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 2009  gennaio 27 Martedì calendario

Il garante entra nelle case sfitte. La Stampa, lunedì 27 luglio 2009 La ricetta per rimettere in moto il mercato degli affitti e consentire l’utilizzo di un enorme patrimonio immobiliare fatto di case sfitte? Viene dalla Spagna e a piccoli passi si sta affermando anche in Italia

Il garante entra nelle case sfitte. La Stampa, lunedì 27 luglio 2009 La ricetta per rimettere in moto il mercato degli affitti e consentire l’utilizzo di un enorme patrimonio immobiliare fatto di case sfitte? Viene dalla Spagna e a piccoli passi si sta affermando anche in Italia. Il problema lo ha messo in evidenza l’urbanista Stefano Boeri in un editoriale pubblicato il 22 luglio su «La Stampa». Al di là del piano casa appena varato dal governo - scrive - serve «una politica che si occupi con forza e ostinazione di recuperare alla vita quotidiana le migliaia e migliaia di vani oggi disabitati». Boeri cita numeri da brivido, frutto di una ricerca che verrà pubblicata sulla rivista «Abitare»: a Roma 245 mila abitazioni su un totale di 1,7 milioni sono vuote, a Milano sono 80 mila su 1,6 milioni. A livello nazionale non è facile definire quante siano le case sfitte. L’ultimo censimento Istat, che risale al 2001, cita il 20% di abitazioni non occupate. Fonti dei sindacati degli inquilini - ad esempio il Sicet - parlano oggi di cinque milioni di abitazioni vuote, tra le quali bisogna però comprendere anche le seconde case. Si può arrivare così a determinare - anche se la certezza matematica è impossibile - in circa due milioni il numero di abitazioni sfitte. Ma al di là dei numeri è ovvio che spesso - specie nel caso di piccoli proprietari - si preferisce non affittare per evitare la sgradita possibilità di un inquilino moroso che, con i tempi della giustizia, diventa difficile se non impossibile, mettere fuori casa. Una situazione esacerbata dalla crisi economica: da una parte aumentano gli sfratti per morosità - sono stati quasi l’80% dei 51 mila emessi nel 2008, segnala il sindacato degli inquilini Sunia - dall’altra per i proprietari rinunciare al reddito di un immobile diventa una scelta sempre più difficile. Ecco, allora, la ricetta spagnola. Tra Madrid e Barcellona lavora da 20 anni la Provivienda, un’associazione senza fini di lucro, il cui compito si spiega è «di fare da mediatore nell’affitto tra coloro che cercano una casa e i piccoli proprietari, ai quali forniamo un’assicurazione e la garanzia per il pagamento del canone». L’uovo di Colombo, che finora ha permesso all’associazione di intermediare l’affitto di circa 30 mila appartamenti, è proprio questo: una garanzia, assunta da una terza parte e non dall’inquilino, che consenta al proprietario di scaricarsi dal rischio di eventuali morosità. In cambio, chi mette in affitto il suo appartamento, si accontenterà di un canone un po’ più basso di quello che potrebbe ottenere in una trattativa tra privati. I «clienti» della Provivienda sono per la maggior parte nella fascia cosiddetta «grigia», troppo ricca per entrare nelle graduatorie delle case popolari, ma non abbastanza ricca da affrontare senza rete il mercato degli affitti: immigrati, giovani e lavoratori precari, ma anche sempre più famiglie colpite dalal crisi. E in Italia? La prima esperienza di questo genere, che sta facendo da pilota per altre città, è nata a Torino cinque anni fa, si chiama Lo.ca.re. ed è una vera agenzia immobiliare del Comune, che tratta sia contratti «liberi», i classici 4+4, sia contratti «convenzionati» o «concordati», ossia che stanno sotto livelli massimi stabiliti dalle associazioni di proprietari e inquilini e in cambio permettono al proprietario di avere una serie di sgravi fiscali. Per accedere ai servizi dell’agenzia comunale da inquilini bisogna avere un reddito inferiore a un certo livello. Chi mette la sua casa in affitto attraverso Lo.ca.re., invece, ha la garanzia che se l’inquilino dovesse risultare moroso l’agenzia pagherà fino a 18 mesi di affitto in vece sua. E per tutti e due, locatore e locatario, è prevista una somma «una tantum», che può arrivare a 3.600 euro per il proprietario ed è sempre di 1.600 euro per l’inquilino. «Finora - spiega l’assessore comunale alle Politiche per la Casa Roberto Tricarico - abbiamo intermediato 2500 contratti di affitto». Anche a Bologna, da poco meno di due anni, è attiva l’Ama, agenzia metropolitana per l’affitto, dove agli enti locali si affiancano le fondazioni bancarie. L’Ama si occupa solo di contratti a canone concordato, ma anche in questo caso ha un ruolo di «garante». E qualcosa si muove, timidamente, anche altrove. A Genova, per esempio, dove - spiega l’assessore comunale alle Politiche della casa Bruno Pastorino - «entro fine estate contiamo di istituire un’Agenzia sociale per la casa che garantisca con una fideiussione il pagamento dell’affitto e che punti soprattutto sull’utilizzo del canone concordato». Francesco Manacorda