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 2009  agosto 01 Sabato calendario

IL SINDACATO VOLTA LE SPALLE ALLA SPD


I metalmeccanici tedeschi lasciano libertà di voto per le elezioni di settembre

BERLINO – Per 146 anni, in patria o in esilio, i socialde­mocratici tedeschi sono stati il partito dei lavoratori. E dei sindacati. Da ieri sem­bra che non sia più co­sì. Berthold Huber – il capo dei metalmeccani­ci della Ig Metall, due mi­lioni e quattrocentomila iscritti – ha detto in un’in­tervista che alle prossime ele­zioni, il 27 settembre, la sua organizzazione non darà un’ indicazione di voto. E’ la pri­ma volta che succede: nel 2005, pur con molta ritrosia, il maggiore sindacato di cate­goria tedesco aveva detto di preferire la Spd. Per Frank-Walter Steinmeier, il candidato socialdemocratico che sta disperatamente cer­cando di recuperare sulla cancelliera Angela Merkel, è una nuova doccia fredda.

«Lo so che i rapporti tra la Spd e il sindacato sono stati storicamente molto forti – ha detto Huber alla Süddeut­sche Zeitung – ma ora sia­mo nel Ventunesimo Secolo. L’era in cui i sindacati posso­no dire ’vota per questa per­sona o quella persona’ sono finiti. La gente ha la sua te­sta. Dice ’lasciate che a quel­lo pensiamo noi’. Quindi non ci sono più raccomanda­zioni e pietre di paragone elettorali. Possiamo essere coinvolti sui temi. E lo faccia­mo ».

Il numero uno dei me­talmeccanici – sindacato forte non solo per numero di iscritti ma anche per i posti che detiene nei maggiori con­sigli di sorveglianza delle grandi imprese tedesche – parla pure di errori commes­si a suo parere dalla Spd, ad esempio l’innalzamento dell’ età pensionabile a 67 anni, la riduzione degli aiuti ai disoc­cupati e le riforme pro-mer­cato fatte nei primi Anni Due­mila dal governo di Gerhard Schröder.

La decisione di non schie­rarsi politicamente è innanzi­tutto una presa d’atto. Parec­chi iscritti alla Ig Metall vota­no per la Linke di Oskar La­fontaine, più a sinistra della Spd, per i Verdi ma anche per il centrodestra: secondo lo stesso Huber, «in Ba­den- Württemberg e in Bavie­ra abbiamo un numero relati­vamente ampio di membri che votano per l’Unione (i partiti cristiano-democratici della Cdu e della Csu, ndr). O il sei per cento degli iscritti al sindacato che scelgono l’Fdp (i Liberali, ndr)», con­tro un 40 per cento che prefe­risce i socialdemocratici.

Se vuole mantenere e allar­gare la sua base, il sindacato deve prendere atto della real­tà politica variegata dei suoi iscritti, dunque. Non c’è più l’omogeneità di classe tra l’operaio e i suoi rappresen­tanti politici. L’indifferenza partitica del vertice dei me­talmeccanici è però anche un colpo politico e psicologi­co al partito più vecchio di Germania e per molti versi dalla storia gloriosa.

Ieri, infatti, le parole di Hu­ber hanno mandato una scos­sa nella Willy Brandt Haus di Berlino. Steinmeier sta cer­cando in tutti i modi di risol­levare le sorti della Spd, la quale ha raccolto solo il 21 per cento dei voti alle elezio­ni europee di giugno e nei sondaggi è data 12-13 punti dietro all’Unione cristia­no- democratica.

Giovedì, il candidato della Spd aveva lanciato la sua squadra di governo, pronta a entrare nei ministeri nel ca­so improbabile che il partito vincesse il 27 settembre: no­ve donne e otto uomini (Steinmeier compreso), tra noti e sconosciuti, per batte­re Frau Merkel. Ma lo ha fat­to sotto la nuvola dello scan­dalo della ministra della Sani­tà socialdemocratica andata in vacanza in Costa Brava con l’auto blu e lo chauffeur di Stato. Si è così rafforzata l’impressione che qualsiasi cosa Steinmeier e il vertice Spd facciano vada male. Men­tre la cancelliera passeggia serena (si dice) per le valli dell’Alto Adige, i socialdemo­cratici danno l’idea di com­battere a vuoto contro un ri­sultato già scritto.

Il colpo portato ieri dai me­talmeccanici conferma que­sto senso di ineluttabilità. Tanto che, per mitigare la scelta, la Ig Metall si è sentita in dovere di chiarire che non è poi una svolta così grande: già nel 2005 non aveva dato indicazione di voto. In realtà – ha ricordato lo stesso Hu­ber – alle scorse elezioni il suo sindacato aveva stilato una classifica di preferenze e al primo posto era risultata la Spd. Ma quella era un’idea di ieri – ha aggiunto – per di più «senza effetto».