Francesca Paci, La Stampa 4/8/2009, 4 agosto 2009
Jerry Taylor, lei è membro della Associazione internazionale dell’economia per l’energia: qual è la sua verità sulle previsioni della Iea? «Storicamente, le proiezioni di tutte le agenzie, dalla Iea alla Cia, come delle banche sono risultate nel tempo sempre orribilmente sbagliate
Jerry Taylor, lei è membro della Associazione internazionale dell’economia per l’energia: qual è la sua verità sulle previsioni della Iea? «Storicamente, le proiezioni di tutte le agenzie, dalla Iea alla Cia, come delle banche sono risultate nel tempo sempre orribilmente sbagliate. Ora si valuta che il 35% del petrolio sia in giacimenti conosciuti e operativi, e il 65% in riserve non sfruttate. Ma se le innovazioni tecnologiche combinate con la convenienza economica portassero dal 35% al 40% la percentuale di greggio lavorabile sarebbe come aggiungere due Arabie Saudite al lotto dei produttori». Quindi non si può prevedere la velocità e la qualità dei miglioramenti nella tecnica del processo estrattivo? «Proprio perchè le variabili sul tappeto sono imprevedibili nei loro effetti. Una, per esempio, è il crescente utilizzo del gas naturale. E che impatto avranno le migliorie nelle fonti alternative, dal vento al sole? «Se il petrolio è la base per i trasporti e le fonti energetiche pulite danno elettricità, nessuno può dire oggi quando e in quale misura il gas e l’energia verde diventeranno convenienti e alternative alla benzina, incidendo sul consumo e sul livello delle scorte di greggio. In un secolo c’erano stati finora sei grandi cicli di alti e bassi nei prezzi, e ora siamo nel settimo. Ogni volta è emersa la paura della fine, ma in realtà c’è sempre stata solo la sottostima della capacità dell’uomo di regolare con con i prezzi e le innovazioni, il fabbisogno crescente di energia». /