Corriere.it 30 luglio 2009, 30 luglio 2009
Catherine Bailey, 41 anni. Di origini sudafricane ma residente a Londra dal 1995, avvocato di successo nella City, «onesta e diretta, dall’umorismo contagioso», sposata con Neil Ashman, nefrologo di fama, madre di tre bambine, era tornata nello studio SJ Berwin, dove si occupava di questioni bancarie e finanziarie, appena prima di Natale, sei mesi dopo la nascita della terza figlia
Catherine Bailey, 41 anni. Di origini sudafricane ma residente a Londra dal 1995, avvocato di successo nella City, «onesta e diretta, dall’umorismo contagioso», sposata con Neil Ashman, nefrologo di fama, madre di tre bambine, era tornata nello studio SJ Berwin, dove si occupava di questioni bancarie e finanziarie, appena prima di Natale, sei mesi dopo la nascita della terza figlia. Da allora, a causa della crisi, la sua settimana di lavoro poteva arrivare a 60 ore, comprese le serate e i fine settimana, in più c’era da badare alla neonata e le altre due figlie Ruby e Inez, di 4 e 5 anni, come tutti i bambini pretendevano le attenzioni della mamma. Sabato 10 gennaio scrisse un sms al marito («Richmond. Mi spiace così tanto. BK (big kiss). Tutto il mio amore a te e alle bambine. Stringile forte»), poi camminò fino alla sponda del Tamigi vicino al Richmond Bridge e si buttò di sotto. A Londra nella giornata di sabato 10 gennaio (del suicidio s’è saputo solo nei giorni scorsi).