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 2009  luglio 30 Giovedì calendario

TWITTER, IL MONDO IN 140 CARATTERI, PER VOCE ARANCIO



«Renzo e Lucia si devono sposare, però un tipo molto cattivo non vuole. Ma in fondo forse nemmeno Renzo, che si inventa come scusa la peste» (I promessi sposi riassunti dal critico Johnny Palomba, direttore di Fandango Web, sulla sua pagina Twitter).

Twitter è un social network gratuito (per la precisione, un sito di micro-blogging). Creato da Jack Dorsey nel marzo 2006, fornisce agli utenti una pagina personale aggiornabile tramite messaggi per una lunghezza massima di 140 caratteri.

Il micro-blogging è una forma di pubblicazione costante di brevi contenuti in Rete, sotto forma di messaggi di testo, immagini, video, audio Mp3 ma anche segnalibri, citazioni, appunti. Questi contenuti vengono pubblicati sulla home page del sito, e sono visibili a tutti o soltanto alle persone della propria community, sulla base dei parametri di privacy impostati.

Il nome Twitter, corrispondente sonoro della parola ”tweeter”, dal verbo inglese ”to tweet”, che significa cinguettare. ”Tweet” (cinguettio) è anche il termine tecnico che identifica gli aggiornamenti postati di volta in volta dagli utenti.

Il funzionamento di Twitter si basa sugli ”status” (dove sei? cosa stai facendo?). Lo slogan del sito è What are you doing? I messaggi (’update”) si visualizzano sulla pagina personale dell’autore (’twitterer”), ed appaiono automaticamente anche su quella dei ”followers”, gli utenti che seguono i suoi aggiornamenti.

Il primo messaggio sul sito è stato scritto dallo stesso Dorsey il 21 marzo 2006, alle 12.50: «Just setting up my twttr» («sto rendendo twitter operativo»).

Gli utenti possono mandare e ricevere i propri tweets, oltre che dal sito, anche tramite sms (cui verranno applicate le normali tariffe del gestore di riferimento). Il motivo principale del successo di questo social network è la possibilità di inviare aggiornamenti da un qualsiasi dispositivo mobile (Blackberry, iPhone) che permetta una connessione web, senza bisogno di essere davanti a un computer.

Durante la rivolta in Iran a fine giugno, Twitter è stato l’unico canale di informazione in tempo reale su quanto accadeva nel Paese: migliaia di ragazzi armati di cellulare hanno trasmesso brevi messaggi e immagini della sommossa e della repressione, che grazie a Twitter sono sfuggite alla censura del regime che ha oscurato le tv e i siti Internet, perchè il sito non ha bisogno di un indirizzo di posta elettronica. L’edizione online della Cnn e molti giornali nel mondo hanno costruito il loro servizio saccheggiando i vari tweet. La rete inglese Sky News ha mandato a caccia di notizie un proprio giornalista - Ruth Barnett - dentro la piattaforma di microblogging.

L’Iran, 70 milioni di abitanti, 58 milioni di utenti della telefonia mobile, 30 milioni di utenti Internet e quarto paese per numero di bloggers. Tutti potenziali inviati sul campo.

A luglio è toccato alla Cina, che non ha potuto bloccare il flusso delle informazioni o delle immagini provenienti dallo Xinjiang, teatro della guerra civile. Un internauta che si è presentato come uno studente universitario americano sarebbe stato il primo a lanciare l’allarme, annunciando su Twitter, prima dei media tradizionali, che le forze di sicurezza bloccavano tutte le strade e poi che le comunicazioni via cellulari e sms erano state interrotte. Un blogger cinese ha riportato che l’accesso a Internet era stato tagliato dalle autorità. Dodici ore dopo, le televisioni mondiali hanno diffuso le prime immagini delle violenze.

La compagnia proprietaria del sito è la Obvious Corporation, con sede a San Francisco, al quarto piano del 539 di Bryant Street. Il nome Obvious, che in italiano vuol dire ”ovvio”, a sottolineare la brevità, la sintesi e la chiarezza dei messaggi scambiati. Jack Dorsey ne è presidente e proprietario, le altre persone chiave sono Evan Williams, l’amministratore delegato, e Isaac ”Biz” Stone, il direttore creativo.

Evan Williams, inventore nel 1999 della piattaforma di blog più famosa del mondo: Blogger.com, venduta a Google nel 2003.

Come la quasi totalità delle aziende tecnologiche americane, Twitter ha avuto bisogno, nella sua fase di start-up, dell’apporto di venture capital. A partire dal 2006 ha racimolato più di 57 milioni di dollari, in varie tranches: la prima ammontava a circa 5 milioni. La seconda (2008) a 22 milioni. La terza (2009) di circa 35 milioni, versati da Institutional Venture Partners, Benchmark Capital, e Bezos Expeditions, di proprietà dell’amministratore delegato di Amazon, Jeff Bezos.

Il più grande problema che Twitter deve affrontare è il tasso di fedeltà dei suoi utenti. Il 60% degli iscritti americani non lo usa più dopo un mese, contro il 30% di Facebook o MySpace.

A Matthew Robson, quindicenne londinese che sta facendo uno stage estivo alla Morgan Stanley, è stato chiesto di fare un’analisi del rapporto dei suoi coetanei coi media. E il teorema enunciato dal ragazzo è il seguente: «Gli adolescenti usano sempre di più i media, ma non sono disposti a pagare per farlo». L’esempio di Twitter è eloquente. Spiega Robson: «Gli adolescenti non usano Twitter. Molti si sono iscritti al servizio, ma hanno poi lasciato perdere perché non lo aggiornavano più (principalmente perché inviare un messaggio a Twitter via cellulare consuma credito, e preferiscono usare quel credito per messaggiare con gli amici). Inoltre si sono resi conto che nessuno guarda il profilo, perciò i loro tweets non servono a nulla».

Twitter non ha per ora un modello di business sostenibile e accumula solo perdite. L’Industry Standard, un magazine economico online, ha fatto notare che la sostenibilità finanziaria del sito è minata dalla scarsità di fatturato. L’analista Internet Tommaso Sorchiotti: « ipotizzabile che l’offerta si dividerà in due: gratis per gli utenti semplici, a pagamento per le aziende o quegli iscritti che vorranno delle funzionalità in più». Se i cinguettii a pagamento porteranno i ritorni sperati nessuno ancora può prevederlo.

Comportamenti che i social network devono evitare per non perdere utenti: bombardarli di pubblicità, essere troppo aggressivi nello sfruttare i loro dati personali.

Secondo la società di statistiche per il web Alexa (sussidiaria di Amazon.com), Twitter è uno dei 50 siti più popolari del mondo. E il blog Compete.com nel febbraio del 2009 lo ha classificato come il terzo social network maggiormente utilizzato, dopo Facebook e Myspace, con circa 6 milioni di visitatori unici al mese e 55 milioni di accessi mensili totali (+1.382% rispetto allo scorso anno).

Il numero totale di utenti registrati a oggi è 19 milioni circa, contro i 200 milioni di Facebook.

«Nell’era della comunicazione istantanea di Internet, nessun messaggio viaggia più velocemente di quelli che corrono su Twitter. Al suo confronto i blog sono preistoria, e Facebook fa così 2007! Il futuro oggi appartiene ai tweet, altrimenti detti microblog, che letti uno per uno, su Twitter, rappresentano il flusso di coscienza della società globale». (Marco De Martino, First giugno 2009)

Quanti sono gli utenti del sito in Italia? Lo scrittore americano Shel Israel, che sta scrivendo un libro (Twitterville) per ricostruire il fenomeno nel mondo, ha creato un team di ricercatori che ha stimato in 8.300 circa gli utenti di Twitteritaly.

Caterina Policaro (o ”Catepol”, il nickname), una delle pioniere di Twitter in Italia. Ha cominciato nel 2007, nella sua lista circa 1.200 contatti, 1.000 sono italiani, il 90% blogger: « passata la fase iniziale in cui ci si raccontava di tutto (sto portando a spasso il cane, ho fame, ho sete, sto scolando la pasta), adesso ci si scambiano articoli interessanti e link, si organizzano eventi live e si discute di situazioni socialmente rilevanti. Il microblogging è molto in voga e la cerchia si sta allargando perché lo stiamo rilanciando anche su Facebook».

Andy Stanford-Clarke, ingegnere informatico della Ibm, ha creato un dispositivo speciale che collega ogni parte della sua casa a Twitter, rendendolo una specie di portinaio elettronico, che comunica in tempo reale direttamente sui telefonini di famiglia. Per farlo, ha tappezzato la casa con vari sensori. Le informazioni provenienti dai sensori vengono poi incanalate attraverso un Gprs su un software presente sul suo telefonino, che gli permette in questo modo di monitorare persino i consumi energetici: ogni 10 sterline di spesa viene mandato un tweet speciale di avviso.

La prossima serie di Futurama, cartone animato ideato da Matt Groening (il creatore dei Simpson), che uscirà nel 2010, esplorerà il lato oscuro di dipendenze tipicamente ”geek” (i ”fissati” della tecnologia) come quelle per l’iPhone e Twitter. «Penso continuamente alle possibilità insidiose dell’iPhone, che tra l’altro uso ogni 5 secondi. E grazie a Twitter, possiamo rintracciare chiunque in qualsiasi posto, e pubblicizzare una bancarella di taco alla gente che sta dietro all’angolo. Le potenzialità insite in queste tecnologie hanno qualcosa di sinistro», ha detto David X. Cohen, supervisore della serie.

Le maggiori multinazionali usano da tempo Twitter come uno strumento di marketing. Permette di ascoltare l’opinione dei clienti, monitorare la reputazione dell’azienda, dare rilievo a un evento raccontandolo in diretta. Un esempio: la Pepsi ha lanciato la sua ultima cola, la Throwback, allestendo una campagna sul sito e rispondendo di volta in volta alle domande e ai pareri dei consumatori.

Dell ha 45 persone che si occupano della conversazione on line, 80 account Twitter, 20 pagine su Facebook e un forum per i feedback degli utenti. Il Latitude laptop, uno dei suoi ultimi prodotti, è stato in parte sviluppato con i suggerimenti degli utenti on-line. La società ha dichiarato che la sua presenza su Twitter ha generato almeno 1 milione di dollari di ricavi addizionali.

Alcune aziende, come Sky, stanno assumendo dei sociologi, il cui compito è scandagliare il sito e compilare la lista dei ”trending topics”, ovvero gli argomenti di cui si parla di più sul social network.
Il Pentagono usa Twitter per reclutare nuovi soldati, mentre la Sec (la Consob americana) ha aperto tre canali nel tentativo di restaurare la propria immagine dopo lo scandalo Madoff.

Esempio italiano di utilizzo del sito: l’Atac, l’azienda di trasporti pubblici di Roma, ha cominciato ad avvertire i propri clienti di disagi ed incidenti tramite Twitter. La Fiat, apre discussioni sulle novità delle proprie auto e post sulle vittorie dei propri team da Valentino Rossi (Fiat-Yamaha) in giù. Almeno per ora, i followers sono appena 289.

Per TechCrunch, il sito di analisi informatiche e di Internet più autorevole del mondo, Twitter può diventare il più grande database e motore di ricerca real time. Lo stesso sito ha poi pubblicato alcune proiezioni finanziarie fatte dal team di Jack Dorsey e soci: per la fine del 2013 Twitter dovrebbe avere un miliardo di utenti, 1,54 miliardi di dollari di fatturato e 111 milioni di dollari di utile.

Google sta valutando l’acquisto di Twitter per 250 milioni di dollari. La sua strategia è occupare ogni canale on line per proporre pubblicità legata alle ricerche e, allo stesso tempo, acquisire consapevolezza sui comportamenti dei navigatori. I suoi ricavi non hanno avuto finora successo nell’ambito dei social network, né con la partnership con MySpace, né per i video su YouTube. Twitter, invece, permette di sapere di cosa si discute in Rete in ogni istante, e produce contenuti in tempo reale. Ed è proprio il ”Real time” il segmento di Internet in cui Google non è ancora presente con efficacia.

Biz Stone dice che non venderanno mai, «nemmeno per un milione di dollari». Sarà da vedere se riusciranno a stare a galla o se saranno costretti a farsi inglobare dal gigante di Mountain View.