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 2009  luglio 30 Giovedì calendario

DOMANDE E RISPOSTE

Quando la morte è decisa dallo Stato-

Qual è la situazione della pena di morte nel mondo?
Secondo il rapporto di «Nessuno tocchi Caino», nel 2008 sono state eseguite in 26 Paesi 5727 esecuzioni capitali (124 in meno rispetto al 2007). Con almeno 5 mila esecuzioni la Cina si è aggiudicata il macabro primato di nazione con il maggior numero di condannati a morte: l’87,3% del totale. Seguono Iran (almeno 346), Arabia Saudita (102), Corea del Nord (63), Usa (37), Pakistan (36), Iraq (34). Ma il bilancio potrebbe anche essere anche più «pesante», visto che in alcuni Paesi (Cina, Vietnam, Bielorussia e Mongolia) le esecuzioni sono protette dal segreto di Stato. L’Arabia Saudita è terza nella «black list» in termini assoluti, ma è prima in percentuale sulla popolazione: le esecuzioni avvengono in pubblico, per decapitazione, nei cortili fuori le moschee più frequentate dopo la preghiera del venerdì.
Il boia è in azione anche
in Europa?
L’Europa sarebbe libera dalla pena di morte, se non fosse per la Bielorussia, dove anche dopo la fine dell’Urss non si è mai smesso di condannare a morte. Secondo stime non ufficiali, 400 persone sono state giustiziate dal 1991. In base a dati ufficiali, oltre 160 sentenze capitali sono state eseguite dal 1997 al 2008. Per quanto riguarda il resto dell’Europa, a parte la Lettonia (che prevede la pena di morte solo per reati commessi in tempo di guerra), gli altri Stati europei hanno abolito la pena di morte in tutte le circostanze.
Quanto incide la forma
di governo?
Molto. Dei 46 Stati che mantengono la pena di morte, 36 sono dittatoriali, autoritari o illiberali. In 20, nel 2008, sono state compiute almeno 5662 esecuzioni, il 98,9% del totale. Degli altri 10 Paesi, definiti democrazie liberali, 6 hanno applicato la pena di morte e hanno effettuato 65 esecuzioni (l’1,1% del totale): Usa (37), Giappone (15), Indonesia (10).
Arrivano segnali incoraggianti dalla Cina?
Sì. Anche se la pena di morte continua a essere considerata un segreto di Stato, negli ultimi anni le condanne a morte sarebbero diminuite, fino a un 30% in meno. Nel gennaio 2007 è entrata in vigore la riforma in base alla quale ogni condanna emessa da tribunali di grado inferiore dev’essere rivista dalla Corte Suprema: questa, da parte sua, ha reso noto di aver annullato il 15% delle condanne esaminate nel 2007 e nei primi 6 mesi del 2008. Nonostante questi primi segnali garantisti, però, nel tritacarne giudiziario cinese continuano a finire imputati di reati violenti e non violenti, mentre gli avvocati denunciano il fatto di non aver accesso ai loro clienti e che molte confessioni sono estorte. Esiste inoltre un doppio standard: funzionari pubblici che si appropriano indebitamente di milioni sono condannati a morte, ma con la sospensione della pena, mentre comuni cittadini condannati per aver rubato molto meno muoiono con l’iniezione letale o con un colpo alla nuca.
Esiste un problema-Iran anche in questo campo?
Sì. Anche nel 2008 l’Iran si è piazzato al secondo posto quanto a esecuzioni (346). Qui la situazione non sembra mostrare segni di un’inversione di rotta, visto che nel 2009 (al 31 maggio) erano già state effettuate almeno 200 esecuzioni. Inoltre la Repubblica Islamica è stato l’unico Paese al mondo ad aver praticato nel 2008 la pena di morte nei confronti di persone che avevano meno di 18 anni al momento del reato: 13 minori sono stati giustiziati violando la Convenzione sui Diritti del Fanciullo. Queste esecuzioni di minori sono continuate anche nel 2009 e, al 30 giugno, erano già 4. L’impiccagione è il metodo più utilizzato per l’applicazione della «sharia», ma è stata praticata anche la lapidazione in 2 casi nel 2008 (e uno nel 2009). A riprova di questa recrudescenza anche nel 2008 sono continuate le esecuzioni di massa.
Gli Usa stanno cambiando con Obama?
I segnali restano contrastanti. Da un lato, infatti, la Corte Suprema ha confermato la legittimità dell’iniezione letale, in quanto «una certa quota di dolore» nell’esecuzione è inevitabile, dall’altro il New Mexico ha abolito la pena di morte. Questa decisione risale al 18 marzo 2009: è la seconda in 40 anni, dopo quella del New Jersey del 2007. Al governatore Bill Richardson e alla parlamentare Gail Chasey è andato quest’anno, «ex aequo», il premio «Abolizionista dell’Anno», promosso da «Nessuno tocchi Caino» quale riconoscimento alla personalità che si è impegnata sul fronte della moratoria delle esecuzioni capitali e dell’abolizione della pena di morte. Intanto, però, la moratoria «de facto» iniziata il 25 settembre 2007, quando la Corte Suprema aveva annunciato di voler discutere la costituzionalità dell’iniezione letale, si è conclusa con il verdetto emesso il 16 aprile 2008. I dati rivelano che il 95% di tutte le esecuzioni è stato effettuato nel Sud: 18 in Texas (il 48% di tutte quelle Usa). L’unico Stato non del Sud a compiere esecuzioni è stato l’Ohio.