Lucio Cillis, la Repubblica 1/8/2009, 1 agosto 2009
C’E’ LA CRISI, L’ITALIA SCENDE DAL BUS
Gli spostamenti sui mezzi pubblici crollano del 18,7%, giù anche l´auto
Aumentano i disoccupati, si riducono i turisti E la mobilità cala dopo 5 anni
ROMA - La crisi economica colpisce duro anche gli spostamenti. Dopo sei anni di crescita, crolla la mobilità nel nostro Paese: il numero dei passeggeri-chilometro mostra una riduzione del 5,1% sul 2008. Se si guarda al numero di spostamenti, la caduta è superiore al 9%. E sono bus e metro a registrare il peggior risultato, con una perdita del 18,7%. A sorpresa l´auto, nonostante una discesa pesante del 5,7%, si conferma regina delle strade con un peso dell´84% sul totale dei mezzi di trasporto usati ogni giorno contro un risicato 11,5% messo a segno dal trasporto pubblico e il 4,7% delle due ruote.
Secondo i dati dell´Osservatorio Audimob diffusi dall´Isfort, nei primi sei mesi del 2009 il calo è dunque forte per tutte le modalità trasporto, anche se a farne le spese sono soprattutto bus e metro.
Gli italiani si muovono meno proprio per colpa della congiuntura, della progressiva erosione di posti di lavoro che ha lasciato molte persone a casa. Quando ci si muove per tratte di breve-medio raggio, allora la scelta ricade 8 volte su dieci sulle vetture e solo 1 volta su 10 si sale sui mezzi pubblici. il risultato del netto calo del prezzo dei carburanti che ha caratterizzato la prima metà dell´anno e che incoraggia i più pigri (soprattutto sui percorsi fino a 2 chilometri da casa) a mettersi al volante. Nel complesso vanno male anche la bici e la classica camminata a piedi, che sommati registrano una diminuzione record: la loro quota sul complesso delle modalità di spostamento è oggi al minimo storico del 19,5% mentre i mezzi motorizzati (moto, auto e bus) sono all´80,5%. Il record positivo del 28,1% è del 2004: in 5 anni la quota si è dimezzata.
Come spiega Carlo Carminucci, direttore scientifico di Isfort «la crisi è la principale causa di questo calo generalizzato della richiesta di mobilità. L´auto però, nonostante tutto, resta il mezzo più usato: una persona su tre preferisce salire sulla propria vettura piuttosto che andare a piedi anche nei tragitti brevi». Roba da anni del boom dell´auto, della grande motorizzazione degli anni Sessanta. La questione del trasporto pubblico, inoltre per il direttore di Isfort «tocca da vicino le metropoli industriali del Nord», Torino e in parte Milano. «La crisi fa sì, poi, che diminuisca anche il numero di turisti che visitano le città d´arte» come Venezia o Roma.
Marcello Panettoni, presidente di Asstra, l´associazione che raggruppa le imprese di trasporto pubblico locale, parla di «dati molto preoccupanti ma che purtroppo rispecchiano la generale crisi economica del Paese. Quello che ci lascia un gusto amaro in bocca è constatare come la crisi non abbia spinto gli Italiani ad usare di più i mezzi pubblici per i loro spostamenti, già di per sé diminuiti».
Il mezzo pubblico, come parziale consolazione, sale nella considerazione dei passeggeri quando si tratta di intraprendere percorsi impegnativi e superiori ai 50 chilometri. La distanza media percorsa, infine, è significativa. E´ pari a 12 chilometri, con gli italiani che preferiscono ormai vivere lontano dalle città anche a costo di dover percorrere tragitti più lunghi.