Emilio Gioventù, ItaliaOggi 4/08/2009, 4 agosto 2009
RUTELLI, STOP AI TURISTI PER CASO
Turisti per caso. Li chiamano così quelli col finto turbante in testa, sandali e calzettoni lunghi affondati nelle dune dei deserti o sulla groppa dei cammelli. Li chiamano così quelli che all’estate a cinque stelle preferiscono la cosiddetta avventura dura e pura. Quelli che qualche volta finiscono anche in prima pagina perché il pacchetto tuttoincluso qualche volta prevede pure un imprevisto, ma prevedibile, rapimento. Insomma, quelli tipo quei cinque turisti italiani che appena un anno fa furono rapiti e poi rilasciati al confine tra Egitto, Sudan e Ciad. Ecco, a loro c’è chi promette vita dura perché la vacanza avventurosa sarà pure bella, ma quando c’è da tirarli fuori dai guai sono sempre rogne. Basta avventura, è ciò che promette il Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica presieduto in questa legislatura da Francesco Rutelli, che propone un’assicurazione obbligatoria che risarcisca le spese di liberazione. Linea dura che l’organismo parlamentare ha reso pubblica nel rapporto annuale trasmesso alle presidenze delle Camere lo scorso 30 luglio.
Nel documento il comitato presieduto da Rutelli fa riferimento a una lettera indirizzata il 23 ottobre 2008 al ministro degli Esteri e all’autorità delegata per la sicurezza della Repubblica centrata proprio sul tema dei sequestri degli italiani all’estero. In pratica, il Copasir nella missiva invita a riflettere sulle possibili misure «che potrebbero contribuire a ridurre i rischi di sequestro». Misure toste. Il comitato è convinto che «la responsabilità dei singoli cittadini appare l’elemento decisivo su cui concentrare l’attenzione in sede preventiva». Di qui la lotta al turismo fai da te: «Occorre dissuadere con strumenti più penetranti quei nostri connazionali che, per scegliere viaggi avventurosi e insicuri, mettono a rischio la propria incolumità e quella dei funzionari preposti alla sicurezza chiamati a intervenire», determinando tra l’altro «la necessità di fronteggiare spese di ordine logistico a carico della collettività».
Non soltanto, per il Copasir i rischi maggiori sembrano altri ovvero «l’insorgere di situazioni critiche per lo Stato sul piano delle relazioni politico-diplomatiche». Per far fronte a tutto ciò, ecco che il comitato sollecita «un obbligo generale di assicurazione da parte di tour operator e agenzie per quanti si rechino in aree nelle quali si riscontrino rischi di sequestro», nei fatti «l’assicurazione dovrebbe coprire le spese sostenute anche da organismi pubblici, in conseguenza dell’avvenuto sequestro e per le esigenze di intervento che ne derivano».
Una cosa sulla quale per il ministro degli Esteri, Franco Frattini, si può ragionare a patto «che non può essere colpita la libertà individuale dei cittadini». Però l’assicurazione si può fare, ma «distinguendo il caso dei rischi prevedibili da quello dei rischi imprevedibili». Per questo secondo caso, secondo il governo «si potrebbe prevedere la costituzione di un fondo da cui ricavare le risorse finanziarie per gli interventi che si dovessero rivelare necessari».