Julie Bosman, la Repubblica 30/7/2009, 30 luglio 2009
UN BIGLIETTO DI SOLA ANDATA AGLI HOMELESS DI NEW YORK
Hector Correa rientra con figli e compagna a Portorico: "Qui la vita è troppo dura"
Justine e Eugenia, ventenni, erano arrivati nella metropoli dalla Carolina del Nord
Partono in aereo per Parigi (6332 dollari), Orlando (858,40), Johannesburg (2.550,70), o più spesso per San Juan di Portorico (484,20). Non si tratta di manager in viaggio d´affari o di coppie in luna di miele, ma di famiglie che si sono trovate a non avere più una casa e alle quali il Comune di New York ha offerto un biglietto aereo. Di sola andata.
L´amministrazione Bloomberg, da anni alle prese con il problema dei senza fissa dimora, dal 2007 a oggi ha pagato a 550 famiglie il ritorno al luogo di origine, facendole così uscire dal sistema di ricovero negli ostelli, che costa alla collettività 36.000 dollari l´anno a famiglia. Basta solo che un parente residente altrove accetti di accogliere i suoi familiari. Molti di loro sono newyorchesi di lungo corso che, trovatisi in difficoltà, sono finiti negli ostelli per i poveri e ora hanno accolto con entusiasmo la proposta di trasferirsi gratis altrove. Altri sono arrivati da poco e sono felicissimi di tornarsene a casa. «Non mi aspettavo che New York fosse così», dice Hector Correa, che la settimana scorsa si trovava in un rifugio per senzatetto e martedì è tornato a Portorico. Hector, la sua compagna, Elisabeth Mojica, e i loro due figli piccoli, erano arrivati a New York a maggio per andare a vivere dalla madre di lui. Non avevano trovato lavoro, le spese si accumulavano e la madre minacciava di cacciarli via. Senza un soldo in tasca, erano finiti nel centro di accoglienza del Bronx per famiglie senzatetto. «La persona con cui parlai mi disse che, se avevo una persona da cui potevo stare a Portorico, mi avrebbero aiutato ad andarci», racconta Hector, che faceva il meccanico nella città di Carolina, sulla costa settentrionale dell´isola. In effetti, potevano andare dal padre di Elizabeth. «Ora potrò tornare a fare le cose che so fare».
Al centro di accoglienza, gli assistenti sociali chiedono alle famiglie se hanno la possibilità di andare a vivere altrove. Se una famiglia dice di avere dei parenti disponibili ad accoglierli e gli assistenti sociali lo confermano, la famiglia può prendere un aereo, un pullman o un treno nel giro di poche ore. Il volo della famiglia Correa per San Juan è costato meno di 1000 dollari. Una famiglia con 10 figli ha accettato l´offerta di tornare a Portorico con un volo JetBlue senza scalo. Una coppia del Michigan, avventurosa quanto sfortunata, era venuta a New York per cercare lavoro e una nuova vita. Gli hanno dato 400 dollari in buoni benzina per tornarsene a casa. Un´altra coppia ha accettato di trasferirsi in Francia con i tre figli per unirsi alla famiglia di lei. Nel costo del viaggio, 6332 dollari, erano compresi cinque biglietti aerei per Parigi e cinque biglietti ferroviari per la città di Granville, nel nord-ovest del paese.
Il Comune, che ha stanziato 500.000 dollari l´anno per questo programma, si affida a un´agenzia di viaggi locale, la Austin Travel, per prenotare i biglietti dei voli nazionali di sola andata. Il Department of Homeless Services si occupa, invece, dell´organizzazione dei voli internazionali. Non ci sono limiti rispetto al luogo in cui una famiglia può essere spedita, ma le famiglie possono rifiutare l´offerta e restare nei dormitori cittadini. Le famiglie partite finora si sono dirette in 24 paesi dei cinque continenti, ma in particolare a Portorico, in Florida, in Georgia e nelle isole Caroline. «Vogliamo dirottare altrove il maggior numero di famiglie bisognose di assistenza», ci dice Vida Chavez-Downes, direttrice della Resource Room, l´ufficio comunale che aiuta le famiglie a trasferirsi. «Abbiamo pagato i visti, siamo andati nei consolati, abbiamo fornito lettere di accompagnamento e pagato i passaporti per consentire alla gente di partire. A chiunque bussasse alla nostra porta». Quando una famiglia lascia New York, i funzionari comunali telefonano per accertarsi che sia arrivata sana e salva. In qualche raro caso, anticipano alla famiglia fino a quattro mesi di affitto, un mese di deposito, un buono per l´arredamento e il costo dell´agenzia immobiliare. Nessuna delle famiglie che si sono trasferite è più tornata nei dormitori della città.
Ma non mancano le critiche. Secondo Arnold S. Cohen, presidente di Partnership for the Homeless, il programma non risolve i problemi di fondo che a suo tempo hanno portato le famiglie a venire qui. «E´ una soluzione puramente cosmetica», dice, «Non facciamo altro che trasferire il problema dei senza tetto a un´altra città. Prendiamo la gente dal letto del nostro dormitorio e la spostiamo sul divano nel soggiorno di un´altra famiglia. In sostanza, questa famiglia rimane una famiglia senza casa».
(Copyright New York Times La Repubblica. Traduzione di Luis E. Moriones)