Marco Mele, ཿIl Sole-24 Ore 30/7/2009;, 30 luglio 2009
FUMATA NERA TRA SKY E RAISAT
La trattativa che non c’è mai stata – se non in extremis – è fallita. Sky lancia dal primo agosto dieci nuovi canali, in sostituzione di quelli di RaiSat. Il Cda della Rai ne discute oggi.
In vista del rush finale, il servizio pubblico ha avanzato una controfferta relativa ai soli canali di RaiSat. Sky ha ribadito di aver chiesto sin dall’inizio la garanzia di avere sulla piattaforma satellitare l’offerta gratuita digitale della Rai, per chiudere l’intesa su RaiSat. Le due parti non sono lontane, invece, dal chiudere l’accordo sull’acquisto di film Rai da parte di Sky.
I canali RaiSat, escluso il Gambero Rosso, che resta su Sky, si trasferiranno sul digitale terrestre. Non saranno più a pagamento ma gratuiti, finanziati dalla pubblicità e saranno visibili anche da TivùSat, la piattaforma satellitare Rai-Mediaset.
I costi saranno tutti a carico della Rai: sinora sono stati "coperti" al 100% da Sky. La Rai esce così definitivamente dalla pay tv. I suoi canali generalisti restano su Sky ma, come per Mediaset, alcuni programmi, nel tempo, saranno "oscurati" agli abbonati Sky.
«Parecchi mesi prima della scadenza del contratto- sottolinea Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia Sky ha fatto tutti i passi necessari per raggiungere l’obiettivo di un accordo con Rai. Abbiamo inviato alla Rai, il 22 aprile scorso, un’offerta vincolante di Sky del valore economico di 350 milioni di euro come minimo garantito (per sette anni, ndr). Non solo l’offerta di canali per gli abbonati Sky non diminuirà ma abbiamo colto quest’opportunità per renderla migliore».
Il primo dei dieci nuovi cana-li è Sky Cinema Italia: ma è possibile che la Rai non dedichi un canale al cinema nazionale e Rupert Murdoch sì? Il secondo è Baby Tv - che ha sollevato le perplessità di alcune associazioni di genitori - il canale di Fox Channels Italy dedicato ai bambini in età prescolare e alle loro famiglie, privo di pubblicità. Per bambini e ragazzi arrivano anche Nick Junior, Playhouse +1 e Nickelodeon +1. Una novità assoluta è Fox Retro che raccoglie le migliori serie tv degli anni 60-70-80. Ci saranno poi Lady Channel, già in onda, dedicato alle telenovele, Comedy Central +1, Onda Latina Tve Gambero Rosso.
L’Autorità per le comunicazioni, intanto, sta definendo il regolamento per assegnare le cinque frequenze digitali nazionali. Il confronto con la commissione Ue va avanti ma si aspettano due verifiche prima di varare il testo: una avverrà nei prossimi giorni, l’altra all’esito della prevista consultazione pubblica.
Sembra acquisito che il "tetto" richiesto dalla Ue, pari a cinque reti-multiplex digitali terrestri ("tetto" dal quale sono escluse quelle per la tv mobile in Dvb- h), non va inteso come un limite antitrust permanente ma è valido solo per il totale cui potrà arrivare ogni gruppo al termine della "gara". Gara che poi è un beauty contest,
che dà ampi margini di potere discrezionale a chi deve assegnare le cinque reti, per due delle quali potranno concorrere Rai e Mediaset.
Tale posizione trova in disaccordo Nicola D’Angelo, uno dei componenti dell’Autorità per le comunicazioni. «Si potrà anche raggiungere un accordo con Bruxelles - spiega D’Angelo - ma la Corte Costituzionale ha sottolineato che il digitale terrestre deve liberare risorse per soggetti terzi. Se dopo la gara, i maggiori operatori potranno aumentare il numero delle loro reti, le risorse per gli altri soggetti si restringeranno».
Il regolamento, secondo le intese raggiunte sinora con Bruxelles dovrebbe vietare, per cinque anni, il trading e il leasing delle frequenze acquisite con la "gara" ai maggiori operatori. La misura sarà asimmetrica: tale divieto non varrà per gli operatori "minori". Non esistendo un limite di legge che limiti il numero di reti, Rai e Mediaset potranno acquisire nuove frequenze dagli altri operatori, fermo restando il divieto di trading su quelle " ereditate" (quattro) e su quella eventualmente assegnata con le gara? «Un altro problema - aggiunge D’Angelo - è che la qualità delle reti da assegnare non è la stessa. I multiplex non sono tutti uguali: a chi andranno quelli con maggiori qualità? Nella riunione di ieri, tra l’altro, non è stato presentato l’indispensabile Piano nazionale delle frequenze».