Pierre De Nolac, ItaliaOggi 1/08/2009, 1 agosto 2009
C’è chi si sveglia di notte, di soprassalto, per scacciare gli incubi. E per ammazzare il tempo, accende la televisione: sono le cinque del mattino di venerdì, e su Raidue appare l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi
C’è chi si sveglia di notte, di soprassalto, per scacciare gli incubi. E per ammazzare il tempo, accende la televisione: sono le cinque del mattino di venerdì, e su Raidue appare l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi. E si trova una faccia conosciuta. Il professore occupa lo spazio delle lezioni dell’università telematica internazionale Nettuno, nella serie «La storia e i protagonisti», per evocare l’Unione europea dal 1998 a oggi, e le sue prospettive future. Sotto al faccione di Prodi, una scritta lo indica come «già presidente della Commissione europea dal 1999 al 2004». Sprezzanti dell’auditel, alla seconda rete del servizio radiotelevisivo pubblico mandano in onda le parole prodiane, grazie all’ateneo caro a Maria Agata Garito: quando accenna all’emigrazione, l’ex premier sottolinea che «occorreva ed occorre una disciplina», stigmatizza la bocciatura francese alla costituzione europea dicendo che ora tocca «cercare dei nuovi obiettivi per riunire i popoli», a cominciare dal «buongoverno delle cose di ogni giorno». E se lo dice lui c’è da svegliarsi.