizona, uno degli Stati Usa confinanti con il Messico.
La riforma investirà tutti i 350 centri dove sono attualmente detenuti a rotazione 400.000 stranieri all´anno, accusati di avere violato le leggi sulla residenza negli Stati Uniti. Un sistema balcanizzato, che si appoggia a volte su carceri locali, altre volte su penitenziari di Stato, o anche su strutture gestite da società private. Questi centri hanno visto la propria popolazione triplicare sotto l´Amministrazione Bush, per effetto di un giro di vite contro i clandestini: in parte motivato con la lotta al terrorismo dopo l´11 settembre 2001, in parte per rispondere alle pressioni xenofobe in alcuni settori della destra repubblicana. Le organizzazioni per la difesa dei diritti umani hanno più volte denunciato gli abusi commessi in quei centri. L´American Civil Liberties Union ha trascinato in tribunale l´Amministrazione di Washington, accusandola di violazione delle stesse leggi federali. Diverse ispezioni ordinate dal governo le hanno dato ragione, riconoscendo una miriade di abusi gravi e ricorrenti. L´immigrazione clandestina non è un reato penale negli Stati Uniti bensì un´infrazione amministrativa. Negli ultimi anni tuttavia molti degli stranieri detenuti, in attesa del processo e dell´eventuale espulsione, sono stati sottoposti al regime penitenziario riservato ai criminali: stesse limitazioni alla libertà di movimento, stesso isolamento, le medesime punizioni per le infrazioni disciplinari. In alcuni centri sono state rilevate carenze nelle cure mediche, nell´accesso all´assistenza legale, nella qualità igienica e del cibo, nella possibilità di telefonare all´esterno. La stessa frammentazione delle strutture aggravava i disagi: i membri della stessa famiglia accusati di soggiorno illegale potevano essere divisi, spediti in località distanti fra loro migliaia di chilometri, con ulteriori difficoltà di comunicazione e di accesso all´assistenza legale. Una struttura penitenziaria è diventata tristemente nota: l´ex carcere di Stato di Austin, nel Texas, dedicato ad accogliere bambini. Un centro del tutto inadeguato per le cure dei minori, oggi non a caso il primo della lista fra quelli che vengono chiusi. Tutti i bambini da Austin verranno trasferiti al Family Shelter Care di Berks in Pennsylvania, una clinica specializzata.
John Morton, il direttore dell´Immigration and Customs Enforcement da cui dipende la polizia di frontiera, sotto l´autorità della Napolitano, ha dichiarato ieri: «Vogliamo garantire un sistema di detenzione civile che risponda a tutti i bisogni delle persone che vi sono ospitate». I costi della riforma saranno elevati. Per migliorare le condizioni di vita e garantire i diritti umani dei clandestini, il bilancio federale degli Stati Uniti dovrà accollarsi dagli 80 ai 100 dollari di spesa aggiuntiva al giorno per ogni immigrato. Nell´immediato questa riforma non inciderà sul numero dei clandestini sottoposti alla vigilanza. «Per ora – ha detto Morton – non variano le regole in base alle quali deteniamo o non deteniamo le persone. Quello che cambia, è il modo in cui le trattiamo quando sono detenute». Una riforma che affronti alla radice tutta la politica dell´immigrazione è in cantiere: dovrebbe aggiornare le regole ormai anacronistiche sui permessi di lavoro e sulla Green Card, il titolo di soggiorno permanente. Ma quello sarà un parto più difficile, per le divisioni che su questo terreno spaccano trasversalmente ogni partito.