Pietrangelo Buttafuoco, Panorama, 6 agosto 2009, pag. 55, 6 agosto 2009
PIETRANGELO BUTTAFUOCO PER PANORAMA, 6 AGOSTO 2009
Bellezze, acqua, cloro e sapone.
Tutta una vicenda di "amore e ginnastica" per dirla con Edmondo De Amicis. Con le ragazze agili, moderne e libere pure in acqua, che fanno il marameo alla massa molle dei maschi. E certo che poi c’è un richiamo erotico nella festa di popolo che accompagna il successo di Federica Pellegrini e Alessia Filippi, le signorinelle dei record. Niente di lubrico, per carità, ma nelle due nuotatrici dalle belle braccia imperlate di acqua e cloro si svela il ricordo ancestrale della femmina che si fa delfino. E’ il mammifero del mare blu Mediterraneo che accompagna il dio Dioniso, non dunque la stupida sirena che ammammalucca i naviganti, il delfino che disegna lo sbalordimento col muso e con il culetto, come fanno le ragazze quando in acqua guardano il tempo realizzato a fine gara. Certo che ci sono i muscoli e il sangue in testa. C’è l’ossigeno e poi, certo, anche le urla del preparatore. E il nuoto, l’arte amniotica per eccellenza, messo alla prova quale scienza cronometrica da queste ragazze così magnifiche, è pura energia. Certo che c’è la pienezza di vita in loro due, e questa sazietà di salute, celebrata gioventù, è quasi un programma politico. Nel riconoscerle belle e stelle abbiamo trasferito lo sguardo nel firmamento di un’Italia inconsueta. Quasi senza accorgercene, infatti, seguendo la linea del traguardo, abbiamo vissuto la vera rivoluzione: con Pellegrini e Filippi, e con loro tutte le altre ragazze che di questo Mondiale hanno fatto un sorriso, abbiamo scoperto campioni cui affidare finalmente l’abito di una femminilità senza cosmesi, l’eros senza il guasto del vizio e un’idea di donna, infine, senza l’obbligo di calendario. E certo che poi c’è da studiarlo questo mondiale appena archiviato. Perchè diventare una potenza mondiale in piscina non è un facile commercio studiato al tavolino del marketing, non è per intenderci il gioco del calcio con il suo corredo di isterie, ma il risultato di una fatica perfino militare. Amore e ginnastica dunque, con le ragazze che si fanno inseguire dai maschi a cui fanno mangiare la polvere o la schiuma. E poveri questi maschi allora: sempre patetici e impreparati, se perfino Francesco Totti, idolo ovvio e tale anche per la romanistissima Alessia Filippi (ribattezzata Pupona di Tor Bella Monaca) se la deve cavare con un messaggio e non con una più spiccia complicità. A portare alta la bandiera d’Italia pensano solo le fanciulle e adesso che le ragazze sono passate dal blocchetto di partenza al podio si sono consegnate al vero e indiscusso successo, quello tributato loro dai bambini a bordo vasca. La responsabilità sulle loro spalle, così tornite, è quella di tenere alto il livello. Infatti nessuna delle due, belle e perfino svestite, pare destinata alle stupidaggini delle star da provincia: niente Isola dei famosi (al contrario, pagando pegno, c’è caduto come inviato il campione di nuoto, il maschietto Filippo Magnini), niente contaminazione pop. Neppure coinvolte per le prossime edizioni di Annozero, al fianco di Michele Santoro. Anche in tema di business ce n’è quanto basta. Perfino il magheggio degli sponsor, infatti, in mano loro diventa allegria eversiva. Pellegrini, che è marchiata Mizuno secondo regolare contratto, per suo comodo ha indossato per esempio un body della Jaked. Non senza oscurarne il logo con un pennarello: giusto per non sembrare un bolide da parcheggiare ai box, oppure perchè il buon senso (e le ragazze sono di buon senso) non produce capricci. A Alessia Filippi, così gigantesca nel suo trionfo, ha smontato ogni divismo facendo dell’inchino da ribalta una capriola statica, quasi una fuga da fermo, un monumento palstico a uso delle messe in posa, insomma: un’icona definitiva. Dai tempi di Novella Calligaris non avevamo un nome e cognome da raccontare. Adesso abbiamo il raddoppio. A nessuna delle due potrà bastare lo stordimento del successo. E certo che c’è una lusinga erotica. E’ nel fragore e nel boato degli spalti. Dove c’è l’epica vi abita anche l’amorevole gioia di vederle vincere e poi ancora vincere. E’ l’essenziale patto d’amore tra il pubblico e le campionesse. Brave e bellissime anche Tania Cagnotto, tuffatrice e Federica Vitale, bronzo in acqua libera, ossia la maratona impossibile di nuoto fatta direttamente in mare. A Ostia per la precisione. Brave e bellissime, senza Photoshop. Acqua e sapone loro. Dovremmo dire acqua e cloro, tanto è forte il richiamo del recinto di vapore e spruzzi delle vasche. Questi mondiali, cominciati quatti quatti, tra le calure dell’ultimo luglio, sono riusciti al meglio, giusto perchè solo le ragazze, con uno stile femminile e perciò definitivo, hanno saputo accendere l’entusiasmo febbrile della competizione. Ancora più forte sarà l’urgenza di collezionare sfide. Sarebbero piaciute a Filippo Tommaso Marinetti, le due ragazze. Il genio creatore del Futurismo, in un aeropoema da golfo, ne avrebbe esaltato lo spettacolare dinamismo già nella tenuta: quei seni, appunto, attenti, come scolari davanti al signor maestro mentre questi detta loro il problema. E questi costumi e quelle cuffie e quegli occhialini da soldatini della siderurgia liquida sono fogge perfette, come nei quadri impressionisti, a uniformare i corpi ai missili. Turbine di potenza loro due, proiettili che scavano la trincea di gara, quasi come i meravigliosi "maiali" della X Mas, i gioielli d’incursione con cui, in un solo quarto d’ora, in guerra e in pace si celebrava la poesia dell’acqua e della velocità. Non si pensi a una blasfemia facendo questo paragone. E’ il lirismo più ardito in un’Italia bagnata dal mare per oltre il 70 per cento della sua superficie e però con numero di iscrizioni di barche al registro navale inferiore alla Svizzera, che di mare non ha una sola goccia. Ecco perchè tutto ciò è erotico. Perchè è eroico.