Fulvio Milone, La stampa 4/8/2009, 4 agosto 2009
LE ARTI MARZIALI SALVANO IL PORTAFOGLIO
Non poteva finire in modo più umiliante la poco onorevole carriera di Eliseo Raciti, classe ”60, ladro della vecchia guardia che l’altro giorno, sotto il sole cocente di Roma, ha ringraziato i carabinieri che lo ammanettavano. «Meno male che siete arrivati, se no quelli mi ammazzavano», ha sussurrato con quel po’ di fiato che gli era rimasto dopo la lunga corsa per sfuggire ai suoi inseguitori e le botte prese. E che botte: una girandola forsennata di calci e pugni bene assestati da due cultori di taekwondo, turisti coreani figli di una donna che lo sfortunato Eliseo aveva tentato di derubare. «Ci siamo solo difesi: è un delinquente, ci ha minacciato con un coltello. Lo abbiamo inseguito e neutralizzato...», hanno spiegato i due in caserma. Eppure chi li ha visti in azione e ha chiamato i carabinieri era molto preoccupato: non per loro, ma per il ladro: «Due orientali stanno ammazzando un poveraccio, fate in fretta».
«In Corea tutti pratichiamo il taekwondo, è lo sport nazionale», hanno spiegato i bellicosi turisti dopo aver fatto la denuncia. Se lo avesse saputo, Eliseo Raciti probabilmente avrebbe scelto un altro obiettivo. Invece, l’altro ieri, ha notato un’anziana signora che aveva tutta l’aria di una innocua e sprovveduta turista che con il marito e tre figli si riposava nel giardino del Campidoglio. «Sembrava un colpo facile facile, la borsa era appoggiata su un muretto e così ci ho provato», ha spiegato a chi lo ha salvato ma lo ha anche arrestato. E così, con una mossa lampo ripetuta chissà quante volte, il ladro ha afferrato la borsetta e si è allontanato a passo lento, come se nulla fosse. Sperava che nessuno si accorgesse del furto, ma ha sbagliato i conti.
Due dei tre figli della derubata lo hanno visto e hanno tentato di agguantarlo. Ma si sono bloccati, perché Raciti li ha minacciati con un coltello. I turisti, però, non si sono dati per vinti. Dopo un attimo di esitazione si sono messi all’inseguimento del ladro che correva verso le strette vie del centro nella speranza di seminarli. «Abbiamo buone gambe, facciamo sport», hanno scherzato i coreani quando tutto è finito. Di certo il quarantanovenne Eliseo difficilmente sarebbe potuto sfuggire agli inseguitori. La sua corsa è durata poco: sfiancato dal caldo e dall’età, con il fiato corto, il ladro ha dovuto rallentare, e davanti al Teatro Marcello, a mezzo chilometro dal Campidoglio, è stato raggiunto dai coreani che gli sono saltati addosso.
A questo punto le versioni sono discordanti. Lui, il ladro, dice di essere stato pestato dai turisti che «sembravano belve scatenate». Loro, i derubati, insistono che Eliseo Raciti li ha ancora una volta minacciati: «Aveva il coltello, avevamo paura che lo usasse e così ci siamo difesi». Come? Con le armi potenti di cui erano in possesso: piedi e mani.
Il taekwondo è uno sport duro, i contendenti si combattono a calci e pugni senza esclusione di colpi. Figurarsi quando si è in due contro uno, e quell’uno è totalmente a digiuno di arti marziali. Eliseo è finito a terra in un attimo, dopo aver mollato la borsa, occupato solo a proteggersi. I passanti hanno pensato che fosse lui la vittima, e hanno chiamato il 112. intervenuta una pattuglia dei carabinieri che ha avuto un bel da fare per calmare i coreani. E ha faticato non poco per capire che cosa fosse accaduto, con i turisti che parlavano in modo concitato, mescolando la loro lingua con un inglese approssimativo. In caserma, grazie all’interprete, hanno raccontato tutta la storia e firmato la denuncia. In serata hanno lasciato Roma per continuare il loro viaggio in Italia. Eliseo è stato accompagnato al pronto soccorso di un ospedale dove i medici lo hanno riempito di bende e cerotti. «Confesso tutto. Arrestatemi, portatemi in prigione ma non fatemi più vedere quei due», ha pregato i carabinieri che, naturalmente, lo hanno accontentato.