Flavia Amabile, la stampa, 04/08/2009, 4 agosto 2009
Porta i "pazienti" a giocare con i mammiferi marini. "Bastano venti minuti per trovare la gioia di vivere"- SALERNO- Raffaele Aiello, 42 anni, capitano di lungo corso specializzato in meteorologia e oceanografia, usa il golfo di Salerno come una riserva di felicità per chiunque ne abbia bisogno
Porta i "pazienti" a giocare con i mammiferi marini. "Bastano venti minuti per trovare la gioia di vivere"- SALERNO- Raffaele Aiello, 42 anni, capitano di lungo corso specializzato in meteorologia e oceanografia, usa il golfo di Salerno come una riserva di felicità per chiunque ne abbia bisogno. Non chiede nulla in cambio, a parte il combustibile per la sua strana macchina alata, e regala un’avventura capace di donare a un bimbo disabile la voglia di vivere. Ci si può librare in aria per prendere le distanze dal mondo e andare ad accarezzare delfini e salutare tartarughe, seguire le meduse e ascoltare il silenzio. Tutto è iniziato sei anni fa nel mese di novembre, mentre Raffaele seguiva un cucciolo di delfina da alcuni giorni, cercandola all’interno della macchia scura del banco di delfini a pelo d’acqua. Lei era sempre attaccata alla mamma, ancora incerta come ogni piccola, ma anche curiosa. Lui continuava a ronzarle intorno a bordo di uno strano apparecchio, un gommone volante: ali da deltaplano su un tender di barca. La raggiunse facendo il ”volo del fenicottero”»: spense il motore e iniziò a planare come un gabbiano sulle correnti d’aria fino a fermarsi dolcemente sull’acqua. Il banco non scappò e le femmine, addette al controllo territoriale, addirittura si avvicinarono, mentre la cuccioletta spuntò da dietro alla sua mamma e si avvicinò alla prua. Forse la scambiò per un compagno di giochi e la accarezzò. Raffaele rimase in silenzio, mentre il fotografo scattava come impazzito. La piccola delfina era dal suo lato, Raffaele non ci pensò due volte: d’istinto tese la mano verso di lei. Le restituì la carezza. Sono passati sei anni, la delfinotta è cresciuta, Raffaele le ha anche trovato un nome, Peggy. «Da allora, ogni volta che ammaro, è la prima a venirmi a salutare - racconta. Se non ci fossero le foto uno stenterebbe a immaginare che dei delfini se ne vadano in giro indisturbati, tranquilli tra Positano e Palinuro. «Ormai ho avviato un censimento. In zona vi saranno una sessantina di esemplari. Una ventina di stenella, bianchi e più estroversi. Gli altri sono i furone, più aggressivi. Ma incontro anche squali, mante, raie, meduse dagli strani colori e tartarughe», precisa Raffaele. Un acquario nel suo ambiente naturale, a stare a sentire lui. E siccome gli acquari vanno visitati, ha avuto un’idea: portare disabili a bordo del suo gommone volante per una seduta di psicoterapia tra cielo e mare. Ha iniziato fermando i suoi ”pazienti” per strada quando li incontra. «Scusa, ti va di volare?», chiede. Ne ha convinti a decine così: giovani senza braccia e senza gambe, ragazzi autistici. Il passaparola ha fatto il resto, ora lo chiamano le associazioni per prenotare un volo. Qualcuno arriva anche attraverso il suo sito www.flyingdolphintherapy.com, come dire la delfinoterapia in volo. O si fanno avanti da soli quando lo vedono su una spiaggia con il suo gommone volante. E non è detto che siano disabili, Raffaele porta chiunque abbia bisogno di starsene per un po’ fuori dal mondo. La prima seduta in genere è breve: si resta in aria per una ventina di minuti, lui e il bambino perché sul gommone volante c’è spazio soltanto per due. «Raffaele quanto vuoi?», gli chiedono i genitori dei ragazzi. «Niente» risponde Raffaele. Allora, la volta successiva, chi decide di volare ancora, arriva carico di taniche di benzina per pagare almeno il carburante