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 2009  agosto 03 Lunedì calendario

L’ALTO RISCHIO DEI PICCOLI CRIMINI


Buone notizie sulla sicurezza dei cittadini. Non c’è dubbio che i dati del ministero dell’Interno sui reati nel 2008 susciteranno stupore in quanti, nell’ultimo anno, ci hanno parlato dell’inarrestabile crescita della criminalità e nella moltitudine di italiani che hanno seguito con preoccupazione le cronache di giornali e televisioni.
 probabile, anzi, che alcuni riprendano in considerazione una vecchia ipotesi, avanzata da più parti nei dibattiti politici (anche dall’attuale presidente del consiglio, quando era leader dell’opposizione): che sia diminuita non la criminalità "reale", ma quella "ufficiale", non il numero dei delitti commessi, ma di quelli denunciati, perché gli italiani crederebbero sempre meno alla possibilità che chi ruba, rapina, truffa o violenta gli altri venga arrestato e condannato. Di certo, che quelli registrati dalle forze dell’ordine sono solo una parte dei reati compiuti.
Le indagini Istat ci permettono di dire che, a esempio, se nel 2008 i borseggi denunciati sono stati 123 mila, ve ne sono stati altrettanti (il cosiddetto "numero oscuro") che non risultano nelle statistiche, che restano nascosti, sommersi. Sappiamo però con certezza che questo numero oscuro non varia nel tempo e dunque possiamo dire che i dati del ministero dell’Interno sono davvero buoni perché indicano che l’anno scorso vi è stata realmente una diminuzione della criminalità.

A cosa è dovuto questo calo? facile prevedere che i partiti di centro sinistra e quelli di centro destra non resistano alla tentazione di contendersi il merito di aver raggiunto questo risultato. E invece, prima di lanciarsi in inutili dibattiti propagandistici, sarebbe bene che approfondissero l’analisi, allungando la prospettiva temporale. Guardando qualche serie storica, si accorgeranno subito che il 2008 non è stato un anno eccezionale, dal punto di vista dell’andamento della criminalità. La diminuzione del numero dei delitti commessi non è iniziata l’anno scorso, ma ben 16 anni prima. Fortissima è stata la flessione del tasso di omicidi, cominciata nel 1992 e durata ininterrottamente fino a oggi, toccando il punto più basso addirittura da secoli. Si pensi, per limitarsi all’ultimo periodo, che il numero di questi delitti è crollato da 1.916 nel 1991 a 627 nel 2007 e a 605 nel 2008. Questa straordinaria diminuzione è almeno in parte dovuta ai successi ottenuti dallo stato e dalle forze dell’ordine nella lotta contro la mafia, la camorra e la ’ndrangheta.
Un forte calo vi è stato anche per altri reati, per motivi del tutto diversi. Dal 1992 a oggi si è avuta una continua decrescita di tre importanti tipi di furto: di autoveicoli, di oggetti da auto in sosta e di scippi. La causa principale di questo mutamento è che essi rendono sempre meno, in termini pecuniari, a coloro che sono disponibili a commetterli.
Assai diverso è stato l’andamento di altri due delitti contro il patrimonio, commessi con metodi assai diversi: con il raggiro e la destrezza i primi (i borseggi), con la forza i secondi (le rapine). Anche essi hanno subito una diminuzione, dopo il 1992, che tuttavia è durata ben poco ed è stata seguita da nuovi, rapidissimi aumenti e da nuovi record. Nel primo quinquennio del nuovo millennio il loro numero ha toccato livelli mai raggiunti negli ultimi cinquant’anni. Il rischio che gli italiani, i turisti che visitano il nostro paese e anche gli immigrati extra-comunitari vengano rapinati o borseggiati è oggi davvero molto alto. difficile dire se la diminuzione del 2008 costituisca l’inizio di una inversione di tendenza o non sia invece una semplice pausa, presto seguita da una nuova crescita, come è successo più volte nell’ultimo quindicennio. certo però che, anche se fosse vera l’ipotesi ottimistica, ci vorrebbero moltissimi anni prima di veder tornare il numero di questi due reati, che tanto allarme hanno creato e creano nella popolazione italiana, al livello dei (da questo punto di vista) felici anni Sessanta.