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 2009  luglio 21 Martedì calendario

Ci sono ottimi motivi per sentirsi orgogliosi di essere italiani, anche se diversi segni ci dicono che siamo un Paese vecchio, dove si rischia poco, dove le banche finanziano soprattutto coloro che possono dimostrare di poterne in verità farne a meno, dove è costante la ricerca del posto pubblico sicuro, dove è facile incontrare donne e nonne ultrasessantenni che spendono più dal chirurgo estetico che dal salumaio o al ristorante, dove se si è giovani non è sufficiente avere talento per essere apprezzati e incoraggiati a insistere perché la strada è intasata da brontosauri dal passo lento

Ci sono ottimi motivi per sentirsi orgogliosi di essere italiani, anche se diversi segni ci dicono che siamo un Paese vecchio, dove si rischia poco, dove le banche finanziano soprattutto coloro che possono dimostrare di poterne in verità farne a meno, dove è costante la ricerca del posto pubblico sicuro, dove è facile incontrare donne e nonne ultrasessantenni che spendono più dal chirurgo estetico che dal salumaio o al ristorante, dove se si è giovani non è sufficiente avere talento per essere apprezzati e incoraggiati a insistere perché la strada è intasata da brontosauri dal passo lento. Carla Fracci, da ragazzina, rischiò di non diventare una icona della danza così come la Bomba Tomba non sarebbe mai esplosa fosse stato per certi tecnici della federscì che lo avevano scartato. Lo stesso Alajmo venne ridicolizzato come un pivello qualsiasi quando, ben lontano dal compiere trent’anni, aveva già due e poi tre stelle Michelin. Pernacchie una decina di anni fa anche per Davide Scabin, poco più che trentenne, come se non fosse compito della critica capire i talenti al loro nascere. Guai dimostrarsi bravi in cucina a venticinque-trent’anni, meglio nascondersi, arrossire e schermirsi, magari adulare chi può tornare comodo superati i quaranta, quando le idee potrebbero farsi meno frequenti e brillanti, ma non faranno più paura a chi sa solo uniformarsi al pensiero dominante e annuncerà verità e novità che altri avevano colto con anni di anticipo, rischiando per davvero e non per finta.