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 2009  luglio 28 Martedì calendario

Opel, imbarazzo a Berlino Magna non piace più a Gm- BERLINO – La vicenda Opel è ormai diventata un imbaraz­zo serio per il governo di Berli­no

Opel, imbarazzo a Berlino Magna non piace più a Gm- BERLINO – La vicenda Opel è ormai diventata un imbaraz­zo serio per il governo di Berli­no. La soluzione preferita dall’ esecutivo di Angela Merkel, cioè la proposta della cordata russo-canadese guidata da Ma­gna, è giudicata debole e con scarso futuro da praticamente tutti gli esperti del settore au­to, compresi quelli che lavora­no per il governo. In più, la Ge­neral Motors e il comitato fidu­ciario che al momento gestisce la casa automobilistica tedesca - in altri termini i venditori ­preferiscono soluzioni diverse. Si è insomma creata una spac­catura tra business e politica che rischia di provocare conse­guenze serie per la Opel. La banca d’affari Lazard era stata scelta dal governo come consulente per valutare le pro­poste avanzate dai diversi inte­ressati. Lo ha fatto. E ha detto che Opel (assieme alla britanni­ca Vauxhall) è troppo piccola per sopravvivere da sola nel quadro competitivo del setto­re. E’ la posizione che aveva so­stenuto Fiat quando avanzò, in maggio, la proposta di creare un gruppo integrato tra le sue operazioni italiane, quelle della Chrysler e quelle delle aziende controllate dalla Gm in Euro­pa. Lazard ha studiato le propo­ste di Magna, del fondo di pri­vate equity Rhj International (legato all’americana Ripplewo­od) e della cinese Baic che nel frattempo si è ritirata. Ha stabi­lito che delle tre proposte la peggiore, per la Germania, è quella avanzata da Magna assie­me alla banca russa Sberbank: offre solo cento milioni di inve­stimento reale, chiede 4,5 mi­liardi di sostegno a Berlino e si basa su assunzioni «di crescita e di redditività ottimistiche». Critiche simili alla proposta di Rhj. Ciò nonostante, Berlino ha deciso di andare avanti a tratta­re con questi due soggetti. Succede però che Gm non vuole Magna. Preferisce Rhj-Ripplewood perché que­sta le promette che, tra quattro anni, la casa di Detroit, se risa­nata, potrà ricomprarsi Opel e Vauxhall. Quindi, il venditore vuole una cosa, il governo che deve dare garanzie fi­nanziarie ne vuole un’ altra. Ma non è finita. Al momento, Opel è in amministrazione fidu­ciaria, con un comita­to di fiduciari nomina­to dal governo di Berli­no, dai Länder che ospitano fabbriche Opel e da Gm con il consenso di Washin­gton, dal momento che lo Stato americano control­la la casa di Detroit. Bene, di questi trustees nessuno vuole la soluzione Magna: qualcuno preferisce Rhj-Ripplewood e qualcuno vorrebbe una banca­rotta controllata e poi una rica­pitalizzazione, come originaria­mente proposto dal ministro dell’Economia tedesco Karl-Theodor zu Guttenberg. Il pasticcio, insomma, è se­rio. Il governo di Grosse Koali­tion tra la Cdu-Csu di Frau Me­rkel e la Spd di Frank-Walter Steinmeier ha favorito la propo­sta Magna-Cremlino perché era politicamente più digeribi­le, ancora oggi voluta dai po­tenti sindacati metalmeccanci. Ora, però, tutto sembra riaper­to. «Non si può nemmeno dare la Fiat fuori dai giochi - diceva ieri un membro del parlamen­to - Anche se la Gm non la vuo­le » .