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 2009  agosto 02 Domenica calendario

ANCHE STAVOLTA FAREMO DA SOLE

La pillola abortiva Ru486 può essere usata, ma gli utilizzatori, ossia chi la ingurgita e chi la prescrive, saranno scomunicati. Saranno automaticamente fuori dalla comunione. Uomo, anche donna, avvisato mezzo salvato. Approfondimenti, spiegazioni, controversie, frenesie appaiono come ami con succulente esche per l’appetito di chi vuol lasciarsi coinvolgere. In realtà non è cambiato nulla di nulla. Il diritto canonico non riconosce alcuna differenza tra aborto chirurgico e aborto farmacologico. Erano scomunicati prima, saranno scomunicati poi. La scomunica è un buono strumento di condanna perché contiene la severità, la precisione, la profondità, l’assolutismo che assomiglia alla carcerazione «fine pena mai» o addirittura alla pena di morte. Se l’aborto è un omicidio, l’autorità ecclesiastica impartisce la propria pena adeguata. In questa ottica faremmo volentieri a meno delle disquisizioni scientifiche a pera che nascono da cervelli mutilati dell’obiettività. Si scatenano e si accavallano scomposti i pro e i contro al mifepristone enunciati da politici, religiosi, bioquì e biolà. La conoscenza scientifica, la statistica, la clinica, non hanno bisogno di interpretazioni. A loro modo assomigliano al diritto canonico. Esistono delle cifre, dei numeri, dei dati ben consultabili da chiunque. E i numeri non sono interpretabili. Sono dei macigni inscalfibili. La scienza onesta non nasconde risultati negativi, probabilità accurate di rischio che possono e devono valere per ogni uomo onesto. Certo è che, una volta di più, tutto avviene sulla pelle nostra. Sulla pelle delle donne. E sul nostro animo. Ma il coraggio a noi non manca. La nostra coscienza prenderà anche questa responsabilità sventurata e drammatica. E lo faremo senza l’aiuto di nessuno. Sole. Come siamo nate per tirare avanti questo mondo. Sole come moriremo.