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 2009  luglio 27 Lunedì calendario

QUELLE SCOMODE VERITA’ SUI DELFINARI


Niente è ingannevole quan­to la pubblicità di uno zoo acquatico: i delfini in­fatti, anche morti, hanno per conformazione impresso sul mu­so quello che noi leggiamo come un sorriso, ma non corrisponde affatto al loro stato d’animo. Fermandoci a ragionare, come possiamo credere che questi intelligentissimi mammife­ri marini, nati per viaggiare liberi, possano provare piacere nel ritrovar­si prigionieri di vasche lunghe poche decine di metri, per eseguire stupidi giochi, saltare nei cerchi e ballare co­me marionette? Tali risultati, sia chia­ro, sono ottenuti attraverso fame, abusi, isolamento e violenze fisiche. Se in natura un delfino vive 45 anni, la metà dei cetacei catturati per finire negli spettacoli muore entro due, e il rimanente non supera i cinque, a cau­sa di stress e malattie. Dall’entrata in vigore, nel 1973, della convenzione Cites (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora) la commercializza­zione delle specie selvatiche è vieta­ta, ma soffre di continue eccezioni. Tanto per cambiare, Roma ci propo­ne un triste esempio di zoo marino.
Visitate il sito di Ric O’Barry, www.dolphinproject.org. Egli fu l’ad­destratore di Flipper, celebre delfino dello schermo. Un giorno uno dei 5 esemplari utilizzati per la serie si sui­cidò fra le sue braccia - smise volon­tariamente di respirare, tale era la sof­ferenza - fissandolo negli occhi. Scon­volto, O’Barry da allora dedica la vita a liberare i delfini da circhi e vessazio­ni. E su Youtube trovate un suo video che illustra come addestratori di tut­to il mondo vadano ad acquistare i cuccioli selezionati durante le mat­tanze nei fiordi giapponesi: Dolphin Swim Programs & Slaughter Linked!!!