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 2009  luglio 30 Giovedì calendario

L’OLANDA FERMA LA NAVE DELLE «DONNE SULLE ONDE»


Sostava con la sua sala operatoria al largo dei Paesi anti-abortisti

BRUXELLES – Diventa sempre più evidente il progressivo distacco dell’Olanda dal suo storico passato di Paese simbolo del permissivismo e della massima libertà individuale. Altro segnale in questo senso è arri­vato da una protesta per il blocco del­l’attività della famosa nave degli aborti, che era diventata un simbolo del movimento olandese favorevole alla possibilità di interrompere una nascita non voluta e noto come Wo­men on waves (Donne sulle onde). Battendo la bandiera del Regno d’Olanda, offriva questa opportunità negli Stati anti-abortisti, dove sono previste sanzioni per interrompe la gravidanza, accogliendo le donne in­cinta offshore , cioè fuori dalle acque territoriali. Il diritto della navigazio­ne consentiva l’immunità al rientro sul proprio territorio.

A mettere fuori gioco la particola­rissima nave, secondo il quotidiano

Indipendent di Londra, è stato un irri­gidimento della permissiva legge olandese sull’aborto, voluta dal go­verno di coalizione tra centrodestra, centrosinistra e un partito cattolico. Donne sulle onde, per poter riprende­re queste interruzioni della gravidan­za offshore, è subito ricorso in tribu­nale contestando un’eccessiva ridu­zione dei diritti della donna. A livello politico ha puntato l’indice contro l’invadenza del partito cattolico nella coalizione di governo e ostenta fidu­cia nel ribaltamento della situazione. Ma, per ora, Donne sulle onde ha do­vuto ancorare la sua nave degli abor­ti in un porto. «Abbiamo sospeso i viaggi che in quest’anno avevamo programmato in Nicaragua, Cile, Bra­sile e Argentina», si è lamentata con l’ Indipendent la dottoressa olandese Rebecca Gomperts, 43 anni, ex medi­co di bordo sulle navi degli spericola­ti ambientalisti di Greenpeace, che dalla fine degli anni Novanta ha lan­ciato e attuato l’idea di consentire al­le donne il diritto di rifiutare una ma­ternità non gradita anche nei Paesi dove era severamente proibito. Se­condo i promotori della nave degli aborti, interventi chirurgici non sa­rebbero mai avvenuti fuori dalle ac­que territoriali degli Stati difensori del diritto alla vita. La Gomperts e i suoi collaboratori affermano di esser­si sempre limitati a fornire le pillole efficaci nelle prime settimane di gra­vidanza. Il problema del blocco è na­to proprio perché l’intervento del go­verno dell’Aia, richiesto principal­mente dalla componente cattolica, ha limitato la distribuzione di queste specifiche pillole attraverso alcune cliniche specializzate. Non è più pos­sibile, quindi, richiamarsi all’applica­zione della legge dell’Olanda quando si accolgono donne a bordo fuori dal­le acque territoriali per aiutarle a evi­tare una maternità non voluta. L’im­pegno principale della nave degli aborti è stato concentrato nei Paesi del Terzo mondo, dove si registrano situazioni spesso drammatiche. Uno degli obiettivi di Donne sulle onde era il Sudamerica. Gravissima è con­siderata la situazione in vari Stati afri­cani. In alcune parti della Nigeria chi interrompe volontariamente una gra­vidanza può essere accusata di omici­dio ed essere punita con la condanna a morte. Ma veri e propri blitz fuori dalle acque territoriali sono stati con­dotti per contrastare la legislazione anti-abortista anche in Paesi del­l’Unione europea come Irlanda e Mal­ta. Women on waves ha rivendicato importanti risultati politici in segui­to a campagne dimostrative condot­te al largo del Portogallo e della Spa­gna. La Gomperts e il suo movimen­to hanno giustificato il loro impegno ricordando che ogni anno nel mon­do oltre 20 milioni di donne sono co­strette ad abortire illegalmente e af­frontano un rischio di mortalità di uno per ogni 300 casi (che si traduce in circa 70 mila decessi all’anno).

Sostengono che con l’uso delle pil­lole si scenderebbe ad un decesso ogni 500 mila casi. Naturalmente i movimenti dei cattolici olandesi fa­vorevoli al diritto alla vita esultano, appoggiano la decisione restrittiva del governo dell’Aia e puntano a can­cellare per sempre il loro nemico gal­leggiante da tutti i mari.