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 2009  agosto 01 Sabato calendario

APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 3 AGOSTO 2009

Avevano ragione i dalemiani quando, infastiditi dall’offensiva della maggioranza, replicavano che il leader maximo era stato frainteso. Guido Ruotolo: «Le ”scosse” ipotizzate da Massimo D’Alema erano politiche. Questo voleva dire, mica che escort e ”ragazze immagine” avrebbero costretto il presidente Berlusconi alle dimissioni. Avevano ragione i dalemiani perché, in attesa del botto su escort, puttane e cocaina, giovedì mezza Bari politica che conta, quella della maggioranza del governatore della Regione, Nichi Vendola, è stata visitata dai carabinieri mandati dal pm Desirèe Digeronimo». [1]

Cinque partiti del centrosinistra che governano la Puglia e il Comune di Bari sarebbero stati finanziati da alcuni imprenditori ricompensati con l’apertura di una corsia preferenziale nell’aggiudicazione di appalti pubblici: è questa la tesi formulata dal sostituto procuratore della Dda Digeronimo sulla base delle intercettazioni telefoniche raccolte dopo più di un anno di indagine, le stesse che hanno portato il 6 febbraio scorso alle dimissioni dell’allora assessore regionale alla Sanità e ora senatore del Pd Alberto Tedesco. [2] Virginia Piccolillo: «Lui dice che non c’è nulla di nuovo e le indagini non potranno che giovare alla sua posizione. Ma resta per lui ancora il sospetto di essere stato ai vertici di ”un’organizzazione criminale”». [3]

Ad aprile il pm aveva scritto di un sodalizio radicatosi «all’interno della pubblica amministrazione, tendente a condizionare le scelte della stessa allo scopo di perseguire i progetti illeciti che spaziano dallo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, alle forniture dei beni e servizi alle Asl, agli appalti nelle aziende ospedaliere pugliesi». [3] Giovedì i carabinieri si sono presentati nelle sedi di Pd, Rifondazione Comunista, Sinistra e Libertà, Socialisti Autonomisti e Lista Emiliano (dal nome del sindaco di Bari) per chiedere i bilanci dal 2005 ad oggi e la documentazione relativa ai «rapporti bancari intrattenuti con gli istituti di credito»: l’obiettivo è capire se e quando vi siano state erogazioni di denaro al centrosinistra da parte di alcuni imprenditori. [2]

La procura sospetta appalti in cambio di denaro o preferenze alle passate elezioni regionali e alle più recenti comunali con l’aggravante di aver favorito un’associazione mafiosa. [2] Le indagini potrebbero lambire uomini politici del centrosinistra di primissimo piano. Massimo Martinelli: «E non è escluso che alcuni di loro possano essere chiamati a deporre nelle prossime settimane come persone informate dei fatti. Esattamente come è accaduto ai primi di luglio per il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, che subito dopo la sua convocazione in procura decise di sciogliere la sua Giunta e di rinnovarla completamente». [4]

Vendola si difende parlando di «pezzi noti di verità». «Verità numero uno: c’è un’indagine fondata su una mole impressionante di documenti e intercettazioni che offre una radiografia del sistema sanitario durante gli anni del centrodestra. Imperversa la coppia Tarantini-Tato Greco. Sullo sfondo si vede il presidente Fitto, a sua volta indagato in filoni che riguardano la sanità. Siamo di fronte a uno scenario impressionante in cui il sistema delle ”protesi fetenti” genera l’illecito arricchimento di un mondo per finanziare il proprio stile di vita improntato a cocaina e prostitute». Vendola non può però far finta che non ci sia un altro filone: «C’è, è vero, e parte da Tedesco, è vero, un assessore che alla prima notizia di agenzia che riportava che era indagato si è dimesso». [5]

Tedesco nel frattempo è arrivato a Palazzo Madama grazie all’elezione a Strasburgo di Paolo De Castro. Enrico Fierro: « un politico di lunga militanza socialista ma con un occhio rivolto agli affari nella sanità pubblica. Fino al 2006 è stato infatti proprietario di ”Medical Surgery” e ”Aesse Hospital”, aziende passate nelle mani dei figli subito dopo la nomina ad assessore per evitare conflitti di interesse. Nel passato, Tedesco è stato anche socio di Gianpi Tarantini, il personaggio chiave dello scandalo escort-Berlusconi». [6] Antonio Latorre, senatore (dalemiano) del Pd: «Ho letto sull’Umanità , no, come si chiama, l’Unità, quel cesso di giornale, che Tedesco sarebbe stato un amico e socio di Tarantini. Quel povero Tedesco invece gli ha sempre fatto la guerra, a Tarantini». [7]

A fine maggio comparve davanti alla Digeronimo, che solitamente si occupa di malavita, Giacomo Valentino, numero due del clan Strisciuglio, il più importante a Bari, pentitosi da qualche mese. De Matteis & Foschini: «Parlano di racket e di droga, quando il capo della Squadra mobile, Luigi Liguori, gli chiede: ”Durante le elezioni come vi comportate?”. Valentino sorride e racconta. ”Io sono uscito a fine 2004 e so qualcosa delle elezioni regionali del 2005. C’era qualcuno che ci chiedeva i voti - dice, in sintesi - e noi davamo il nostro appoggio elettorale”». [8] «Ci pagavano per attaccare i manifesti - ha spiegato Valentino - ma soprattutto sponsorizzavano i nostri circoli ricreativi e li facevano risultare come circoli di partito e così potevano rimanere sempre aperti». [1]

Chi pagava? Valentino dice di non saperlo: «Era mio fratello che gestiva la cosa. Comunque mi sembra che erano quelli con il simbolo del sole». De Matteis e Foschini: «A quella competizione hanno il sole due partiti: i Socialisti autonomisti (un computer e dietro un sole) di Alberto Tedesco e il Partito socialdemocratico (Psdi) di Mimmo Magistro. I due movimenti a quelle elezioni corrono insieme, con un logo che raccoglie entrambi i simboli e quindi tutti e due i soli». Tedesco: «Io questo Valentino non so nemmeno chi sia. E poi se avesse fatto riferimento al mio simbolo avrebbe indicato il computer, che era in primo piano, e non il sole». [8]

Oltre a quelle ordinate da Digeronimo, giovedì a Bari ci sono state, «con una sincronia evidentemente studiata a tavolino», altre perquisizioni su ordine del pm Giuseppe Scelsi. Martinelli: «Le due indagini, in realtà, hanno un unico comune denominatore. Che ha le sembianze di Giampaolo Tarantini, lo stesso giovane imprenditore barese che portò la escort Patrizia D’Addario a cena dal premier, a Palazzo Grazioli, presentandola come una sua amica imprenditrice immobiliare. E proprio alla bionda e affascinante escort e al suo racconto della serata trascorsa a Palazzo Grazioli si deve il merito di aver fatto conoscere in tutta Italia la portata dello scandalo sanitario pugliese, prima ancora che giovedì i due pm decidessero di puntare la loro lente di ingrandimento nei palazzi della politica». [4]

Se l’indagine barese è diventata celebre nel mondo per i racconti delle serate della D’Addario e delle sue amiche, il nocciolo dell’inchiesta riguarda circostanze molto più gravi, almeno dal punto di vista penale. Martinelli: «Ad esempio, quelle sulle quali sta indagando il pm Scelsi, e che vedono coinvolto il direttore di Neurochirurgia del Policlinico, Pasqualino Ciappetta, che giovedì ha subìto una delle perquisizioni. Secondo l’ipotesi investigativa il barone del policlinico avrebbe indotto alcuni collaboratori che occupavano posti chiave nel Reparto, a ”forzare” le diagnosi dei pazienti per prescrivere le protesi che vendeva Tarantini, da impiantare persino lungo la colonna vertebrale, con prezzi fino a trentamila euro ciascuna». [9]

«Il Partito democratico non è un’associazione a delinquere, non abbiamo nulla a che fare con la criminalità organizzata», ha detto venerdì a Bari D’Alema. E poi: «Siamo tranquilli. I bilanci del partito sono fatti dai liberi contributi. Nessuno pensi che il veleno delle vicende giudiziarie possa intrecciarsi al dibattito politico. Nessuna indagine giudiziaria o inchiesta giornalistica può cancellare il buon governo di questa regione». [10] Vendola: «Resto sconcertato nel vedere i partiti in quanto tali considerati degli apparati dediti agli illeciti. I reati vengono commessi dalle persone». [5] Massimo Cacciari, sindaco di Venezia (Pd): «Non si può pensare che le amministrazioni funzionino bene, in modo trasparente efficace, così, in astratto. Le istituzioni fanno sempre parte di un contesto sociale, culturale e politico. E anche i comportamenti delle singole persone nel 90 per cento fanno parte del sistema». [11]

Nessuna comparazione può fornire alibi a chicchessia. Antonio Macaluso: «Premesso che chi si dice garantista dovrebbe ricordarsi di esserlo sempre e comunque, c’è da chiedersi se i pesanti attacchi di tutto il fronte dell’opposizione nei confronti del presidente del Consiglio e dei suoi comportamenti – sicuramente discutibili – non abbiano talvolta voluto coprire i timori per quello che l’inchiesta avrebbe potuto portare alla luce. Che il filone parallelo, quello delle ragazze, abbia scoperchiato un mondo, esigendo l’attenzione di magistrati e media, resta una circostanza oggi tanto più evidente. Ma è altrettanto chiaro che, ove mai le accuse dei magistrati ai partiti di centrosinistra dovessero rivelarsi fondate, la storia delle ragazze e delle loro serate a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa diventerebbe un contrappeso inaccettabile anche per il più ardito degli antiberlusconiani». [12]

La sinistra ha fondato la sua identità sulla diversità e la superiorità morale. Cacciari: «Tesi che, anche per la sua assoluta inefficacia politica, si è sempre tradotta in un formidabile boomerang». Secondo il sindaco di Venezia «si possono fare moralismi, si può gridare allo scandalo. Si possono anche strumentalizzare le cose che oggi colpiscono una parte e il giorno dopo l’altra» ma «sono chiacchiere che fanno parte della crisi di questo sistema politico». Per uscirne, il centrosinistra dovrebbe presentare «un programma radicale di riforme» su cui chiedere il confronto al centrodestra: «Avviare il federalismo fiscale per eliminare ingiustizie distributive, rivedere le normative dei lavori pubblici, tagliare la classe politica, partendo dal Parlamento fino ai consigli municipali». Se non si capisce questo, dice Cacciari, «non ci rimarrà che continuare a fare falso moralismo, piagnucolare per dire che quello è ladro e io no, portare acqua una volta al mulino della destra e l’altra a quello della sinistra. Un gioco al massacro inutile». [11]