Stefano Bartezzaghi, la Repubblica 28/7/2009, 28 luglio 2009
DALLA FIRMA AGLI SCARABOCCHI LA RESISTENZA DELLA VECCHIA BIRO
Vicino a penne d´oca, pennini, stilografiche, biro, roller, pennarelli e "pennaroni" mettiamo gli altri strumenti - dalla matita alla bomboletta spray - che hanno consentito e consentono alla mano umana la fatica laboriosa della scrittura, tra le rotondità del corsivo e gli spigoli dello stampatello. Tutto modernariato e bric-à-brac, ormai?
La scrittura contemporanea, è vero, è concepita soprattutto come attività di digitazione su una tastiera: le dita devono spostarsi sui tasti di volta in volta desiderati, lo scrivente riconosce la forma della lettera ma la sua mano non è tenuta a realizzarla. Comodo, pratico, veloce ed efficace.
La scrittura manuale conserva però diverse funzioni. La prima è una funzione capitale, e l´informatica stenta a surrogarla: è la firma, che ancora convalida molti fra i più diffusi interscambi telematici (uno fra tutti, l´acquisto con carta di credito).
Ma poi basta vedere quante volte al giorno usiamo la biro che teniamo nel taschino, se ce la teniamo. «Va beh, non ci ho la biro. E allora? Stiamo qui tutta la vita perché io non ci ho la biro?»: cosi Enzo Jannacci nel monologo che introduce la sua struggente "El me indiriss": «...no qui uno che lavora al tornio sensa (sic, ndr) la biro è un pirla». Ma chi non ha la biro se la fa prestare, è logico.
Se i numeri di telefono si recepiscono perlopiù direttamente sul cellulare, un indirizzo di casa o un indirizzo e-mail si aggiungono a mano sul biglietto da visita non dettagliato o aggiornato; con la biro continuiamo a compilare moduli, a scrivere biglietti augurali o dediche sui libri, a scarabocchiare mentre telefoniamo, a prendere appunti sull´agenda o sui taccuini tascabili tornati di moda da tanti anni ormai... Gli oggetti di scrittura sono tuttora ottimi articoli da regalo, con negozi specializzati tra le boutique nelle strade commerciali e negli aeroporti. Si ammira forse anche più di una volta la grafia elegante ed emoziona ricevere una lettera scritta a mano.
Computer e telefonino hanno riportato la scrittura nelle abitudini di tutti, con vaste novità stilistiche (basti pensare agli emoticon). Si tratta di forme in cui, però, la scrittura è separata dalla sua realizzazione materiale: chi scrive a mano non ha bisogno di fare una "stampata", perché il passaggio dal pensiero all´inchiostro è pressoché immediato. Molti sanno che a mano si scrivono cose almeno in parte diverse da quelle che si scrivono al computer: per la comodità di poterlo fare ovunque e senza bisogno di ricaricare batterie, ma anche per una logica intrinseca alla scrittura a mano, al suo ritmo, al tipo di composizione in cui bisogna comporre la frase mentalmente prima di averla scritta (passaggio che il computer non richiede né suggerisce).
Almeno in parte, poi, ci sarà sotto della nostalgia: spostando la tastiera dallo scrittoio e afferrando un foglio bianco e una stilografica si compie un tributo rituale al passato, con il sentimento di averlo lasciato passare un po´ troppo, e un po´ troppo in fretta.