Daniele Roveda, ཿIl Sole-24 Ore 30/7/2009;, 30 luglio 2009
MICROSOFT-YAHOO CONTRO GOOGLE
Finalmente è fatta. Dopo un anno e mezzo di tira e molla, trattative fiume, violente oscillazioni dei prezzi in Borsa, un takeover ostile andato in fumo, l’intervento di un corporate raider come Carl Icahn e il cocciare di due ego smisurati - quelli di Steve Ballmer, a.d. di Microsoft e quello del co-fondatore ed ex a.d. di Yahoo Jerry Yang- ,l’accordo internet tra i due colossi high tech è stato siglato. Non un’acquisizione, come aveva inizialmente voluto Microsoft nel lontano febbraio 2008, ma un accordo decennale sui motori di ricerca e la vendita di pubblicità online con spartizione dei profitti.
In base all’intesa, Yahoo manterrà il controllo della raccolta pubblicitaria sul suo sito e su alcuni siti Microsoft, e adotterà la tecnologia Bing di Microsoft per il suo motore di ricerca. Per i primi cinque anni Microsoft pagherà a Yahoo l’88% degli introiti pubblicitari generati sui suoi siti. Gli analisti hanno definito questo «un grande affare per Microsoft », che ottiene accesso all’enorme volume di traffico sul portale Yahoo. Il motore di ricerca invece non riceverà un pagamento iniziale in contante (c’è chi aveva previsto addirittura 3 miliardi di dollari); i risparmi sui costi per Yahoo saranno nell’ordine dei 275 milioni di dollari, circa la metà del previsto, e non arriveranno prima del 2012; la quota dell’88% nella spartizione degli introiti pubblicitari è inferiore al previsto; e alla scadenza dell’accordo fra 10 anni la posizione contrattuale di Microsoft sarà più forte che oggi.
Non si può escludere un veto dell’antitrust americano e/o europeo all’accordo. L’unione delle forze tra Yahoo e Microsoft riduce infatti a due le società presenti sul mercato dei search engines, uno sviluppo che ha già iniziatoa preoccupare alcuni ambienti del parlamento Usa. L’argomentazione avanzata da Yahoo e Microsoft è ovviamente che solo la loro alleanza potrà arginare lo strapotere di Google, la cui quota di mercato è del 65%. Il mese scorso La quota di Yahoo era a malapena il 20% e quella di Microsoft l’8,4%. Google, dal canto suo, ha fatto buon viso a cattiva sorte proclamando di «dare il benvenuto all’accordo e a una maggiore concorrenza sul mercato ». Dopo tutti gli sforzi compiuti da Yahoo per mantenere l’indipendenza e prolungare all’infinito le trattative per strappare il miglior contratto possibile al gigante Microsoft, Wall Street ha tuttavia decretato l’accordo insoddisfacente. Gli investitori hanno punito il titolo Yahoo spingendolo al ribasso del 12% mentre le quotazioni Microsoft hanno guadagnato l’1,41%. Hanno tenuto anche quelle di Google, il re dei motori di ricerca che sulla carta dovrebbe essere l’unica vera vittima dell’alleanza tra le sue due maggiori rivali: ieri le quotazioni del primo motore di ricerca al mondo hanno perso solo lo 0,82%.
Le vere vittime di questo accordo, o meglio del mancato accordo un anno e mezzo fa, sembrano piuttosto gli azionisti di Yahoo. Microsoft aveva offerto 44,5 miliardi di dollari per comprare il gruppo nel febbraio 2008, l’equivalente di 35 dollari per azione; Jerry Yang, indignato per un prezzo ritenuto inaccettabilmente basso, aveva risposto con un secco no. Aveva respinto anche il rilancio a 37 dollari qualche settimana dopo a 47,5 miliardi, esasperando Microsoft a tal punto da convincere Steve Ballmer a ritirare l’offerta di acquisto; da allora Ballmer non ha mai più cambiato idea, nemmeno quando l’azionista Yahoo Carl Icahn è intervenuto per forzare le dimissioni di Jerry Yang e portare lo scorso gennaio Carol Bartz al timone. Nel frattempo le quotazioni di Yahoo, schizzate a 29,33 dollari sulla scia della proposta di acquisto di Microsoft il 4 febbraio 2008, sono gradualmente scese per toccare il fondo a 9,39 dollari in novembre e risalire leggermente a quota 15,3. Oggi il valore di mercato di Yahoo è pari a 21 mi-liardi, meno della metà dell’offerta di un anno e mezzo fa.