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 2009  agosto 03 Lunedì calendario

Obama e la ”rivoluzione dei piatti” - C’è un’America ”bodybuilding”, quella delle palestre climatizzate, dei muscoli tonici, dei personal trainer, del culto per il corpo quasi ossessivo

Obama e la ”rivoluzione dei piatti” - C’è un’America ”bodybuilding”, quella delle palestre climatizzate, dei muscoli tonici, dei personal trainer, del culto per il corpo quasi ossessivo. La si trova soprattutto nelle due coste Est e Ovest, tra l’élite della cittadinanza. E poi c’è l’altra america, molto più numerosa, e per il Governo molto più cara. Sono l’enorme stuolo di obesi che si annida in percentuali preoccupanti tra le classi meno abbienti. Due terzi della popolazione, un bambino su cinque. Questa umanità è stata l’oggetto di una grande conferenza sull’obesità tenutasi a Washington, organizzata dai centri federali per la prevenzione e controllo delle malattie. Obama ha fatto della riduzione delle spese mediche il perno della riforma del sistema sanitario e questo simposio intitolato Il peso della nazione ha toccato il cuore delle preoccupazioni governative. Secondo lo studio pubblicato dall’Institut RTI International, il costo delle malattie legate all’obesità è raddoppiato in 5 anni, raggiungendo la cifra astronomica di 147 miliardi di dollari l’anno, molto lontani dai 93 miliardi utilizzati per combattere il cancro. Nel frattempo il tasso di obesità è aumentato del 37% e oggi rappresenta il 9,1% delle spese sanitarie. L’amministrazione Obama ha deciso di prendere il toro per le corna. I miliardi di dollari che il Congresso ha sbloccato nel progetto di rilancio economico saranno utilizzati per una vera ”rivoluzione dei piatti”, di cui l’America ha bisogno quanto la nuova rivoluzione energetica verde. I progetti di riforma del sistema sanitario (la cui svolta epocale sarebbe la copertura sanitaria nazionale) comprendono importanti iniziative contro l’obesità. Le scuole dovranno fornire pasti leggeri e salutari agli studenti, soprattutto frutta e verdura. Thomas Frieden, presidente del centro prevenzioni malattie, ha riproposto la tassa sulle bevande zuccherate, già un tempo avanzata dal sindaco di New York. Un’idea che allora si è scontrata con le lobby dell’industria delle bevande.