Gao Xingjian, Medail Cesare, 7 febbraio 200, Corriere della Sera, Pagina 37, 26 luglio 2009
GAO Lo scrittore salvato da una montagna di saggezza «Con Mao neppure i monasteri erano un luogo sicuro» ANTEPRIMA In Italia le opere del Nobel cinese
GAO Lo scrittore salvato da una montagna di saggezza «Con Mao neppure i monasteri erano un luogo sicuro» ANTEPRIMA In Italia le opere del Nobel cinese. A cominciare dal capolavoro, di cui pubblichiamo un brano GAO Lo scrittore salvato da una montagna di saggezza di GAO XINGJIAN Anticipiamo le prime pagine del libro di Gao Xingjian «La montagna dell’ anima» che uscirà entro la fine dell’ anno da Rizzoli Sei salito all’ alba su una corriera a lunga percorrenza. La vecchia vettura, di quelle che in città sono in pensione da tempo, dopo aver sobbalzato per dodici ore di fila, lungo dure strade di montagna coperte di buche, è arrivata infine in questa cittadina del sud. Tu stesso non sai bene perché sei venuto fin qui. stato in treno, durante una conversazione del tutto casuale, che hai sentito parlare per la prima volta di Lingshan. Quell’ uomo era seduto di fronte a te, la tua tazza da tè era poggiata accanto alla sua, e le vibrazioni del treno facevano cozzare, a tratti, i coperchi delle due tazze, provocando un tintinnio. Se questi avessero continuato a risuonare, o se lo avessero fatto ancora un attimo e poi smesso, non sarebbe accaduto nulla. Il caso ha voluto invece che quando eravate entrambi sul punto di allontanare le tazze i due coperchi hanno smesso, ma nel preciso istante in cui avete distolto lo sguardo essi hanno ripreso a tintinnare e, quando avete allungato il braccio, hanno smesso di nuovo. Allora, insieme, siete scoppiati a ridere. Così, dopo aver spostato le tazze, vi siete messi a chiacchierare. Tu gli hai chiesto dove fosse diretto. «A Lingshan». «Cosa?» «A Lingshan, la Montagna dell’ Anima». Sei uno che ha percorso il paese per lungo e per largo, hai visitato molte montagne famose, ma non hai mai sentito parlare di un tale luogo. L’ uomo seduto di fronte a te ha socchiuso gli occhi in segno di raccoglimento. Animato da una comprensibile curiosità, vorresti sapere quali lacune hai nella conoscenza di località celebri. La tua vanità non tollera che esistano luoghi di cui tu non hai mai sentito parlare, quindi gli chiedi dove si trova Lingshan. «Alle sorgenti del You», risponde aprendo gli occhi. Tu non hai idea di dove si trovi questo fiume, ma non osi chiederlo. Annuisci, un gesto che si può interpretare come «capisco, grazie», oppure come «ah sì, lo conosco». Il tuo amor proprio è soddisfatto, ma non la tua curiosità. Dopo un attimo di esitazione gli chiedi come ci si arriva, da dove si accede alla montagna. «Si può prendere la corriera fino a Wuyi, poi risalire il fiume in barca». «Cosa c’ è, un bel paesaggio, templi, o ruderi antichi?», chiedi con aria noncurante. « tutto incontaminato, allo stato originario». «Ci sono foreste vergini?» «Certo, ma non solo». «C’ è forse anche l’ uomo selvaggio?», fai lo spiritoso. Ride, ma rimane serio, non sembra affatto scherzare, e la cosa ti intriga ancora di più. Vuoi assolutamente capire chi sia l’ uomo che ti siede di fronte. «Lei è uno studioso di ecologia? Un biologo? Un paleoantropologo? Un archeologo?» «No», scuote il capo, «mi interessano di più gli uomini». «Allora svolge ricerche sulle tradizioni popolari? forse un sociologo, un etnologo, un etnografo? Oppure è un giornalista? O forse un amante dell’ avventura?» «Un po’ tutte queste cose, ma solo per piacere». Scoppiate a ridere. Le risate vi mettono di buonumore. Lui si è poi acceso una sigaretta e, aprendo lo scrigno delle parole, ti ha raccontato ogni sorta di meraviglia sulla Montagna dell’ Anima. Poi, su tua richiesta, ha strappato un pacchetto vuoto di sigarette e vi ha tracciato una mappa della strada per arrivarci. Zaino in spalla, ti avventuri per le strade della cittadina, sperando in qualche indicazione, un’ insegna, una pubblicità, o anche semplicemente la parola Lingshan come prova che non ti sei sbagliato, che non hai percorso tanta strada invano. Scruti dappertutto, ma le tue aspettative vanno deluse, non trovi nulla. In queste strade non c’ è alcuna indicazione per la Montagna dell’ Anima, non si tratterà di una favola? Hai seguito un itinerario abbozzato su un pacchetto di sigarette da un compagno di viaggio incontrato per caso in treno, il quale forse aveva solo sentito parlare di Lingshan. Nulla prova che non fossero semplici chiacchiere. Non ne hai trovato traccia in alcun diario di viaggio, e una voce su questa località non è contemplata nemmeno nell’ enciclopedia del turismo, appena pubblicata. Se sfogli l’ atlante della Cina, certo, non hai difficoltà a trovarvi luoghi come Lingtai, Lingqiu, Lingyan e perfino Lingshan. Sai perfettamente che Lingshan è menzionata negli innumerevoli testi classici di storia, dal Classico dei mari e dei monti, che risale all’ epoca dello sciamanesimo e delle pratiche divinatorie, alle Annotazioni al classico dei fiumi, un antico trattato di geografia. Inoltre è a Lingshan che Buddha ha concesso l’ Illuminazione al venerabile Mahakasyapa. Tu non sei stupido, fai dunque appello alla tua intelligenza, cerca prima il paese di Wuyi, segnato sul pacchetto di sigarette, cammino obbligato per arrivare alla Montagna dell’ Anima. Torni quindi alla stazione delle corriere ed entri nella sala d’ aspetto, il posto più animato di questa cittadina di montagna, ma la trovi già completamente deserta. La biglietteria e lo sportello per la consegna dei bagagli sono bloccati dall’ interno con una tavoletta. Bussi, nessuna risposta. Non c’ è alcun posto dove chiedere informazioni, non ti resta che alzare la testa e scorrere con lo sguardo i nomi delle stazioni, l’ uno più grazioso dell’ altro, segnati al di sopra della biglietteria: Il villaggio dei Zhang, La bottega di sabbia, La fabbrica di cemento, Il vecchio forno, Il cavallo dorato, La buona annata, Il fiume in piena, La baia del drago, La fonte dei fiori di pesco... Nessuno di questi nomi corrisponde però al luogo che cerchi. Pur essendo una piccola cittadina, gli itinerari sono numerosi e le corse frequenti; per alcune linee vi sono anche cinque, sei corriere al giorno, come quella che porta alla Fabbrica di cemento, che non è davvero una destinazione turistica. Mentre pensi che la linea che ha una sola corsa giornaliera deve essere senz’ altro il posto più fuori mano, scopri inaspettatamente che Wuyi si trova proprio al capolinea di quel tragitto. Il nome non attira l’ attenzione, è identico a quello di altre località, non ha nulla di spirituale. Hai l’ impressione di aver trovato il bandolo di una matassa ingarbugliata che disperavi di riuscire a districare. Anche se non sei al settimo cielo, ti senti però un po’ tranquillizzato. Ora hai tempo per fare due passi. Arrivi quindi a un ponte di pietra che collega le due rive di un ampio fiume. Lì non c’ è alcun cattivo odore, vi spira invece una dolce brezza, fresca e piacevole. Benché la strada sia asfaltata, le scimmiette che ancora si intravvedono scolpite sulle colonne laterali di pietra screziata, provano che il ponte deve essere molto antico. Appoggiato alla balaustra di pietra rinforzata di cemento contempli le due metà di questa cittadina unite dal ponte. Sulle sponde del fiume si distendono a perdita d’ occhio tetti di tegole nere che, simili a squame di pesce, sono disposti talmente fitti l’ uno accanto all’ altro, da non lasciar intravvedere alcunché. Tra le montagne, si apre una vallata dove i campi dorati di riso sono orlati da verdi boschetti di bambù. Le acque del fiume, di un azzurro limpido, scorrono placide lungo il letto di sabbia. Quando arrivano sotto i pilastri del ponte di pietra, si dividono in due, e si fanno profonde e di colore verde scuro; poi, superata l’ arcata, emettono un gorgoglio, e formano un vortice sulla cui superficie appare una schiuma bianca. Le acque hanno lasciato tracce a più livelli sull’ argine del fiume alto oltre dieci metri. I recenti segni grigio-giallastri sono il risultato dell’ inondazione di quest’ estate. questo il fiume You, alle cui sorgenti si troverebbe la Montagna dell’ Anima? (Traduzione dal cinese di Mirella Fratamico) ESILIO E RITORNO La storia di un uomo alla ricerca della libertà Pochi giorni fa, un’ insegnante della provincia di Shanghai in visita a Hong Kong ha voluto dire a Gao Xingjian, 60 anni, premio Nobel per la letteratura, di aver approfittato di quella vacanza per leggere La montagna dell’ anima, capolavoro dello scrittore cinese. La Repubblica popolare proibisce ancora le sue opere ma Hong Kong, tornata alla Cina dal 1997, gode di statuto autonomo: così Gao, esule in Francia dal 1987 dopo avere conosciuto i campi di rieducazione maoisti, ha potuto rimettere piede in patria e parlare in pubblico malgrado l’ ostilità di Pechino, che aveva protestato per il Nobel. Entro il 2001 La montagna dell’ anima, di cui anticipiamo le prime pagine, uscirà anche in Italia, dopo che Rizzoli ha acquistato i diritti sulle opere del Nobel (prima usciranno i racconti Una canna da pesca per mio nonno e il saggio La ragion d’ essere della letteratura). A proposito del romanzo, Gao ha detto che «nemmeno i monasteri delle montagne remote, tradizionale rifugio di scrittori e allievi, erano più un rifugio sicuro sotto la dittatura di Mao. L’ unico modo di mantenere autonomia intellettuale era parlare con se stessi. Così nacque la Montagna, opera scritta senza speranza di pubblicazione ma solo per combattere la solitudine interna». Come narra nelle prime pagine, nel 1982 Gao partì davvero per le remote foreste di Sichuan, vagando per dieci mesi e 15 mila chilometri lungo le rive dello Yangtze. Ma il libro non è un diario: è stato definito «la storia di un uomo alla ricerca della pace interiore e della libertà». La ricerca di un Graal, insomma, raffigurato dalla Montagna, grande metafora della letteratura come salvezza. Cesare Medail Gao Xingjian, Medail Cesare Pagina 37 (7 febbraio 2001) - Corriere della Sera