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 2009  agosto 01 Sabato calendario

LAMPADINE, SI CAMBIA L’ITALIA ANTICIPA LA RIVOLUZIONE VERDE


Sugli scaffali ormai solo basso consumo

La Ue obbliga la sostituzione totale entro il 2012 E per il futuro si svilupperanno i led
Gli esercenti hanno già rimpiazzato i vecchi 100 watt con quelli imposti dal primo settembre

ROMA - Cambia la luce dal primo settembre e non è questione di stagione, di sole infuocato o nuvole in arrivo. Per amore e per forza, per voglia di risparmio ed ecologia, per legge e mercato, da quel giorno muterà il modo di guardare agli oggetti e l´illuminazione in case e uffici. Perché cambierà la luce, da incandescente a fluorescente, grazie a lampadine ecologiche divenute "obbligatorie", che durano dieci volte di più, consumano e inquinano otto volte meno.
Dal primo settembre, infatti, in base alla direttiva europea che premia il risparmio energetico, non potranno più essere vendute le vecchie lampadine a incandescenza. Si parte con quelle da 100 watt. Dal primo gennaio spariranno quelle da 75. Poi si arriverà alla progressiva e totale estinzione del genere dagli scaffali, nel 2012. Il tutto in favore di bulbi ecologici a basso consumo fluorescenti che durano anche 15 mila ore o di led, i diodi ad emissione luminosa simili a spilli dalla capocchia colorata, capaci di illuminare 50 volte più a lungo di quelle trazionali, con costi elettrici iper-ridotti. Loro, i led, sono il futuro dell´illuminazione, dicono gli esperti. Oggi restano ancora troppo costosi (anche 30 volte le classiche lampadine old style) e soprattutto non possono essere utilizzati sulle vecchie lampade a meno di non modificarne gli attacchi.
Si cambia, cambiano le luci anche per respirare meglio. Perché, raccontano i dati europei, quando tutti avranno abbandonato le vecchie lampadine il risparmio energetico si tradurrà in dieci centrali da un gigawatt in meno in Europa, una in Italia. Con conseguenti minori emissioni (se a carbone) di 60 miliardi di tonnellate annue di anidride carbonica.
A goccia, oliva, o tortiglione. A sfera, peretta o tubolare, ogni anno sono 200 milioni le lampadine vendute in Italia, punti luce che raccontano come cambiano consumi e costumi nostrani, sempre più rivolti a un taglio dei bilanci familiari e una vena ecologica per un mondo meno inquinato. Tendenze raccolte dal mercato, tanto è che le grandi aziende si sono messe in regola prima del tempo. E così all´Esselunga, dove per essere ecofriendly già usano confezioni riciclate, a settembre spariranno tutte le lampadine vecchio stile facendo spazio a quelle ecologiche che già ora rappresentano il 36% del loro mercato luminoso. La Coop, che già nel 2008 aveva messo in vendita una quota di lampadine ecologiche pari al 71% del totale, passa al 96 entro quest´anno, visto che il settore cresce tanto da rappresentare ormai il 56% degli incassi elettrici. Mentre Auchan porterà la luminosità ecologica all´80% di presenza nei suoi supermercati, e sugli scaffali ha messo anche un faretto che a suo dire purifica l´aria, grazie a un duplice effetto ionizzante e fotocatalitico.
Cambiano costumi e consumi anche grazie a chi, come Legambiente, da anni si batte per il risparmio energetico. «Ci guadagna anche il singolo. Una lampadina ecologica fa infatti risparmiare in media 15 euro all´anno a bolletta, e dura dieci anni...», sottolinea Andrea Poggio. Ma non è tutto oro quello che luccica. «Le nuove lampadine sono veri propri elettrodomestici e richiedono smaltimenti dedicati visto che contengono anche dosi di mercurio». Il problema è che in Italia, a differenza di tutti gli altri paesi europei, non è prevista la riconsegna di quelle usate dove si acquistano le lampadine nuove, denuncia Legambiente. «E così tutto è demandato al consorzio Ecolamp che, pur raccogliendo un milione e duecentomila chili di lampadine, ammette di riuscire a intercettare solo il 20 per cento dei consumi dei privati che, per pigrizia o distrazione, le gettano con i normali rifiuti». Fari che così finiscono nella spazzatura inquinando. Loro, luci, nate per consumare meno energia e rendere il mondo più pulito.