Corriere della sera 30/7/2009, 30 luglio 2009
SCHEDE DIALETTI
Lombardia
Nanni Svampa
1. Poesie e canzoni La prima conoscenza fondamentale è il dialetto: e per impararlo servono poesie e canzoni della tradizione, a partire da quelle molto semplici, come Il muratore e La bela Gigogin
2. Le Cinque Giornate La seconda componente fondamentale è la storia della città e della regione: nessuno può dirsi milanese se non conosce, ad esempio, che cosa siano state le Cinque giornate
3. I mondeghili La cultura culinaria milanese: si va dai mondeghili (le classiche polpettine) alla cotoletta, dal risotto ai brasati, dal panettone (l’originale è basso: quello alto fu inventato solo per guadagnare spazio nei forni...) alla casoeula
4. L’economia La storia economica di Milano, con lo sviluppo da civiltà contadina a quella post-industriale.
Cambiamenti che hanno cambiato il paesaggio – anche umano e linguistico – della città
5. Leonardo La storia dell’arte della propria regione: per Milano, ad esempio, conoscere i Navigli, che raccontano la storia di Leonardo in città
Veneto
Alvise Zorzi
1. L’indipendenza Si deve partire dalla storia: un veneto deve ricordare la lunga indipendenza della Serenissima. La Repubblica di Venezia durò più di XI secoli, oltre l’Impero romano
2. L’Università Poi viene la cultura. Come non ricordare che l’Università di Padova, con i suoi studi letterari e scientifici, è stato un importante centro culturale a partire dal Medioevo?
3. L’ospitalità C’è un grande senso di ospitalità verso le altre etnie, accettate più che altrove, in passato ma anche oggi: se c’è un Gentilini che vuole sparare agli immigrati, è però la Regione con la maggiore integrazione
4. L’egemonia Verona merita una menzione a parte: la civiltà scaligera esercitò la propria egemonia su mezza Italia
5. Il senso civico C’è poi è la caratteristica di profondo senso civico e morale dei veneti, il rispetto delle regole
Campania
Erri De Luca
1. ”O surdato ”nnammurato
Sono un entusiasta dei dialetti: vanno conservati, insegnati ai bambini. Per dirsi napoletani, bisogna conoscere almeno 10 canzoni in napoletano - da Era de maggio a ’O surdato ’nnammurato
2. Il pesce a Pozzuoli Un napoletano deve saper riconoscere il pesce fresco, tra quello in vendita in uno dei molti bei mercati della città.
Personalmente, consiglio quello di Pozzuoli
3. Il (vero) ragù Serve anche conoscere gli ingredienti del ragù, che è piatto napoletano: le altre sono varianti. Occorrono molti tipi di carne, come le gallinelle di maiale: e pazienza, molta pazienza. I tempi di cottura del ragù escludono pentole a pressione e forni a microonde
4. Le statue
Fondamentale è anche conoscere i nomi delle statue dei Re che stanno davanti a Palazzo Reale
5. Le sceneggiate Un napoletano non è tale se non riesce a dimostrare di aver assistito ad almeno tre sceneggiate napoletane. I titoli?
Troppe quelle significative
Sardegna
Marcello Fois
1. La lingua Un sardo deve sapere almeno uno dei tre ceppi linguistici: logudorese, campidanese, gallurese.
Sono tre lingue, i dialetti sono quelli che noi parliamo all’interno in rapporto a questi tre ceppi
2. Il cantautore Al secondo viene la musica, anche se può apparire come una provocazione: deve ascoltare il massimo cantautore sardo che è Fabrizio De André
3. Internet Un vero sardo deve essere un esperto in una delle tre famose «I», di berlusconiana memoria.
Ovvero avere un ottimo curriculum in informatica, visto che il server gratuito lo abbiamo inventato noi ed è la terra di Video On Line e Tiscali
4. Il formaggio Anche la cucina è un elemento importante. Un sardo non può non mangiare il formaggio con i vermi
5. La letteratura L’ultima mia provocazione è un’autocitazione: leggere tutti i libri di Marcello Fois