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 2009  luglio 27 Lunedì calendario

DA UN PONTE SULLA DORA SALVATO DA DUE VIGILI FUORI SERVIZIO

Lasciato dalla fidanzatina tenta il suicidio a 14 anni

Non solo, come direbbe Pascal, «ci sono ragioni del cuore che la ragione non conosce». Ma anche tempi. Così può capitare che se a 14 anni perdi la testa per una ragazzina e lei dopo 10 giorni ti lascia ti pare d’aver perso la vita.

MEGLIO FARLA FINITA CON UN SALTO NELLA DORA. Simone (nome di fantasia, ndr) sabato, alle 22.30, aveva già scavalcato il parapetto di un ponte in corso Novara. Guardava fisso l’acqua del fiume. Ma per fortuna qualcun altro stava guardando lui e gli ha salvato la vita. Gli angeli custodi di Simone sono due vigili urbani - fuori servizio - e il figlio ventenne di uno di loro. Sono intervenuti giusto in tempo. Lui, gentile, di poche parole, non ha opposto resistenza.

S’è fatto abbracciare, li ha ringraziati e ha acceso il telefonino per mostrare la foto della ragazza che lo aveva mollato mezz’ora prima. «Guardate com’è bella, ma tra noi è tutto finito». In quel «tutto» è racchiuso gran parte del dolore di Simone. Ferdinando Fera e Francesco Rizzi, entrambi 49 anni e 27 di servizio alle spalle, hanno avuto la sensibilità di non sottovalutare la disperazione di Simone cercando tuttavia di farlo ragionare in prospettiva. «Ma chissà quante ragazze conoscerai ancora...» lo hanno coccolato. Preziosa è stata la presenza del figlio di Ferdinando Fera, Antonio, 20 anni, studente universitario.

«Tra ragazzi è più facile intendersi - dice Fera -, è a mio figlio che Simone ha fatto vedere per primo le foto della ragazzina. Parlava poco, ma noi gli facevamo delle domande per cercare di distrarlo. Ed è venuto fuori che aveva avuto anche qualche problema a scuola: studente di prima superiore è stato bocciato». Nel frattempo i due vigili hanno allertato la centrale, per avere una pattuglia di supporto e il 118. L’ambulanza ha accompagnato Simone all’ospedale San Giovanni Bosco: è stato visitato da uno psichiatra che ha autorizzato le dimissioni la stessa sera di sabato.

Simone è tornato a casa con la sorella. « un ragazzo così perbene, molto educato, molto a modo - conclude Ferdinando Fera -, peccato solo per quello sguardo sempre rivolto verso il basso. Quando lo abbiamo notato, al di là del parapetto del ponte, fissava l’acqua. Poi la strada. Difficilmente ti guardava dritto negli occhi. Però quando noi, usciti per comprare un gelato, lo abbiamo notato e abbiamo fermato la macchina, lui ci ha subito ascoltati. ”Stai fermo lì” gli abbiamo detto e così ha fatto. Anche quando lo abbiamo afferrato per le spalle s’è arreso docilmente». Docile, ma con lo sguardo smarrito.