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 2009  luglio 28 Martedì calendario

”Non lo avrei mai immaginato mio figlio già sbronzo a quell’età” - Le persiane sono socchiuse, anche se è ancora chiaro e fa caldo

”Non lo avrei mai immaginato mio figlio già sbronzo a quell’età” - Le persiane sono socchiuse, anche se è ancora chiaro e fa caldo. Dal balcone di questa casetta a due piani all’imbocco della Val di Susa penzolano i gerani, voci basse, quasi sussurri, da dietro le imposte. Spunta un’auto, scende un giovane, suona il campanello. Una signora bionda s’affaccia sospettosa. «Vieni su, è quasi pronto». Sguardo triste, come chi non riesce a digerire una brutta storia. La signora bionda è la mamma di uno dei due minorenni denunciati dai carabinieri di Rivoli. Usavano un chiosco di Villar Dora come bancomat: entravano la sera, vuotavano i frigo e si portavano via alcolici a non finire. Suo figlio è il 15enne finito in ospedale in coma etilico e sorpreso la sera dopo, di nuovo in piedi, a trafugare bottiglie e lattine. «Io di questa brutta storia non voglio più parlare. Ci ha fatto troppo male. Adesso vorrei cercare di lasciarmela alle spalle». Gentile ma secca. Accenna un sorriso, si sporge dalla porta al pian terreno di questa via stretta ché quando passano le auto ci si stringe al muro. «Adesso mio figlio sta bene, l’importante è quello. Abbiamo passato brutti momenti, lui è solo un ragazzino». I carabinieri, le denunce. Ma non solo: prima c’era stato il ricovero in ospedale, il come etilico. Lo sapeva? «L’ho scoperto dopo. In ospedale l’ha portato mia figlia, è stata lei ad accorgersi che stava male». Possibile che avesse sospettato niente? «E come potevo saperlo? Chi s’immagina di avere un figlio che la sera fa quelle cose lì?». Prende una tale sbronza da finire al pronto soccorso e il giorno dopo torna, riapre i frigo, pesca altre bottiglie, solo che stavolta ci sono i carabinieri appostati e il gioco è finito. Signora, ma suo figlio beve? Risponde con un gemito, ma lo sguardo racconta molto di più. Niente dettagli ulteriori, la signora è chiara. Però dice che in casa sono volate parole grosse. Dure. «Quello che c’era da dire l’abbiamo detto ai carabinieri. E quello che dovevamo dire a nostro figlio l’abbiamo detto e resterà tra questi muri. Non c’è altro da aggiungere. E’ successo e basta». Occhi velati di tristezza. A chi le dice che in fondo è stata una bravata e poteva andare peggio risponde con un sibilo. «Sì, ma lui ha 15 anni. E speriamo che la storia sia finita qui». Quale storia, i furti o l’alcol? Tutte e due, sembra voler dire. Ed è quasi rassegnata, quando chiude la porta e deposita una speranza: «Speriamo che questi ragazzi non vadano oltre»./