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 2009  agosto 04 Martedì calendario

Zaccheo Vincenzo

• Latina 10 maggio 1947. Politico. Eletto alla Camera (An) nel 1994, 1996, 2001. Ex sindaco di Latina (centrodestra, eletto nel 2002 e 2007), si dimise il 15 aprile 2010 dopo che Striscia la notizia aveva mandato in onda conversazione pubblica ”rubata” in cui sembrava dire a Roberta Polverini, appena eletta presidente della Regione Lazio, «non ti dimenticare delle mie figlie» e «soprattutto, ti prego, non appaltare più a Fazzone» (riferimento al coordinatore provinciale del Pdl. In seguito una perizia appurò che la trascrizione della parte in cui pareva raccomandare le figlie non era corretta: «[...] La sera del 14 aprile, ”Striscia la notizia” racconta una storia che fa il giro del Paese. Un video e un sonoro incisi la sera del 29 marzo mostrano i festeggiamenti per l’elezione di Renata Polverini a governatore del Lazio. Le immagini sono nitide. Le accompagna un banner che trascrive il contenuto di ciò che si ascolta, sia pure tra il rumore di fondo. Siamo a Latina. Zaccheo abbraccia e bacia con affetto la Polverini, le ricorda l’impegno personale che ha profuso nella sua campagna elettorale per recuperare i voti della provincia e delle isole pontine (’Sono andato a nuoto per te. So’ andato a Ponza… So’ andato a Ventotene a prendere 57 voti”). Quindi, il passaggio chiave. Zaccheo: ”Il sindaco di Ventotene ti aspetta… Poi, ho fatto: non ti dimenticare delle mie figlie!” E la Polverini: ”No, no. Stai a scherzà? Poi, io domani mi faccio il calendario. Mi faccio un giro…”. Zaccheo: ”E soprattutto, ti prego, non appaltare più a Fazzone”. ”Non ti dimenticare le mie figlie”. Lo scambio che propone il sindaco tra il suo impegno e il futuro delle figlie è insostenibile. Così come l’inimicizia politica dichiarata con il senatore Claudio Fazzone, coordinatore provinciale del Pdl, uomo di Berlusconi, ma soprattutto padrone assoluto di quel comune di Fondi che nell’autunno 2009 è riuscito a non far commissariare dal Governo nonostante una conclamata infiltrazione mafiosa. Il giorno successivo il servizio di ”Striscia”, il consiglio comunale, con le dimissioni dei consiglieri di maggioranza (centro-destra) e di opposizione, sfiducia di fatto Zaccheo. Che si chiude in un silenzio impenetrabile. Il suo avversario, il senatore Claudio Fazzone, chiosa: ”Provo pena e vergogna per lui”. Sembra debba finire qui, ma qui non finisce. In quel video e intorno a quel video c´è qualcosa che non torna. indubbiamente curioso che siano passate quasi tre settimane tra il momento in cui è stato girato e quello in cui viene mandato in onda da ”Striscia”. altrettanto curioso che, la settimana prima del 14 aprile, alcuni consiglieri comunali di maggioranza siano stati invitati da Fazzone a depositare riservatamente da un notaio le loro dimissioni ”preventive”, nell’ipotesi che Zaccheo (allora ancora sindaco) non avesse accettato le sue indicazioni sull’architettura del bilancio comunale. singolare che, il 15 aprile, ”Striscia” torni sul video trasmesso il giorno precedente per sostenere che Zaccheo potrebbe anche non aver detto la frase incriminata, ma qualcosa del tipo ”Ricordati di vedé Fini”. Appare, soprattutto, incongrua la risposta che la Polverini dà a Zaccheo dopo aver ascoltato l’asserita raccomandazione per le figlie (’Mi faccio il calendario… Mi faccio un giro”). Una delle due figlie dell’ex sindaco, Valentina Zaccheo, è un avvocato (l’altra è una studentessa). Chiede a ”Striscia” copia del girato del 29 marzo, anche se ottiene soltanto il dvd con la puntata che è stata trasmessa il 14 aprile. Quindi, dispone una perizia giurata sulle immagini e il sonoro. L’esame fonico stabilisce che Zaccheo non ha pronunciato la frase ”non ti dimenticare le mie figlie”. Zaccheo ha detto: ”Non ti dimenticare degli impegni”. La trascrizione andata in onda è dunque una manipolazione. Dice [...] l’ex sindaco: ”Io non so chi ha voluto farmi fuori in questo modo. Ma sono abbastanza certo del perché. Perché ho sempre combattuto chi fa politica con metodi mafiosi. Aggiungo una cosa: prima di quel video ho saputo di essere stato pedinato per mesi. E a farlo non sono state né le forze dell’ordine, né la polizia giudiziaria. la dimostrazione che questa operazione rispondeva a un disegno politico”» (Carlo Bonini, ”la Repubblica” 3/6/2010) • Odiatissimo da Giuseppe Ciarrapico, che cercò di opporsi in ogni modo alla sua rielezione: «[...] avevo già deciso che, qualunque fosse stato il risultato, per Vincenzo Zaccheo sarei diventato il peggiore degli incubi. Gli scatenerò contro la più formidabile campagna stampa che si ricordi. La mattina deve svegliarsi con un solo pensiero: cosa avrà scritto, quello, contro di me? Io non so scrivere al computer, ma alla mia stenografa detto che è una meraviglia. Prendo il sole in barca, e detto. Sto in macchina, e detto. Detterò sempre. [...] è stato un sindaco comico, indegno per Latina. Una città che io, in un posto segreto dentro di me, continuo a chiamare Littoria...» [...] Faccio quello che mi ordina il cuore. Questo Zaccheo è stato un disastro. Ha fatto cento annunci: vi regalo il porto! Vi costruisco il nuovo palazzo di giustizia! Ma poi sa quale è l’unica cosa che ha costruito? [...] La pista ciclabile. Storta, per giunta [...]» (Fabarizio Roncone, ”Corriere della Sera” 29/5/2007).