Rachel Sanderson, La stampa 30/7/2009, 30 luglio 2009
ZUNINO E’ IL FRUTTO TUTTO ITALIANO DI PRATICHE COMPLICI E RISCHIOSE
In Italia, l’estate non è estate se non c’è uno scandalo societario. Quest’anno, gli italiani si possono intrattenere sul rovinoso scivolone del gruppo degli immobili Risanamento e del suo numero uno, Luigi Zunino.
Nel momento in cui si è trovata in difficoltà nel rifinanziare 2,8 miliardi di euro di debito, la società ha rischiato di finire in cima alla lista delle più importanti vittime italiane della crisi economica e finanziaria. Il grande progetto di Zunino consisteva nella costruzione di nuove città alla periferia di Milano. Non solo. A quanto pare la società, aveva anche comprato un appartamento del valore di 100 milioni di dollari al New York’s Plaza. Poi, le vendite di immobili italiani sono crollate del 20% e il mercato degli Stati Uniti è caduto. Zunino non è riuscito a questo punto a finanziare i suoi debiti e le nuove città sono rimaste incompiute. La crisi globale ha contribuito a distruggere le ambizioni di Zunino. Quella specie di debole che gli italiani hanno per i rapporti di amicizia tra banche e imprenditori ben introdotti sembrava consentire a Zunino di assumersi molti rischi. L’agente immobiliare è stato l’ultimo uomo a cadere in un gruppo di imprenditori - per lo più romani e napoletani - che avevano creato partecipazioni nelle principali istituzioni italiane in un altro scandalo estivo nel 2005. A Zunino sembra che siano rimaste ancora connessioni sufficienti per raccogliere i soldi necessari per uscire dalla crisi. I maggiori creditori del gruppo (a Intesa Sanpaolo, a Unicredit e a Banco Popolare deve quasi 1 miliardo di euro) hanno approvato un aumento di capitale di 150 milioni di euro e un prestito convertibile di 350 milioni di euro. Questo dovrebbe essere sufficiente a persuadere il tribunale di Milano a non dichiarare fallito Zunino. Ma se il rifinanziamento funziona, i proprietari di piccole aziende italiane che falliscono ogni giorno per, come affermano, mancanza di supporto dalle banche potrebbero protestare energicamente. Non è che loro possano ottenere molte indagini conoscitive. Ma gli azionisti delle banche possono - e dovrebbero - protestare maggiormente per tali pratiche complici e costose.