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 2009  luglio 27 Lunedì calendario

L’ATENEO ASSUME PROF GRATIS A PISA LA RIVOLTA DEI DOCENTI


MILANO – Il contratto? C’è, ma senza stipendio. E i precari, com’è ovvio, non ci stanno. Suc­cede a Pisa, ateneo tra i più anti­chi e illustri d’Italia, tra i «pro­mossi » della lista in base alla quale il Ministero ridistribuirà i fondi per il prossimo anno acca­demico. E che ha deciso di mette­re a bando 264 contratti di inse­gnamento per corsi annuali o se­mestrali. Di questi, 204 sono «a titolo gratuito». Una possibilità prevista dal decreto ministeriale dell’8 luglio scorso, che discipli­na i «criteri e modalità per il con­ferimento di incarichi di insegna­mento gratuiti e retribuiti». Una procedura che per la prima volta avviene tramite bando pubblico. E va detto che in molti, vista la mala parata economica derivata dai tagli ai finanziamenti, hanno deciso (chi a denti stretti, chi me­no) di approfittarne; a Pisa, pe­rò, quella valanga di contratti senza paga ha scatenato un puti­ferio.

«Io gratis non lavoro». Così si intitola la campagna di boicot­taggio lanciata dal Coordinamen­to dei precari della didattica e della ricerca dell’ateneo pisano: un appello alla «indisponibilità» che ha raccolto l’adesione di ol­tre 120 persone. In mezzo, presî­di e contestazioni, una lettera al ministro Gelmini (per denuncia­re presunte «irregolarità») e ipo­tesi di azioni legali. La parola d’ordine è disertare i bandi, «in­dipendentemente dalla natura gratuita o remunerata del po­sto ». Perché, spiega Giuseppe Marcocci, ricercatore alla Norma­le, «il problema è anche l’incoe­renza tra retribuiti e no, una dif­ferenziazione inaccettabile. Sul bando di Lettere, l’unico che ad oggi è stato chiuso, abbiamo ot­tenuto qualcosa: sui 74 contratti a titolo gratuito, 26 sono andati deserti » .

«O tutti o nessuno», è lo slo­gan del Coordinamento. La cui battaglia ha raccolto solidarietà in ambito sia politico che sinda­cale (e in settimana è program­mato un incontro con Eugenio Baronti, assessore regionale alla Ricerca e all’Università). «L’ate­neo di Pisa – commenta Massi­miliano Casalini (Sinistra e Liber­tà), capogruppo de La Sinistra in consiglio provinciale – è stato annoverato tra i ’virtuosi’: bene, purché non avvenga a danno dei precari. Serve un ripensamento, non si può sfondare in maniera così sfrontata sul terreno del di­ritto del lavoro». «L’università – interviene Daniela Fabbrini, segretario generale Flc-Cgil Pisa – aveva già autorizzato le sup­plenze gratuite, che però erano affidate a docenti strutturati. Qui, invece, ci andrà di mezzo chi da anni mette a disposizione la sua professionalità, e a cui ora si chiede di lavorare gratis».

La Cgil, che con i Cobas è sce­sa in piazza a fianco dei precari, sta «valutando la possibilità di una vertenza legale». Il rettore Marco Pasquali frena: «Attenzio­ne, non sappiamo ancora chi ab­bia risposto ai bandi. Se si tratta di professori, terranno un corso in più, ma avendo già lo stipen­dio. Pisa è tra gli atenei con il mi­glior rapporto docenti di ruo­lo- corsi di base; quelli di cui par­liamo sono un’offerta in più, cor­si specialistici, e neppure in nu­mero maggiore rispetto agli altri anni, quando erano le facoltà ad assegnarli a volontari interni». Una cosa, però, Pasquali la conce­de: «Ripeto, aspetto i risultati. Ma se effettivamente avesse fat­to domanda un numero elevato di giovani, senza altra fonte di re­tribuzione... be’, allora andrà fat­ta una riflessione seria sull’uso di questo strumento».