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 2009  luglio 28 Martedì calendario

TRUPPE NATO IN GUERRA CON 70 DIVIETI

Da un lato i talebani colpiscono con ogni mezzo, inclusi gli attentati suicidi, obiettivi militari e civili, dall’altro gli 80mila militari alleati di 42 Paesi hanno imposto alla Nato ben 70 caveat. Limitazioni che differenziano le capacità di combattimento e rendono difficoltoso l’impiego congiunto di truppe di diversi paesi, imposte dai governi per evitare che i propri soldati possano essere coinvolti in azioni "di guerra" o in raid aerei con più rischi per i civili.
Gli anglo-americani operano tradizionalmente senza limitazioni e sono i principali protagonisti dei combattimenti, delle offensive e delle operazioni di ricerca e uccisione dei talebani. Il comandante alleato, generale Stanley McChrystal, ha vietato a inizio luglio i bombardamenti aerei in presenza di rischi per la popolazione, una decisione che mira a ridurre l’impatto del conflitto sui civili ma espone maggiormente le truppe sul terreno. Altri contingenti schierati nel Sud combattono senza riserve anche con armi pesanti quali jet e obici d’artiglieria come quello canadese a Kandahar, che in rapporto al numero di soldati ha avuto il tasso più alto di perdite: 125 dal 2002 (20 quest’anno),su una forza di 2.800 militari. O i danesi, che a fronte di appena 700 militari schierati a Helmand, hanno registrato ben 24 caduti dal 2002; o l’Olanda che nella provincia di Oruzgan ha perso 19 soldati con un contingente di 1.800 militari. A Oruzgan sono schierati anche 1.100 australiani (11 caduti, 4 nel 2009) con compiti offensivi autorizzati solo per le forze speciali. Limitazione in fase di revisione ora che l’Australia pare destinata a inviare anche con jet F-18. La Francia (28 caduti, 4 quest’anno) ha colpito duro con jet e forze speciali fin dal 2002 vietando però le azioni offensive alle truppe schierate nell’area di Kabul. Un caveat rimosso dopo il massacro di 10 soldati nella Valle dell’Uzbin, nell’agosto scorso, dopo il quale Parigi ha portato le sue truppe a 3.100 inviando ora 3 elicotteri da combattimento Tigre.
L’Italia (15 caduti considerando anche il maresciallo del Sismi Lorenzo D’Auria, solo 8 per fuoco nemico) ha rimosso negli ultimi mesi gran parte dei caveat : i paracadutisti possono condurre azioni offensive a supporto delle truppe afghane. Negate invece le operazioni di "ricerca e distruzione" come quella condotta dai marines nei distretti sud-orientali della provincia di Farah dai quali infatti gli italiani si sono ritirati. Ancora in vigore il limite che impone l’impiego dei jet Tornado solo per missioni di ricognizione. Limiti più rigidi per tedeschi e spagnoli. Berlino (35 caduti) schiera 4mila militari nel Nord, ma solo poche centinaia appartengono a reparti da combattimento che per la prima volta sono stati impiegati la scorsa settimana in un’offensiva con l’impiego di mezzi corazzati mentre i sei bombardieri Tornado svolgono solo missioni di ricognizione. Emblematica la notizia di un leader talebano lasciato fuggire dagli incursori tedeschi che non erano autorizzati a sparare per primi. La Spagna (25 caduti quasi tutti per incidenti aerei) schiera 800 militari nell’Ovest ma ne offresolo 100 al "Battle group" di Herat. Nel timore che possano essere utilizzati in combattimento, Madrid nega al comando italiano anche l’impiego congiunto dei 3 elicotteri da trasporto Ch-47 e dei droni teleguidati da ricognizione.