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 2009  luglio 28 Martedì calendario

FEDERICA E QUEI RECORD PER SEMPRE IL NUOTO ORA VUOLE TORNARE INDIETRO


Undici primati in due giorni: troppi per emozionare La Fina vara oggi le nuove regole per i body. E sui 1500 ci prova la Filippi
Ieri altre cinque super prestazioni tra cui quella della Sjostrom, 15 anni, nei 100 farfalla

ROMA
Quattrocento rose bianche, una per ogni metro nuotato. Un premio no limits per un´impresa no limits. Mittente sconosciuto, Federica Pellegrini ha respinto il dono dell´ammiratore segreto. «Devo tornare con i piedi per terra» ha commentato, non vuole pensare a quello che le succede intorno, è già proiettata verso i duecento di stamattina: un´altra sfida al limite.
L´aria di questi Mondiali è effettivamente da sport estremi. Ieri altri cinque atleti (Zueva, 100 dorso donne, Soni 100 rana donne, Sjostrom, 100 farfalla donne, a soli 15 anni!, Kukors, 200 dorso donne, e Rickard, 100 rana uomini) hanno fatto record, ed in totale sono undici in due giorni. nuoto questo? Dov´è finita l´attesa per un primato del mondo, se accade ad ogni gara? Oggi la Fina decide sui costumi del futuro: 168 paesi hanno detto no al poliuretano, tutti hanno applaudito. Ma le aziende di costumi fanno lobby, dicono di non poter garantire la produzione in tempi stretti, vorrebbero dilazionare le novità. Un ricatto? Eppure anche gli atleti si sono espressi: anche Phelps ha benedetto il ritorno all´antico, Magnini vorrebbe addirittura lo slippino. La tecnologia rischia di snaturare, questo sport, su internet sta montando la protesta, che non vuole essere una campagna vintage. «Fermatevi adesso, o non lo farete mai più». Sapremo nel pomeriggio.
Intanto si gareggia: se non ci saranno colpi di scena politici questi saranno gli ultimi Mondiali con primati da urlo, a meno di non truccare le piscine (al Foro Italico i pontoni subacquei regalano un´elasticità in virata che le piscine del passato non offrivano). Gli atleti non vogliono distrarsi: Federica Pellegrini, tanto per dire un nome, deve sfuggire il mondo (come Clelia, la prima nuotatrice di Roma che sfuggì al re Porsenna tuffandosi nel Tevere). E´ nel mirino della Pang, cinese. Rice, l´australiana. Jackson, l´inglese. Isakovic, la slovena. Potec, la romena. Dovrà ripetersi al massimo, ma non è che la cosa la spaventi: vivere no limits è un po´ il suo copyright: precocità, record, aspettative, delusioni, gioie.
E´ la naturale evoluzione del nuoto femminile, che cresce - proporzionalmente - più degli uomini. Prendiamo i 400 sl: nel 2000, a Sydney, Ian Thorpe trionfava in 3:40.59, Brooke Bennett in 4:05.80. Lunedì, a Roma, il tedesco Biedermann ha nuotato in 3:40.07, la Pellegrini in 3:59.15. Pochi centesimi il miglioramento maschile. Oltre sei secondi in meno per le ragazze. Perché? I tecnici del nuoto la mettono giù semplice: «Cresce la fisiologia femminile». Le donne come gli uomini? Federica Pellegrini è una perfetta figlia degli anni Ottanta. E´ venuta su bene, forte. Grazie a genitori che, nati nella generazione del dopoguerra, hanno saputo crescere i propri figli ascoltando i medici, nutrendoli bene, seguendo i consigli più moderni. Poi ci sono i geni, il dna di Federica. Ma la chiave del successo sta nell´interpretazione del metodo di allenamento, nelle intuizioni degli allenatori. «Tutte le ragazze si allenano ormai come i maschi», ma non vincono tutte e neppure fanno primati del mondo a grappoli, viene da aggiungere.
La contraddizione è che Federica Pellegrini è spuntata nel panorama natatorio dopo gli Europei di Madrid 2004, competizione nella quale il ct Castagnetti, suo futuro mentore, era disperato per l´atteggiamento delle ragazze: «Pensano solo a rossetti e smalto per le unghie» tuonava, mentre a Spinea una ragazzina era lì pronta a smentirlo, sopportando carichi di lavoro mostruosi con una fame agonistica ancora più forte. La nuova star dell´Italia è alta un metro e ottanta circa, nuota mossa da un impulso irrefrenabile, è indifferente a costumi hi-tech e avversari off-limits. Ormai è libera dalle catene mediatiche, politiche, morali: si è affrancata dalle sue fragilità.