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 2009  luglio 30 Giovedì calendario

ALITALIA BRUCIA 273 MILIONI IN SEI MESI


 un decollo difficile per la nuova Alitalia, che nei primi sei mesi di vita ha bruciato 273 milioni, oltre un quarto del capitale, quel miliardo, che la cordata degli imprenditori coraggiosi azionisti della Cai si sono impegnati a garantire. Ieri il cda della compagnia aerea ha pubblicato i risultati del primo semestre che evidenziano oltre a una perdita operativa di 273 milioni (con uno scostamento del 6% rispetto alle previsioni di budget) ricavi per 1,276 miliardi, 10 milioni di passeggeri e un coefficiente medio di riempimento (load factor) del 59%, al di sotto del 72%, la media delle compagnie europee. Intanto inizia a erodersi la liquidità: la posizione finanziaria netta è di 770 milioni, la cassa scende a 370 milioni, mentre la disponibilità liquida è di 490 milioni.
I conti poco entusiasmanti fanno comprendere i recenti malumori manifestati dai soci, in particolare dal re dell’acciaio italiano, Emilio Riva, il primo dei 21 azionisti italiani di Cai, che ha messo sul piatto un investimento di 120 milioni. D’altronde è comprensibile che quei 273 milioni persi nella prima metà dell’anno insieme al debito sulla flotta per 949 milioni possano far paura e riportare alla mente l’ultimo bilancio approvato dalla vecchia Alitalia, quello del 2007 quando la lancetta delle perdite segnava 495 milioni a fronte di ricavi da traffico per 4,3 miliardi mentre un anno fa l’indebitamento arrivò a sfiorare gli 1,2 miliardi. Ma c’è anche chi cerca di gettare acqua sul fuoco delle polemiche. «Desidero esprimere la mia soddisfazione per il lavoro svolto dal top management della compagnia, confermato dai risultati, che si sono dimostrati pienamente in linea con le attese e con il budget», ha detto Maurizio Traglio, azionista e consigliere della nuova Alitalia e presidente della holding di famiglia Mpa.
E ottimista si mostra anche il presidente di Alitalia, Roberto Colaninno, mantiene la calma: «I risultati raggiunti nel semestre nonostante di poco inferiori rispetto alle previsioni, sono sicuramente migliori di quelli attesi». Ora è vero che il contesto di mercato globale è stato negativo, secondo i dati Iata, nei primi 5 mesi del 2009 ha subito una contrazione del 30% rispetto allo stesso periodo del 2008. vero anche che la nuova Alitalia è rimasta impantanata soprattutto nel primo trimestre, quando tra voli cancellati e disservizi ha perso 201 milioni contro i 63 milioni di aprile-giugno. Ma per Colaninno e l’ad Rocco Sabelli il terzo trimestre sarà decisivo per cercare di rimettere in carreggiata la compagnia e zittire i malumori degli azionisti.
Secondo le stime luglio è andato bene: 2,2 milioni la previsione dei passeggeri trasportati con un load factor al 72%. Dati che dovranno essere mantenuti anche per agosto e settembre per limitare le perdite del gruppo ma soprattutto il tandem Colaninno-Sabelli dovrà rimboccarsi le maniche per migliorare la puntualità, che come si legge nella nota diffusa ieri dalla nuova Alitalia, «nel primo semestre ha fatto registrare un valore medio di poco superiore al 70%, ancora lontano dall’obiettivo aziendale (80%) e con disagi che hanno interessato in modo particolare alcuni scali sul territorio».
Al riguardo uno dei nodi cruciali è la brutta perfomance delle partenze dello scalo di Roma Fiumicino. Una situazione che dovrebbe migliorare, grazie anche all’accordo che Alitalia ha stretto con Adr.
Mentre all’aeroporto di Capodichino a Napoli si va verso una situazione di normalità dopo il caos di ieri con gli operai di Atitech che hanno occupato per 2 ore i check-in di Alitalia e di Airone. Raggiunta a Palazzo Chigi l’intesa sulla vendita di Atitech a garantire i fondi necessari del pagamento degli stipendi di luglio ai dipendenti della società di manutenzione della vecchia Alitalia è Intesa Sanpaolo, advisor e azionista della nuova compagnia aerea.