Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  luglio 30 Giovedì calendario

TURISMO, DIMINUISCONO PRESENZE E RICAVI


Un turismo a due facce e a due velocità, con un segmento business che soffre un decremento del 9,8% e un leisure che viaggia, anche se a fatica, con un trend di crescita intorno all’1%; e ancora con un comparto «ufficiale», che chiede infrastrutture e abbattimenti dell’Iva e un settore «sommerso», che prospera e sfugge a ogni statistica, ma soprattutto a ogni controllo.

 lungo questa forte contraddizione che il XVI Rapporto sul turismo italiano, realizzato dal centro studi Mercury e presentato ieri a Roma, ha sviluppato una disamina approfondita del settore nel 2008, che ha visto un calo di presenze del 2,5%, una diminuzione dei ricavi dall’8 al 9%, ma anche un impatto economico pari a un valore aggiunto del 5,3%, due volte e mezzo di quello prodotto nel comparto agricolo e una incidenza sul pil vicina al 12%. E per il 2009 lo studio prevede un anno di stabilità per il settore nonostante la crisi.

Per il coordinatore Emilio Becheri, «questo rapporto ha certificato l’esistenza di due geografìe dell’ospitalità, quella alberghiera e quella extra-alberghiera, ben più consistente, ma purtroppo priva di dati statistici di riferimento. Ma abbiamo sfatato anche tanti luoghi comuni: tra questi, il fatto che l’Italia possegga un terzo del patrimonio artistico-culturale del mondo. Non è vero, semplicemente perché questo dato non è quantificabile e diventa ancor più bugiardo se si considera che degli oltre 600 siti Unesco, l’Italia ne ospita solo 42. Così come non è assolutamente vero che la Francia sia davanti all’Italia riguardo ad arrivi e presenze (82 milioni contro 43 milioni) e questo perché i nostri cugini conteggiano anche i semplici passaggi alla frontiera. Da queste e altre considerazioni», ha sottolineato Becheri, «deriva la necessità di dotarsi di un piano strategico per il paese, che tenga conto delle enormi potenzialità del Sud Italia, che rappresenta l’autentica riserva del settore, ancora poco sfruttata».

Per il presidente dell’Osservatorio parlamentare per il turismo, Pierluigi Mantini, «va bene il piano, ma dobbiamo metter mano alla difficile gestione quotidiana, alle prese con molteplici competenze e invasioni di campo. Due interventi urgenti vanno affrontati dal ministro del turismo: quello dei rapporti con le regioni e l’azzeramento del gap fiscale, che danneggia le nostre imprese rispetto ai maggiori competitor esteri». Ma c’è anche un’emergenza criminalità, come ha ricordato Claudio Albonetti, presidente Assoturismo-Confesercenti. «Se è vero che il Sud Italia è la nostra risorsa turistica primaria, dobbiamo avere il coraggio di intervenire sulla criminalità organizzata che ha messo le mani anche su questo settore e cercare di sconfiggere anche l’abusivismo d’impresa».

Il governo c’è, ha assicurato Armando Peres, consigliere del ministero del turismo, e accetta la sfida del piano strategico, a patto che regioni e imprese condividano strategie e obiettivi.