Raffaele Lombardo, La stampa 28/7/2009, 28 luglio 2009
”Un piano di 30 anni per fare come il Nord”- ’Basta parlare di un nuovo partito e le cose si muovono” «Se è bastato parlare di Partito del Sud per arrivare a questo risultato, figuriamoci quando lo faremo
”Un piano di 30 anni per fare come il Nord”- ’Basta parlare di un nuovo partito e le cose si muovono” «Se è bastato parlare di Partito del Sud per arrivare a questo risultato, figuriamoci quando lo faremo...». Ride soddisfatto il presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, leader dell’MpA. E’ stato il primo a parlare con insistenza di una nuova formazione politica per il meridione, «merito nostro se il tema è entrato prepotentemente nell’agenda del governo», si compiace. Pur nell’alleanza con il Pdl, i dieci parlamentari dell’MpA votano senza vincoli di maggioranza: se un provvedimento non è favorevole al Sud, non se ne parla di dare il voto. Anche quando a volerlo è il governo. Oggi abbiamo avuto una dimostrazione: con un voto trasversale su un ordine del giorno Pd-Pdl legato a una proposta sul Sud... «Già: è tutto un clima positivo che si è sviluppato. Il Sud è tornato di moda: e mi auguro che lo resti, almeno per i prossimi 30 anni...». ’Clima positivo”, dice lei, ma su quell’odg avete battuto il governo. Grazie anche al voto dei deputati dell’MpA. «E si figuri se votavano contro: in quell’ordine del giorno si chiede una cosa sacrosanta, di scegliere Palermo per il Forum sullo sviluppo nell’area del Mediterraneo. Che senso ha farlo a Milano, come dice il governo? Che ci facciano il Forum mitteleuropeo!». Forse però votare col governo poteva essere un segnale di apertura, visto che il premier vi ha promesso i fondi Fas e un piano per il Sud. «Noi registriamo con favore le dichiarazioni di buona volontà che sono state fatte e aspettiamo di vedere: se saranno seguite dai fatti ne saremo felici. Ma continueremo a tenere alta l’attenzione». Il che significa che tenete le mani libere sui voti in Parlamento? «Mani libere e occhi sempre aperti. Fra trent’anni poi ne riparliamo, il tempo che ci vuole per un piano del Sud per sanare il divario col nord». Piano a cui lei ha reagito definendo l’impegno di Berlusconi «una cosa molto buona»... «Ha promesso le due cose che gli ho chiesto io: l’altra sera gli ho suggerito un piano, di durata non meno che trentennale, per creare una vera unificazione. E poi il ”dissequestro” dei fondi Fas. Un doppio impegno che saluto con favore». Abbastanza da fermare il progetto del partito del Sud? «Abbiamo la prova che, solo a parlarne, le cose si muovono. Perché adesso ne parlano tutti, anche se noi facciamo sul serio, e lo dimostra l’uscita dei nostri parlamentari dall’Aula l’altra sera durante il voto di fiducia. Abbiamo il dovere di portare avanti il Partito del Sud. Ammesso e non concesso poi che le cose annunciate saranno fatti». Aspetta a cantare vittoria di vedere i soldi sul tavolo? «Aspetto di avere i fondi trasferiti alle regioni, in banca, e che Berlusconi dia seguito a questo piano. La cui ricetta abbiamo individuato da tempo: piano straordinario delle infrastrutture, lotta alla criminalità, fiscalità di vantaggio». Ha già chiaro cosa serve: ma pare che il piano sarà gestito da Roma, non sul territorio. «Guardi, per me possono gestirlo anche i cinesi, non me ne frega niente. A me importa che si dica: ”In questi 5 anni si farà questo”, e le cose si facciano. Per me se lo gestiscono loro è pure meglio, un pensiero in meno». E se le propongono un posto in cabina di regia? «Beh, ritengo indispensabile sentire le regioni». E che ne pensa dell’ipotesi circolata su un ministero del Sud? «Dipende: se dotato di reali poteri, allora ha un senso. Se è un posto a tavola in più, allora no. Ma io auspico un presidente del consiglio e tutti i ministri per il Sud». Nella sua nota Berlusconi ha anche duramente rimproverato chi è in cerca di potere... «Quel discorso non interessa me: noi siamo già un partito autonomo, chiediamo solo ci venga riconosciuto quel che è giusto. Magari Berlusconi avesse la forza di unificare finalmente l’Italia, altro che i 150 anni di unità... In senso figurato, in quell’anniversario, non partecipo a nessuna festa e mi chiudo in casa!». L’ex ministro Castelli ha messo in guardia dal «solito meridionalismo piagnone»... «Noi non abbiamo mai pianto, e quella fattispecie non interessa nemmeno a noi. Osservazioni di questo tipo le rispedisco al mittente. Non vogliamo né elemosina né regali: vediamo cosa prospetta Berlusconi e valuteremo».