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 2009  luglio 24 Venerdì calendario

IL 5% DI OXFORD E’ SU GOOGLE


OPERAZIONE KOLOSSAL - Conclusa la tappa iniziale di un lavoro avviato nel 2005 Da oggi si può scaricare, gratis, la prima edizione dell’Origine della specie

OXFORD. Dal nostro inviato
Quattrocentomila libri, ovvero all’incirca 400 milioni di pagine: indici, copertine, illustrazioni incluse. La biblioteca Bodleian di Oxford, augusto pensatoio che ospita le ricerche dei migliori cervelli del Regno da quattro secoli abbondanti, ha messo la minigonna portando a termine la prima fase di una gigantesca operazione di digitalizzazione avviata con Google nel 2005. Una piccola, ma significativa frazione, degli undici milioni di volumi custoditi è finita nel ventre del gigante di Mountain View che attraverso il controverso servizio, Google libri, permette di scaricare in formato pdf perle di relativa vetustà. La prima edizione dell’"Origine della specie" di Charles Darwin, per citare un classico dell’Ottocento, è accessibile e scaricabile nella versione completa. Gratis.
Fra i legni tesi della sala Duke Humfreys, dove sono custodite le rarità, lo scanner non è entrato. Si sussurra, come vuole la regola. Il fruscio dei fogli che scorrono è nenia destinata, forse, a scomparire. Digitalizzare e mettere in rete significa accompagnare verso un incerto destino anche le biblioteche? «Dell’imminente decesso del concetto di library si parla da Gutenberg in poi. Non è il caso. Cambia, è vero il modo di consultazione. I ricercatori vengono con un approccio diverso». Richard Ovenden, custode della collezione speciale della Bodleian, impegnato nel progetto Google, circoscrive i contorni dell’operazione e ne illustra le conseguenze.
«Abbiamo consentito di digitalizzare solo i volumi fra il 1800 e il 1889, quelli che sono certamente senza più copyright. Né sono stati riprodotti con Google i codici o i documenti più antichi: a quello ci abbiamo pensato noi direttamente e in modo autonomo. Operazioni del genere hanno un impatto immediato sulle ricerche. Viene più gente per consultare opere originali, meno per operazioni banali che, ora, fanno da casa. La possibilità di ricercare passi mirati nei testi porta a scoperte sorprendenti. Ero a Boston per discutere una nuova fase del progetto quando mi ha telefonato un docente sconvolto per essersi imbattuto quasi per caso, via web, in un libro di John Stuart Mill. Un testo originale che è poi venuto a consultare per ritrovare note appuntate, ai margini delle pagine, dal pensatore inglese». Episodi del genere, insiste Ovenden, sono una nuova realtà della Bodleian, un’evoluzione del concetto di biblioteca innescato dal digitale. La parola d’ordine per lui è «moltiplicare gli accessi, accrescere la consultazione». E il web, non c’è dubbio, lo permette.
Il processo di copiatura è laborioso e inspiegabilmente tenuto segreto da Google. Non rivelano né i costi dell’operazione né la tecnica - si narra di macchinari capaci di scannerizzare migliaia di pagine in un giorno - ma insistono che la mano dell’uomo è ancora essenziale. Resta difficile immaginare batterie di "amanuensi del byte" impegnati a trasformare tonnellate di carta in file. Soprattutto perché all’operazione avrebbero partecipato poche centinaia di persone pagate da Google.
Uno dei passi essenziali è la raccolta dei libri. Nel ventre della Bodleian, un serpente di ferro e gomma, scorre di continuo portando scatole di volumi dai depositi alle sale di consultazione. «Qualcosa di simile a quella cinghia di trasmissione - continua Ovenden - è usato per i libri destinati alla digitalizzazione. Sono raccolti uno per uno in 20 delle 34 librerie del network Bodleian ad Oxford, collocati in scatoloni, montati su carrelli e infine nei furgoni per andare dove ci sono gli scanner. I libri più fragili o danneggiati sono stati risparmiati».
L’operazione Bodleian si è conclusa solo nella prima parte. Altri settori della biblioteca saranno ora presi in esame in un progetto che Google ha lanciato da anni negli Usa ma avviato a Oxford per tastare la realtà europea. Seguono già Ghent, Lione, la Complutense di Madrid, la biblioteca statale della Baviera. Google va avanti - ha già 10 milioni di volumi nel sistema alcuni, in Europa, consultabili integralmente, altri in parte, altri ancora solo come referenza - nonostante la polemica sui diritti d’autore che negli Usa l’ha portato a una class action, a un accordo che prevede il pagamento di 125 milioni di dollari di indennizzi seguito da mille contestazioni di editori e autori. Della vicenda s’è ora interessata anche la Commissione europea che il 7 settembre valuterà l’intesa raggiunta dalla società di Mountain View per il mercato americano. Un mercato dove circolano anche volumi europei e questo crea preoccupazione nella Ue cominciando da Germania, Francia e Inghilterra. Ma i timori non frenano Google sempre più in marcia verso il destino, ambito, di biblioteca globale.