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 2009  luglio 30 Giovedì calendario

ATTACO DELL’ETA A BURGOS STRAGE MANCATA


Questa volta volevano uccidere. I terroristi baschi dell’Eta hanno cercato la strage e hanno fallito per poco. Un potentissimo furgone-bomba, imbottito con 200 chili di esplosivo, ha devastato ieri all’alba la caserma della Guardia Civil (i carabinieri spagnoli) di Burgos. Nessun preavviso telefonico, la prassi dell’Eta quando non vuole uccidere. La tremenda deflagrazione ha distrutto la facciata dell’edificio dove dormivano 120 persone, 41 bambini. Ma, forse per la distanza dell’ordigno dalla caserma (16 metri), ci sono stati solo 65 feriti, tutti lievi e già dimessi dall’ospedale. «Sono assassini selvaggi e impazziti», ha commentato con rabbia il ministro degli Interni, il socialista Alfredo Pérez Rubalcaba.
Erano le 4 del mattino. Alle 14,30 di martedì alle spalle dell’enorme caserma (12 piani) era stato posteggiato il Mercedes. In Spagna era allarme rosso da domenica, perché gli etarras avevano rubato in Francia 3 furgoni: un Kangoo e un Citroën bianchi e il Mercedes Vito verde. Ma qualcosa non ha funzionato nella vigilanza. Tanto più che proprio un anno fa la caserma era stata segnalata come obiettivo in un documento sequestrato a un commando.
«La parte posteriore dell’edificio non era coperta dalle videocamere e nel parking poteva entrare chiunque», lamenta un abitante della cittadina, 180 mila abitanti, 240 chilometri a Nord di Madrid. Alle quattro è arrivata la terrificante esplosione che ha svegliato tutta Burgos. La caserma è stata sventrata, con i muri sbriciolati. I soccorsi, in una città dove tutti hanno parenti baschi e in cui l’Eta ha probabilmente più di un basista (nel 1996 è stato sequestrato un agente carcerario, due auto-bombe sono esplose nel 1983 e nel 1990), sono arrivati in pochi minuti.
La scena, ripresa da una telecamera da una casa vicina, era dantesca. Gente che scappava da tutte le parti in pigiama, bimbi che urlavano, ambulanze che squarciavano il silenzio spettrale. Le immagini davanti agli occhi dei soccorritori ricordavano altri due attentati, sempre con la stessa tecnica terrorista, contro quartieri militari della Guardia Civil: a Vic nel 1991 (9 morti) e a Saragozza nell’87 (undici).
«Ho sentito un frastuono enorme, un terremoto», ha raccontato ancora sotto choc una vittima. Tutti i feriti (13 donne e cinque bambini) sono stati portati nel vicino ospedale General Yagüe o curati in una tenda da campagna montata accanto alla caserma. Non ci sono casi gravi, quasi tutti hanno sofferto solo contusioni per i vetri spezzati o per lo choc. Alle 13,30 erano tutti dimessi. Il ministro Rubalcaba spiega il «miracolo» anche col fatto che la caserma era mezza vuota per le ferie. Una fonte rimasta anonima invece sostiene che il Mercedes fosse stato caricato con «solo» 80 chili di amonal, e quindi non aveva la forza sufficiente per fare una strage dalla distanza alla quale era stato parcheggiato.
Tutti i partiti hanno condannato l’attentato. «Prima o poi finiranno tutti in carcere», ha promesso il ministro della Giustizia Francisco Caamaño. «Lo Stato di diritto trionferà sui terroristi», gli ha fatto eco Mariano Rajoy, leader dell’opposizione popolare di centro-destra. Solo l’area politica vicina all’Eta si è sfilata dichiarando: «Il conflitto basco non ha soluzione dal punto di vista di una vittoria poliziesca». Segno dei tempi, Gara, il giornale filo-terrorista, chiosava recentemente: «Sono 50 anni che dichiarano di aver dato mazzate mortali all’Eta, ma è ancora in piedi».
L’attacco non è stato come al solito rivendicato dall’Eta (lo fa sempre dopo settimane) ma la sua matrice è inconfondibile. I terroristi dispongono di 50 killer in clandestinità, il cui nerbo è la Colonna Vizcaya (la regione di Bilbao). Stupisce però che la Guardia Civil, che nei 50 anni dell’Eta ha subito 89 attacchi alle sue caserme con un bilancio di 33 morti, si sia fatta inspiegabilmente sorprendere. Una timida giustificazione recita che la targa del furgone era stata controllata, quando si sa che l’Eta le falsifica sempre.Già sede del regno di Castilla y León nel 1073, Burgos è una delle più belle città di Spagna. Su di lei aleggia la figura del concittadino più rinomato, Rodrigo Díaz de Vivar, il Cid Campeador, artefice della Riconquista del Paese agli arabi invasori, che riposa nella cattedrale gotica (foto). La città è ricca di storia: nella Casa del Cordón i re castigliani ricevettero Colombo di ritorno dalle Americhe nel 1497. Burgos, tappa nel Cammino di Santiago de Campostela, è conosciuta anche per la sua raffinata cucina e il rosso Ribera del Duero.