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 2009  luglio 27 Lunedì calendario

AAA OFFRO ATTIVITA’ A CASA


Sono storie che vengono da lontano, da un’altra Italia. L’Italia delle Nazionali Senza Filtro a 200 lire, un paese di villaggi spopolati dall’emigrazione, in cui in tante famiglie facevano quadrare i conti mettendo a lavorare nonne e nipoti. E invece no: per magia, come se ibernati nei leggendari Anni ’70 e scongelati nel tormentato Ventunesimo Secolo, ritroviamo sui giornali di provincia gli annunci all’insegna del motto «lavoro facile da svolgere in casa propria». Un «lavoro» che (manco a farlo apposta) offre «possibilità di guadagno sino a 1.600 euro mensili». Annunci che ovviamente si rivelano imbrogli. Il postino consegna una scatola, da pagare contrassegno.
Dentro ci sono perline colorate da trasformare in spillette che farebbero orrore a un freak incallito. Ornamenti di cinture che nessun venditore da spiaggia, per quanto disperato, tenterebbe di piazzare. Pezzetti da montare in una penna a sfera. Fogli di indirizzi da trascrivere. Manuali che spiegano come cercare di imbrogliare altre persone bisognose.
A rivelare questi reperti archeologici culturali è l’Autorità Antitrust, che tra le sua funzioni istituzionali oltre a garantire la concorrenza ha anche quello di vigilare sulla correttezza delle pratiche commerciali, a tutela dei consumatori. La malapianta delle pubblicità ingannevoli non è mai morta (e forse non morirà mai): quella degli annunci di lavoro truffaldini, complice la recessione, il crollo dei consumi e il boom della disoccupazione, purtroppo pare destinata a prosperare per un po’. Del resto, è evidente che l’esca è fin troppo allettante per tante famiglie di questa Italia impoverita, per le quali anche 500 euro possono rappresentare un aiuto importante.
Il Garante della concorrenza fa la sua parte, a suon di multe e pesanti sanzioni: ma l’impressione è che sia quasi un tentativo di svuotare un oceano con un secchiello. E così, negli ultimi quindici giorni l’Antitrust ha emanato otto provvedimenti sanzionatori nei confronti di altrettanti «imprenditori», al termine di procedure durate in alcuni casi molti mesi. Le storie sono queste, sono incredibili, e ve le raccontiamo.
Non sappiamo da dove venga il signor Omar Olianas, titolare della Anacoth di Firenze. Nel marzo 2008, a Seregno e in Friuli ha diffuso un annuncio: «Vuoi guadagnare comodamente da casa montando semplici penne a sfera?». L’indagine ben presto accerta (uno) che non c’è nessun lavoro in ballo: si pagano 60 euro come «cauzione» e «anticipo materiale», e arriva la famosa scatola. E alla sede della Anacoth (due) a Firenze non c’è nessuno: l’ufficio è chiuso e sottoposto a sequestro giudiziario per altro procedimento. La stanza è piena di scatole ricolme di penne a sfera montate. Omar Olianas si becca una multa da 75.000 euro. Qualcosa ci fa pensare che non la pagherà.
La signora Maria Angela Lelli, da Castiglione di Ravenna, ha un’azienda: «Nuovo Club dell’Amicizia». Su «l’Idea», periodico ravennate, pubblica quest’annuncio: «Lavoro a domicilio di confezioni buste, bigiotterie, giocattoli, trascrizione di indirizzi, oggettistiche varie, anche part-time».
Chi spedisce 3 euro in francobolli riceve in cambio una busta con due lettere: per 15 euro, si riceverà un pacchetto di inutilissimo materiale parapubblicitario per trovare lavoro, per 10 euro un blocco di ritagli di giornale con pseudo-offerte di impiego. La multa è di 35.000 euro.
Alla Dodotour Evolution Travel spetta il premio per la perseveranza. Li avevano beccati una prima volta nel giugno 2007 a pubblicare un’offerta di lavoro autonomo fasulla, 25.000 euro di multa. Nel giugno del 2008 la seconda volta, altri 100.000. La terza volta nell’ottobre del 2008. Procedimento avviato, vedremo come finisce.
Alla Education Scuole e Lavoro di Torino preferiscono giocarsi la carta del miraggio del posto sicuro. «99% promossi, 96,7% inseriti», dice l’annuncio pubblicato su «Secondamano» nel novembre 2007, che insiste: «Garanzia dei risultati – si occupa personalmente dell’inserimento lavorativo degli allievi». Dopodiché si capisce che in effetti qualcuno poi trova un posto, ma solo per i corsi di ambito alberghiero, per parrucchiere o assistenti all’infanzia. Nessun inserimento, neanche uno, per segretaria studio medico, arredatore, assistente odontoiatrico, stilista, tecnico video, fotomodella, per i quali pure si promettono «ottime offerte». Multa di 60.000 euro.
Passiamo alle proposte in campo «moda», leggi produzione di braccialetti. La Pronto Moda di Lecce offre «guadagni sicuri immediati di 400/560 euro» per «facile lavoro a domicilio», ovvero 8 euro per la confezione di bracciali, pagando 70 euro per il solito pacco. A «garanzia» e «spese di segreteria». Ma l’azienda non pagherà quasi nessuno, contestando che i bracciali non sono stati fatti «a regola d’arte». Multa di 75.000 euro. Stesso metodo (sempre a Lecce) dalla Zales, che spedisce per 65 euro una bustina con perline colorate, cinque sfere di fil di ferro, una pinza e una lettera con le istruzioni. 60.000 di multa. L’«Arte della Bigiotteria» ne chiedeva 69, e in tutto il 2008 soltanto due persone hanno superato il «controllo di qualità», e sono state pagate. 65.000 euro, prego.
E a un altro leccese, il signor La Rocca delle «Creazioni Annabella», dobbiamo una preziosa informazione. Il sistema è sempre quello: promesso guadagno di 1.600 euro, 68 euro il kit per «impreziosire» cinture con perline di plastica, quasi nessuno viene pagato in quanto il lavoro sarebbe «mal realizzato».
Vorreste sapere in quanti ci sono cascati? Tanti. Vorreste sapere quanto si guadagna con questi imbrogli? Molto. Nel 2008 la «Creazioni Annabella» ha spedito 9556 kit, per un incasso di oltre 310.000 euro. Ne sono stati rimandati indietro 5016. Hanno pagato addirittura in 4540. Hanno chiesto e ottenuto un rimborso in 107. In 336 sono stati pagati per il loro lavoro. Multa di 50.000 per il signor La Rocca.