Massimiliano Parente, Libero 28/07/2009, 28 luglio 2009
FA DAVVERO SCHIFO LA VITA SENZA CAPITALISMO
Quando Goethe arrivò in Italia, nel 1786, andò in un albergo sul lago di Garda, e chiese del bagno, aveva un bisognino urgente. «Avendo interrogato il garzone costui mi indicò senz’altro il cortile: ”Qui abbasso, può servirsi”. ”Dove?”, domandai. Ed egli, amabilmente: ”Da per tutto, dove vuol”». Quindi, signore mie, davvero mala tempora currunt? Davvero si stava meglio quando si stava peggio? In verità le ideologie antioccidentali hanno fatto presa nell’immaginario collettivo, per cui se fa caldo è colpa dell’uomo moderno, finché non si ha niente di serio ci si cura con le ”medicine alternative” (alternative a cosa? alla verifica del ”doppio cieco”?), perché della scienza non ci si fida, ci piace il telefonino ma ci si sente schiavi e sorvegliati, ci si sente prigionieri della civiltà ma nessuno se ne va mai.
Gli intellettuali impegnati, giornalisti, scrittori, registi, opinionisti, catastrofisti di professione, vanno in brodo di giuggiole per qualsiasi cultura arretrata, e quando papi Silvio disse che «l’Occidente è superiore» non l’avesse mai detto, e quando Bush voleva esportare la democrazia e l’Occidente per carità, nessuno è superiore a nessuno (eppure i diritti dell’uomo non sono universali e occidentalissimi?). L’antioccidentalismo è un prodotto dell’Occidente, saldatura di pensiero tra marxismo e cattolicesimo, e perfino il fascismo disprezzava la modernità («C’è un tipo di urbanesimo che è distruttivo, che isterilisce il popolo, ed è l’urbanesimo industriale», scrisse Mussolini nel 1925. «Bisogna fare del fascismo un fenomeno prevalentemente rurale»).
Igiene sconosciuta,malattie in agguato
Ogni luogo comune, ormai inoculato nell’istinto dell’opinione pubblica individuale, è stato una vittoria ideologica dei ”nemici della modernità”, come li ha definiti lo storico Piero Melograni in un libro di oltre dieci anni fa, La modernità e i suoi nemici, che Mondadori dovrebbe ristampare e andrebbe inserito come testo scolastico nella scuola dell’obbligo. I nemici della modernità, che poi sono i nemici del capitalismo. C’è quello che ti dice che vorrebbe essere nato nell’Ottocento, quell’altro che ama tutto ciò che è incontaminato e ti cita il film ”Into the wild” (la storia di un tipo che fugge dalla corrotta civiltà alla ricerca della natura selvaggia, e lì alla fine crepa, unico momento bello del film), quell’altro che si lamenta dell’aria inquinata, dei ghiacciai che si sciolgono, della globalizzazione e del global warming, delle sostanze chimiche che abbiamo dentro (come qualche giorno fa ci spiegavano su Repubblica). C’è la Chiesa, per la quale la modernità ha in sé il pericolo della scienza, del consumismo e dell’ateismo (e però Eluana doveva restare attaccata alle macchine?), e c’è il comunismo, per il quale il capitalismo opprime il popolo.
E quindi, come si stava prima? Nel 1900 a Roma le case non avevano bagni, e non c’era acqua corrente, il mondo puzzava e in tutta la città esistevano solo un paio di centri di bagni pubblici, che tra l’altro nessuno usava. Arturo Carlo Jemolo osservava come «il bagno restava sconosciuto dall’infanzia alla tomba».
Il pensatore di sinistra medio ti dice che qui da noi le masse sono oppresse, ma ancora nel 1881 un terzo della popolazione abitava in scantinati, soffitte, tuguri, catapecchie, stipata in appartamenti sovraffollati. A Torino all’epoca il 43% della popolazione condivideva la propria stanza da letto con un almeno altre quattro persone. Oggi basta un’influenza e è allarme globale, tuttavia nelle civiltà precapitaliste e prefarmacologiche la durata della vita media è meno della metà della nostra. Vige una diffidenza per i farmaci, c’è chi legge gli effetti collaterali e sceglie di curarsi in erboristeria o in parafarmacia, per sentire una frase intelligente dobbiamo guardare Doctor House, il quale a una signora che non vuole dare un antiasmatico a suo figlio per timore delle ”controindicazioni” risponde: «In effetti non prenderlo ha una controindicazione sola, la morte».
Davvero si stava meglio quando si stava peggio? Se foste nati prima del XX secolo avreste fatto una vita di merda, ricchi o poveri. Il virus della sifilide, la spirochetta pallida, fu identificato e isolato solo nel 1905, nel 1921 si scoprì l’insulina, e nemmeno i denti si curavano, potevate morire di setticemia anche solo per un banalissimo ascesso. Nel 1885, grazie a Pasteur, fu debellata la rabbia, nel 1897 si scoprirono le cause e le cure per la malaria. Se foste state operati prima del XX secolo vi avrebbero sottoposto a un intervento approssimativo senza anestesia, senza esami, senza igiene (i chirurghi non si lavavano neppure le mani), senza Tac, senza risonanze, senza analisi del sangue, senza grandi speranze di uscirne vivi.
Siete ambientalisti, amate la tutela del verde? Un tempo incendiare una foresta era un bene, per migliaia di anni. Boschi e foreste, osserva Melograni, «erano considerati nefandi e pieni di insidie, rifugi di belve, criminali o banditi. Abbattere e incendiare una foresta voleva dire compiere un passo avanti sulla strada del progresso, sostenere la civiltà, ampliare lo spazio nel quale esercitare le attività agricole». Greenpeace e il Wwf sono invenzioni della modernità.
Ancora lontano il Telefono Azzurro
Credete che oggi conti solo il denaro? Nelle famiglie comandavano i padri, e i matrimoni erano combinati dai genitori per interesse. In epoca romana il pater familias aveva diritto di vita e di morte sui propri figli, altro che Telefono Azzurro, e perfino dopo il codice napoleonico un normale padre di famiglia poteva tranquillamente infliggere ai propri figli ogni genere di punizione corporale e se lasciavano casa prima dei 15 anni poteva farli arrestare senza onere di prova. Ai tanti ”perché” dei bambini Massimo D’Azeglio indicava l’oppurtunità di rispondere «perché lo dico io» (oggi siamo giunti all’estremo opposto, e sono i figli a dirlo ai genitori prima ancora di proferire parola). Credete che l’aria fosse più pulita? Le città erano un inferno di cattivi odori e esalazioni, se non vi pisciavano in testa avreste inalato gli odorini delle carni marcescenti dei macellai, il fetore della merda di cavalli e muli che servivano al trasporto, e ancora nel 1892 in Francia solo 90 città su 700 disponevano di un sistema fognario e le epidemie erano all’ordine del giorno.
Le città erano cinte di mura e anche dentro le mura rischiavate di morire assassinati ogni giorno. Sempre Goethe, stavolta a Roma, nel 1786 annotava: «Quattro persone sono state assassinate nel nostro quartiere nelle ultime tre settimane», e Giacomo Leopardi, nel 1832 osservava che «in Roma conviene sempre tremare per gli amici o i parenti che si trovano fuori la sera, non passando sera che non accada assassinio, fin sul Corso stesso o in Piazza di Spagna, a un’ora o due di notte». Senza l’avvento della civiltà industriale sareste morti dove siete nati e molto prima e dopo una vita penosa e senza l’Iphone, e col cavolo che andavate al mare a abbronzarvi, cosa che a nessuno sarebbe venuta mai in mente.